Disegno italiano raffigurante un ornamento da corpetto di ispirazione floreale Victoria &Albert Museum, Londra |
I laboratori rifornivano i gioiellieri che vendevano al dettaglio attraverso annunci in cui erano indicati la propria città e le proprie creazioni.
I motivi della produzione orafa, tra Seicento e Settecento, erano molto spesso i fiori, sia quelli rappresentati nei testi di botanica che quelli esotici, come dimostra il libro del 1635 "Lire des ouvrages d’orfevrerie di Gilles Légaré".
Un altro motivo molto diffuso era il fiocco che derivava dai nastri con cui si fissavano i gioielli. Le spille a fiocco con le cocche rivolte verso il basso si chiamavano Sévigné, dal nome della scrittrice francese Madame de Sévigné che fu la prima ad indossare un simile gioiello.
Verso la fine del Seicento si iniziò ad utilizzare un diverso tipo di abbigliamento a seconda del momento della giornate: durante il giorno si preferivano abiti e gioielli semplici mentre alla sera, venivano indossati vestiti e gioielli fastosi.
Sévigné in paste di vetro opaline e incolori, realizzata in Inghilterra nella seconda metà del settecento. Museum of London. |
Con l'aumentare degli acquirenti al mercato del gioiello, si sviluppò l'arte della “bigiotteria” attraverso l’uso sempre più diffuso del
vetro e dell’acciaio che erano utilizzati per creare gioielli molto
originali e apprezzati dalla clientela. Già nel
1670 il londinese Gorge Ravenscroft aveva creato un tipo di vetro in
grado di essere tagliato come un diamante perché particolarmente duro.