martedì 10 febbraio 2015

Regina di fiori

Maria Antonietta davanti al Tempio d'Amore
nei giardini del Petit Trianon - Ritratto attribuito
a Jean-Baptiste André Gautier-Dagoty (1780 circa)
I giardini di Maria Antonietta al Petit Trianon erano leggendari per la loro bellezza. La regina adorava i fiori e il suo amore per loro è ancora oggi percepibile negli arredi al Trianon e nei suoi appartamenti a Versailles. Nel 1770, fu presentato a Luigi XV un ritratto di Maria Antonietta eseguito da Ducreux, in cui la giovane arciduchessa appariva al centro del quadro come un bocciolo di rosa; il ritratto purtroppo non ci è pervenuto ma la sua descrizione fa venire in mente l'innegabile associazione tra Maria Antonietta e la rosa. La regina fu spesso ritratta con questo fiore, simbolo dell'amore, della bellezza e della fertilità ma anche un chiaro segno simboleggiante la sua origine austriaca e la fede cristiana; diversi tipi di rose, nell'iconografia sacra, stanno infatti a simboleggiare la Madonna e la Resurrezione. Nel 1779, Maria Antonietta scrisse a sua madre, a proposito dei giardini del Petit Trianon e delle sue rose:
“..il verde è affascinante e la calma è perfetta.
Ci sono stati molti miglioramenti nei miei giardini, è veramente un’aiuola incantevole, le mie serre iniziano a diventare magnifiche. Ho fatto piantare una quantità di piante rare.
Quelle che mi avete mandato sono fiorite al di là di ogni aspettativa, e ne ho donate alcune al giardino del Re. Ho dei crisantemi di una bellezza abbagliante e innumerevoli varietà di rose, di cui il mio giardiniere è cosi fiero che la gente di questo mestiere, viene a studiarle sul posto.”

A Choisy le Roi Maria Antonietta amava dipingere le roses-modèles che sembravano posare per lei addossate ad una bella ringhiera bianca lunga quasi tre metri, dove crescevano tutte le sue specie preferite.

Tra i tanti studiosi che visitarono i giardini del Petit Trianon si ricorda soprattutto Pierre-Joseph Buc’hoz, medico, botanico, naturalista, il primo ad utilizzare la musica come trattamento alla malinconia. Buc'hoz scrisse un'opera sui giardini di Maria Antonietta, "Il giardino dell'Eden, il paradiso terrestre ritrovato nel giardino della Regina", e ci ha lasciato anche diverse ricette di bellezza per la cura del corpo e dello spirito, ricette raccomandate alla stessa Maria Antonietta, nell'opera "La Toilette de Flore".
"Il giardino dell'Eden" edito tra il 1783 e il 1785 illustra l'attività botanica, le piante rare e le coltivazioni nei giardini del Petit Trianon, attraverso magnifiche tavole.

Frontespizio dell'opera
"Il giardino dell'Eden" di Buc'hoz
Il giacinto che porta il nome della regina












Il giardino della regina al Petit Trianon in una piantina dell'opera "Il giardino dell'Eden" di Buc'hoz

Particolare di un dipinto di Madame
Vigée Le Brun in cui si può notare il delphinette
Tra le varietà floreali presenti al Petit Trianon si ricorda il Delphinium ajacis, comunemente chiamato Delphinette, tra i fiori prediletti da Maria Antonietta che lo volle piantare anche a Versailles.

I suoi fiori, che possono essere di colore rosso, rosa, bianco e blu/viola, erano utilizzati non solo a scopo ornamentale (in un famoso ritratto di Maria Antonietta della Le Brun in un vaso insieme a rose e narcisi compare appunto il delphinette bianco) ma anche a livello curativo.

Nonostante il delphinette sia tossico infatti, un tempo si credeva che avesse proprietà curative; venivano realizzati con questo fiore dei distillati specialmente da usare come gocce oculari per curare congiuntiviti e infiammazioni ma anche per curare i calcoli renali.

Il Delphinium ajacis
Sono le rose, tuttavia, le protagoniste dei giardini della regina. Tra le varietà coltivate al Petit Trianon si annoverano la rosa canina e la rosa centifolia.


Maria Antonietta nel celebre ritratto con la rosa
opera di Madame Vigée Le Brun
La rosa centifolia era la varietà preferita dalla regina, rappresentata più volte da Pierre-Joseph Redouté, disegnatore e pittore del gabinetto di Maria Antonietta nelle sue tavole botaniche. "Il Raffaello dei fiori", come veniva chiamato Redouté, ebbe sicuramente libero accesso ai giardini di Maria Antonietta che conosceva nei loro aspetti più propriamente “botanici", e qui si dedicò a ritrarre le varietà di rose coltivate per la regina.

La rosa centifolia, chiamata anche "cavolo rosa", si sviluppò nel Seicento ad opera di alcuni botanici olandesi. Si tratta di una razza ibrida, sebbene la sua origine non sia ancora del tutto chiara.

Il suo nome deriva dai fiori a forma di globo che hanno un aspetto simile al cavolo. Il cavolo rosa fu utilizzato anche nei profumi e prodotti di bellezza da Jean-Louis Fargeon, il profumiere di Maria Antonietta, ed è ancora oggi largamente utilizzato in profumeria.

Ma quale rosa fu immortalata con la regina nei celebri ritratti di Madame Le Brun?

Maria Antonietta in "gaulle" con una rosa e un cappello di paglia, opera di Madame Vigée Le Brun
La rosa ritratta dalla pittrice appartiene alle rose cosiddette "antiche" o galliche. Queste rose potevano fiorire una volta all'anno ed erano profumatissime. Solo nel 1789 arrivò in Europa la rosa cinese che, incrociata a quelle antiche, diede inizio a varietà di rose in grado di rifiorire più volte, coloratissime ma dai fiori meno morbidi e meno profumati. Purtroppo la Le Brun non scrisse nelle sue memorie quale tipo di rosa avesse usato. Più realistica l'ipotesi che possa essere la rosa centifolia, oppure, dato che «a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire», potrebbe trattarsi semplicemente della rosa indica.

Particolare di ritratto ufficiale di Maria Antonietta realizzato da Madame Vigée Le Brun
Di sicuro, per il celebre ritratto della regina con la rosa, Maria Antonietta aveva posato con una rosa artificiale opera di Joseph Wenzel, fiorista personale di sua maestà e fiorista di grido nella Francia prerivoluzionaria; i tempi di posa richiedevano diverse sedute ed una rosa fresca sarebbe col tempo appassita. Si narra che il conte d’Artois commissionò a Wenzel, un bouquet di rose bianche artificiali su ogni petalo delle quali vi fossero incise le iniziali della regina. Il risultato fu così perfetto da provocare lo stupore degli astanti e della stessa Maria Antonietta.

"Una rosa è una rosa è una rosa", volle come epitaffio Gertrude Stein sulla sua tomba a Parigi, e mai definizione del fiore per eccellenza nella tradizione occidentale fu così perfetta. Da sempre fonte di ispirazione di poeti e artisti, fu soprattutto nel Settecento, grazie alle sempre più avanzate conoscenze botaniche, che la rosa ebbe la sua massima espressione nelle arti, soprattutto nei ritratti femminili in cui assumeva a volte il ruolo di protagonista. 
La marchesa di Pompadour si fece ritrarre con abiti intessuti di rose e dalle rose traeva ispirazione per il colore “rosa Pompadour” da adottarsi per le porcellane di Sévres.
Nel celebre ritratto della principessa di Lamballe, l'amica di Maria Antonietta è coronata di rose. Un cespo di rose è tenuto fra le mani di Madame Royale nel dipinto di Wertmuller che la ritrae accanto alla madre e al fratellino. La futura duchessa d'Angouleme avrebbe ricamato tante rose “du Roi” assieme ai gigli di Francia per beneficenza.

La marchesa di Pompadour in un celebre ritratto di Boucher che la rappresenta in una profusione di rose
Madame Du Barry in un ritratto di Drouais inghirlandata di rose
La celebre bellezza inglese, Lady Georgiana Spencer., amica di Maria Antonietta, ritratta
dal pittore Thomas Gainsborough con una rosa
La principessa di Lamballe con la sua celebre acconciatura coronata di rose
Madame Royale con un cespo di rose nel celebre dipinto di Wertmuller
Con la Rivoluzione Francese i tempi e la moda cambieranno e sarà una dama del vecchio regime, Joséphine de Beauharnais, moglie di Napoleone e grande protettrice di Redouté, a far erigere un celebre roseto alla Malmaison che resterà insuperato nella sua straordinaria raccolta di rose. A lei seguirà la seconda moglie di Napoleone, Maria Luisa (la pronipote di Maria Antonietta), anch’ella estimatrice di Redouté che, divenuta duchessa di Parma, sarà ricordata per la celebre "violetta". Con l'avvento al trono degli Orleans sarà la regina Maria Amelia (un'altra pronipote di Maria Antonietta) a proteggere l'ormai anziano Redouté, il quale sarebbe rimasto nella memoria di tutte le grandi dame dell'Ottocento, a cominciare dall'imperatrice Eugenia, amante delle superbe rose "ritratte" dal pittore.

L'imperatrice Giuseppina accanto ad alcuni fiori in cui spiccano le sue amate rose
L'imperatrice Maria Luisa, poi duchessa di Parma, con alcune rose tra i capelli
L'imperatrice Elisabetta (Sissi) con una rosa
La regina Vittoria con una rosa in un ritratto di  Winterhalter
L'imperatrice Eugenia con un cespo di rose in un ritratto
di Winterhalter

2 commenti:

  1. meraviglioso...adoro il tuo blog! e mi sono incuriosita molto rispetto al fiorista joseph wenzel..sapresti indicarmi qualche aneddoto o come svolgeva il suo lavoro?

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  2. Grazie infinite. Non ho molte informazioni circa Joseph Wenzel ma posso comunque consigliarti un articolo che scrissi tempo fa per baroque.it, in cui troverai informazioni più approfondite sull'arte dei fiori artificiali.
    https://www.baroque.it/curiosita-del-periodo-barocco/fioristi-e-fiori-artificiali.html

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