Particolare di un dipinto di Jean François de Troy |
Il Natale a Versailles era una ricorrenza prettamente religiosa. Il re e la sua famiglia passavano le feste nella Cappella Reale, tra il mattutino, il vespro, le tre messe della notte di Natale e la grande messa del 25 dicembre.
L'usanza voleva che la Vigilia di Natale (come accadeva a Pasqua, durante la Pentecoste e per il giorno di Ognissanti) il re toccasse gli scrofolosi. Era credenza infatti che il sovrano essendo un unto del signore avesse il potere di guarire gli scrofolosi, in particolar modo durante le cerimonie sacre.
Durante l'Avvento era vietato giocare e andare a teatro ma con Luigi XV e Luigi XVI questo regime strettamente spirituale fu un po' alleggerito e i cortigiani furono tenuti ad osservare questo contegno solo durante la vigilia di Natale. Si poteva però eseguire musica legata al periodo natalizio, i tradizionali Noels che venivano cantati e suonati in privato dalla famiglia reale.
A mezzanotte il re o il delfino gettavano un ceppo di legno nel camino in segno beneaugurante (in Francia si predilige il legno di alberi da frutto); un'usanza ancora oggi osservata anche qui in Italia in alcune regioni e la cui origine è antichissima.