domenica 1 settembre 2024

Un anello di Maria Antonietta nella cattedrale di Mullingar

Io e Valentina siamo amiche da almeno 17 anni e condividiamo la medesima passione per Maria Antonietta. Collaboriamo sia su questo blog che sull'omonimo gruppo e sull'omonima pagina su facebook.

Da tempo Valentina mi parlava di un anello appartenuto alla regina e conservato nella cattedrale di Mullingar. Finalmente, dopo tanti anni, è riuscita a fotografarlo durante un suo viaggio in Irlanda.
 
L'anello, tenuto come una reliquia, fu portato in Irlanda dal vescovo irlandese Patrick Joseph Plunkett, nato a Kells nel 1738 e morto a Meath nel 1827.

Ma lascio la parola a Valentina:

"Per molti anni Patrick Joseph Plunkett visse a Parigi, diventando una figura molto vicina alla famiglia reale. Pare fosse presente anche all'esecuzione di Luigi XVI.

Non è un caso che l'Abate Henri Edgeworth de Firmont, colui che accompagnò il sovrano sul patibolo dopo averne ricevuta l'ultima confessione, fosse anche lui irlandese.

Maria Antonietta, durante la sua prigionia, donò un suo anello al vescovo che lo custodì fino al suo ritorno in Irlanda.

L'anello si trova oggi in un piccolissimo ma molto interessate museo, nella Cattedrale del Cristo Re, a Mullingar.

La cattedrale di Mullingar

Per mancanza di volontari, il museo è chiuso al pubblico da molto tempo ma (grazie ad una mia cugina che vive lì) sono riuscita ad avere la possibilità di vedere l'anello e fotografarlo.

Avevo già provato nel 2009 a convincere un custode ma ho dovuto aspettare 15 anni per riuscire finalmente ad entrare in questa stanza, piena di oggetti davvero belli ed interessantissimi.

L' anello ha una pietra splendida (ametista? zaffiro rosa?) e si trova in una piccola bacheca con altri preziosi cimeli."

Valentina D'Agostino







lunedì 15 gennaio 2024

L'arte profumatoria italiana nel XVIII secolo

Pietro Longhi - La Toeletta
Che la moda “all’Italiana” sia stata fonte di grande ispirazione è risaputo. Arti sartoriali, culinarie, letterarie: quella terra ricca di passione e fantasia dell’Italia, è stata musa ispiratrice di artisti ed intellettuali di ogni epoca. Tendenze, gusti e stili “italiani” hanno conquistato i più raffinati ed influenti personaggi che ne hanno riconosciuto e ammirato la spiccata tendenza ai temi romantici e la variopinta espressività. Del resto nel Rinascimento fu l'Italia a dettare le mode: "Quando l'Italia era maestra al mondo non soltanto nelle arti ma nel vivere civile, Beatrice d'Este duchessa di Milano, veniva lodata dal suo panegirista Muralto come "novarum vestium inventrix". Sua sorella, Isabella d'Este, marchesa di Mantova, era giudicata maestra di eleganza" ed è ben nota l'influenza che più tardi ebbe Caterina de' Medici in Francia. Il fatto che le corti italiane fossero un ammirato modello estetico e comportamentale è comprovato dal fiorire di trattati, presto tradotti, che contemplavano anche le mode e dalla pubblicazione di repertori che informavano sulle fogge vestimentarie europee e mondiali che sfoceranno nel monumentale "Degli Habiti Antichi, et Moderni di diverse Parti del Mondo" del Vecellio (1590). A questo ricco repertorio fece da contrappeso il milanese "Libro del Sarto", antesignano dei cataloghi di moda redatto a metà Cinquecento per diffondere le creazioni di Giovanni Jacopo del Conte. 
Con il mutare della situazione politico-economica, a partire dal Seicento l'Italia perse il suo primato di "influencer", anche se il suo passato glorioso nel campo culturale e mondano non fu mai del tutto archiviato; a resistere fu  soprattutto l'ambito musicale: la lingua del melodramma fu sempre l'italiano. Anche per questo lo studio della lingua italiana era tenuto in gran conto; l'italiano era una lingua di nicchia, studiata e parlata perché considerata la lingua della cultura e della musica. La stessa Maria Antonietta ebbe per insegnante di italiano un maestro d'eccezione: Metastasio, poeta e librettista, considerato tra i padri del moderno melodramma. 
Ciò che, invece, è meno risaputo, è che l’Italia fu fonte d’ispirazione anche per tendenze mondane più esclusive, come l’arte profumatoria e cosmetica del XVIII secolo.