sabato 30 ottobre 2021

Il funesto presagio di Goethe

Questo arazzo, oggi conservato al Museo Nazionale del Castello di Compiègne, è uno dei sette arazzi che furono esposti nel padiglione allestito su un'isoletta del Reno per la cerimonia della remise di Maria Antonietta il 7 maggio 1770. Realizzati dalla manifattura dei Gobelins nel 1755 su cartoni di Jean-François de Troy, la serie dei sette arazzi rappresenta il mito di Giasone e Medea, nella versione tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, la cui storia finirà nella follia e nel sangue.

Per arredare il padiglione della remise fu richiesto alle personalità più di spicco della città di Straburgo di prestare i propri arazzi e il proprio mobilio. Fu l'arcivescono di Strasburgo ad offrire la serie di arazzi che tanto indignò Goethe che visitò in quei giorni il padiglione quando era ancora un giovane studente.

lunedì 18 ottobre 2021

La duchessa d'Angouleme si imbarca a Pouillac

Questo dipinto di Antoine-Jean Gros realizzato nel 1818 e  conservato al museo di Belle Arti di Bordeaux raffigura la duchessa d'Angouleme che si imbarca a Pouillac per l'Inghilterra in occasione del ritorno di Napoleone. E' questo il periodo passato alla storia come i "Cento Giorni". 


Accompagnata dal suo seguito formato dalle duchesse di Serent e di Damas, dal visconte e dalla viscontessa d'Agoult e dal visconte di  Montmorency, la figlia di Luigi XVI e di Maria Antonietta, nel salutare i suoi fedelissimi,  rilascia loro una piuma bianca del suo cappello. Questa piuma è ancora oggi conservata nella collezione Jeanvrot a Bordeaux. 

sabato 16 ottobre 2021

Maria Antonietta in gramaglie nel ritratto di Kucharski

Questo pastello che un tempo apparteneva alla principessa di Taranto, fu eseguito da Kucharski al Tempio poco dopo l'esecuzione del re. Secondo Marguerite Jallut si tratta del ritratto originale, eseguito dal pittore, della regina in gramaglie da cui poi sarebbero state tratte tutte le copie successive. Il pastello, scomparso durante la Seconda Guerra Mondiale (secondo la Jallut fu distrutto), era accompagnato da due iscrizioni, una quasi cancellata, l'altra una trascrizione della prima:

"Questo ritratto di Maria Antonietta, regina di Francia, fu dipinto da "Koharski" che, trovandosi in servizio come guardia nazionale al Tempio dopo la morte di Luigi XVI, riuscì ogni volta a vedere la regina. Aveva già dipinto questa principessa nel 1780. Ha tracciato questo disegno e fino all'ultimo dettaglio dei suoi abiti da lutto."

Il pittore riuscì ad entrare nella prigione tra il 26 gennaio (giorno in cui furono consegnati alla regina gli abiti da lutto) e il 1° aprile, giorno in cui il consiglio generale decise che nessuna persona al Tempio in grado di disegnare avrebbe dovuto svolgere questa attività all'interno della prigione.

mercoledì 6 ottobre 2021

Un ennesimo giallo pittorico?

Nel 1770 Antonio Pencini fu inviato a Parigi da Maria Teresa; il soggiorno del pittore è documentato nella corrispondenza di Mercy il quale riferisce che l'artista realizzò due ritratti di Maria Antonietta tra il 1773 e il 1774.

Pencini avrebbe prese a modello un ritratto del 1765 conservato oggi al Museo del Mobile di Vienna che raffigura con ogni probabilità Maria Josepha, una delle sorelle maggiori di Maria Antonietta. Acconciatura (passata di moda nel 1774) e mantilla (particolarmente usata alla corte di Vienna) lasciano comunque dei punti interrogativi. Come poteva il pittore non tenere conto della moda imperante a Versailles? Modificare o copiare un ritratto per dargli il volto di un altro membro della famiglia era una pratica molto comune nel Settecento ma è comunque interessante notare come le due sorelle, anche in questo caso, siano oggetto di un ennesimo giallo pittorico. 

Maria Antonietta nel ritratto del 1774 di 
Antonio Pencini. Un tempo il dipinto
si trovava a Laxenburg, parte della 
vecchia collezione Aremberg. Oggi è 
conservato al Kunsthistorisches Museum


L'arciduchessa Maria Josepha, autore ignoto
Museo del Mobile di Vienna