lunedì 25 maggio 2015

Massimiliano d'Asburgo Lorena

Massimiliano a 4 anni in un dipinto di Martin
van Meytens. Castello di Schoenbrunn
Nato l'8 dicembre del 1756, Massimiliano Francesco era il fratello minore di Maria Antonietta. Crebbe a stretto contatto con il fratello Ferdinando, di un paio d'anni più grande di lui, e fu compagno di giochi di Maria Antonietta. Di costituzione robusta (in famiglia era stato ribattezzato "gros Max") e dotato di grande spirito e generosità, era per contro, secondo i suoi insegnati, troppo testardo e con un carattere estremamente timido e riservato. 
Fu introdotto giovanissimo nell'ambiente illuminato che segnò profondamente la sua vita futura. Maria Teresa considerava Massimiliano inadatto al matrimonio, per questo motivo non utilizzò il figlio come pedina politica. Il ragazzo era pupillo dello zio condottiero, Carlo di Lorena, e sembrava piuttosto portato alla carriera delle armi.

In una lettera a Massimiliano, l'imperatrice ci fornisce un ritratto non molto lusinghiero del figlio: "la tua totale indifferenza è ciò che tanto spesso ti induce a dimenticare le cose. Le tue risposte, tanto gauches, ti danno talvolta l'aria di un imbecille, mentre le tue banali osservazioni e l'espressione annoiata ben difficilmente possono essere stimolo per coloro che tentano di interessarsi a qualche argomento." A discolpa di Massimiliano va osservato che Maria Teresa doveva essere una madre castrante, specie per i figli maschi che puntualmente diventavano maturi non appena se ne allontanavano, esattamente come avvenne al figlio Leopoldo (l'illuminato granduca di Toscana) definito dalla madre "un adolescente indolente e pigro".

Dal 1774 Massimiliano intraprese "le voyage de cavalier", molto diffuso tra i nobili e i giovani rampolli del tempo, una sorta di viaggio di formazione altrimenti noto come "grand tour". L'arciduca fu il primo della famiglia a rendere visita a Maria Antonietta.

mercoledì 20 maggio 2015

La Gazette des Atours di Maria Antonietta

La copertina della Gazette des Atours
La Gazette des Atours di Maria Antonietta, letteralmente "gazzetta degli ornamenti", è un registro rilegato in pergamena verde di settantadue pagine. Le prime quarantatrè pagine, alle volte separate le une dalle altre da uno o più fogli bianchi, presentano diciotto campioni di tessuto fissati con della cera rossa, blu o verde, o con della colla. Accanto ad essi c'è una descrizione manoscritta del tipo di tessuto e del loro utilizzo.

Questo registro, custodito nell'Armoir de Fer de l'Hotel de Soubise a Parigi, attualmente sede degli Archivi Nazionali Francesi, veniva presentato ogni giorno alla regina dalla gran maestra del guardaroba insieme a un puntaspilli: Maria Antonietta vi segnava con uno spillo l'abito che desiderava indossare. Questi forellini sono ancora visibili; in anni recenti, alcuni dei lunghi spilli di cui la regina si serviva furono ritrovati incastrati nel pavimento del Gabinetto della Méridienne a Versailles. Va specificato che l'utilizzo di un simile registro non fu un caso isolato. Anche la regina Maria Leszczynska ne possedeva uno e anche Madame Elisabeth.

Il registro del guardaroba di Maria Antonietta, affidato alla contessa d'Ossun, giunto fino a noi, è quello del 1782. Ogni abito è classificato e accompagnato da un piccolo campione di tessuto. Vi sono campioni degli abiti di corte in diversi toni di rosa, in lamé grigio chiaro rigato e in velluto turchese rigato, tinta su tinta, da indossare per Pasqua.

Un campione di tessuto a fiorellini su sfondo rosa tenue
Ma la cosa più interessante è il numero dei campioni di tessuto degli abiti più informali, ampi lévites, riportati tutti insieme su un'unica pagina in una vasta gamma di colori pastello dal grigio all'azzurro fino alle tinte molto più scure come il rosso cupo e il blu, talvolta con piccole fantasie a fiorami ricamate fra una riga e l'altra.

giovedì 7 maggio 2015

Sangue blu

Questo vassoio in argento, oggi conservato nella libreria di Maria Antonietta a Versailles, serviva per porgere alla regina camicie, asciugamani, fazzoletti, guanti, berretti, scatole per il trucco e oggetti da toeletta. Secondo il dizionario dell'etichetta di Madame de Genlis, il vassoio in questione veniva chiamato "salve". Nei fatti Maria Antonietta se ne servì solo in rarissime occasioni. Il vassoio fu un dono di nozze di Maria Teresa alla figlia, il lavoro di orificeria porta infatti il marchio Rauner; al centro è raffigurato Apollo intento ad illuminare la Francia (nelle vesti del Delfino) e l'Austria (nelle vesti di Maria Antonietta) che si stringono la mano. Venduto nel 1880 a Nathaniel de Rothschild, il vassoio fu donato dalla contessa Niel al Museo di Versailles in occasione della mostra per il bicentenario della nascita di Maria Antonietta nel 1955.


Fauchard's Bandeau


Maria Antonietta nel 1769 nel ritratto ufficiale
realizzato da Ducreux, inviato a Luigi XV
Nei primi mesi del 1768, il dentista francese Pierre Laveran, appartenente ad una stimata famiglia di dentisti, fu chiamato a Vienna per dedicarsi alla dentatura dell'allora arciduchessa Maria Antonia. Il medico, il cui nome compare tra i registri imperiali del 1775, come chirurgo dentista delle loro Maestà Imperiali e Reali, si dedicò a raddrizzare i denti della giovanissima arciduchessa, in vista del matrimonio con il Delfino di Francia. L'apparecchio per i denti era allora chiamato Fauchard's Bandeau, ovvero "la fascia di Fauchard" dal nome del suo inventore, volgarmente detto "morso". Alcuni biografi chiamano questo apparecchio "pellicano" ma è un errore: il pellicano era una pinza utilizzata per tirare i denti la cui forma ricordava il becco di un pellicano, di qui il nome.
Fauchard, considerato il padre dell'odontoiatria moderna (morto nel 1761) ci ha lasciato un interessante resoconto sulle sue tecniche ortodontiche. Due erano le sue modalità operative: una rapida detta "dei fili" ed una ultrarapida che descriveva orgogliosamente così: