domenica 30 dicembre 2018

Festività a Versailles

Particolare di un dipinto di Jean François de Troy
Il Natale a Versailles era una ricorrenza prettamente religiosa. Il re e la sua famiglia passavano le feste nella Cappella Reale, tra il mattutino, il vespro, le tre messe della notte di Natale e la grande messa del 25 dicembre. 
L'usanza voleva che la Vigilia di Natale (come accadeva a Pasqua, durante la Pentecoste e per il giorno di Ognissanti) il re toccasse gli scrofolosi. Era credenza infatti che il sovrano essendo un unto del signore avesse il potere di guarire gli scrofolosi, in particolar modo durante le cerimonie sacre.
Durante l'Avvento era vietato giocare e andare a teatro ma con Luigi XV e Luigi XVI questo regime strettamente spirituale fu un po' alleggerito e i cortigiani furono tenuti ad osservare questo contegno solo durante la vigilia di Natale. Si poteva però eseguire musica legata al periodo natalizio, i tradizionali Noels che venivano cantati e suonati in privato dalla famiglia reale.

A mezzanotte il re o il delfino gettavano un ceppo di legno nel camino in segno beneaugurante (in Francia si predilige il legno di alberi da frutto); un'usanza ancora oggi osservata anche qui in Italia in alcune regioni e la cui origine è antichissima. 

sabato 29 dicembre 2018

Una bambola per Madame Royale

Una bambina con la sua bambola (1780 circa)
John Downman - Metropolitan Museum of Art, New York
"La bambola" - scrive Victor Hugo ne "I Miserabili", "è uno dei più imperiosi bisogni e nello stesso tempo uno dei più incantevoli istinti dell'infanzia femminile. Curare, vestire, pettinare, abbigliare, svestire e rivestire, insegnare, sgridare un po', cullare, vezzeggiare, addormentare, immaginarsi che qualche cosa sia qualcuno; tutto l'avvenire della donna è là. Mentre sogna e bisbiglia, mentre fa i corredini e le fasce minuscole, mentre cuce i vestitini, i corpetti e i piccoli giubbetti, la bimba diventa fanciulla, la fanciulla giovanetta e la giovanetta diventa donna. Il primo figlio continua l'ultima bambola." Queste riflessioni che la penna mirabile di un grande scrittore ha trasformato in poesia, sono senza tempo. Lo dimostra bene il comportamento di Jean-Baptiste Clery Hanet, valet de Chambre di Madame Royale. Clery che seguì la famiglia reale al Tempio in qualità di cameriere del re, ci ha lasciato interessanti memorie. Egli riporta un episodio, avvenuto nel 1785 (quando Madame Royale non aveva ancora sette anni) e che getta una luce diversa sul rapporto tra la regina e la sua primogenita. In diverse memorie si legge infatti di come la regina fosse molto severa con la bambina che dimostrava di avere un carattere difficile. Allo stesso tempo Madame Royale aveva spesso nei riguardi della madre un atteggiamento irriverente e insolente. Dall'episodio si evince invece che la regina come tutte le mamme non sapesse dire sempre di no a sua figlia. Clery scrive: