"Ha potuto ottenere due candele, un foglio di carta, una penna e l'inchiostro. Mentre Busne sonnecchia in un cantuccio della cella, Maria Antonietta siede davanti al suo tavolino di legno bianco, e quella donna, che ha or ora finito di vivere due giorni e una notte di dibattiti, quella donna minata da emorragie, che ha subito un'ultima udienza di più di venti ore, quella donna, aspettando il carnefice, scriverà questa lettera stupenda che bisogna rileggere" (André Castelot)
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L'ultima missiva di Maria Antonietta. Dipinto
di Battaglini copia di un originale di Danloux |
" A dì 16 Ottobre alle 4 e mezzo del mattino.
E' a voi sorella mia che scrivo per l'ultima volta. Sono stata condannata non a una morte vergognosa, essa non è tale che per i delinquenti, ma a raggiungere vostro fratello. Innocente come lui, spero di mostrare la stessa sua fermezza negli ultimi momenti. Sono calma come lo si è quando la coscienza non rimprovera nulla; ho un profondo dolore d'abbandonare i miei poveri bimbi, voi sapete ch'io non esistevo che per loro e per voi, mia buona e tenera sorella. Voi che avete per la vostra amicizia sacrificato tutto per essere con noi, in che posizione vi lascio! Ho appreso durante il processo che mia figlia è separata da voi. Ahimè! povera bimba, non oso scriverle, ella non riceverebbe la mia lettera, non so nemmeno se questa vi perverrà; ricevete per loro due la mia benedizione, spero che un giorno, quando saranno più grandi, potranno riunirsi con voi e godere interamente delle vostre tenere cure; pensino essi a tutto quello che io non ho cessato d'ispirar loro, che in principii e l'esecuzione esatta dei propri doveri sono la prima base della vita, che la loro amicizia e la loro scambievole fiducia ne farà la felicità. Mia figlia deve sentire come sia suo dovere, data la sua età, aiutar sempre suo fratello con i consigli dell'esperienza ch'essa ha in più di lui e che la sua amicizia potrà ispirarle; e mio figlio, da parte sua, renda a sua sorella tutte le cure, i servizi che l'amicizia può ispirare; sentano entrambi, infine, che in qualunque posizione vengano a trovarsi, essi non saranno veramente felici che grazie alla loro unione; prendano esempio da noi, quanta consolazione, nelle nostre disgrazie, ci è venuta dalla nostra amicizia, e nella gioia si gode doppiamente, quando si può dividerla con un amico, e dove si può trovarne di più teneri, di più uniti che nella propria famiglia?
Mio figlio non deve mai dimenticare le ultime parole di suo padre che io gli ripeto espressamente: non cerchi mai di vendicare la nostra morte. Debbo parlarvi d'una cosa molto penosa per il vostro cuore, so quanto quel bimbo deve avervi dato pena; perdonatelo, mia cara sorella, pensate alla sua età e some sia facile far dire a un bambino quello che si vuole, mettergli sulle labbra parole ch'egli non comprende. Verrà un giorno, lo spero, nel quale egli sentirà maggiormente tutto il valore della vostra bontà e della vostra tenerezza per tutti e due. Mi rimane da confidarvi i miei ultimi pensieri, avrei voluto scriverli al principio del processo; ma oltre al fatto che non mi lasciavano scrivere, l'incalzare degli avvenimenti è stato così rapido che non ne ho avuto realmente il tempo.
Io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, in quella nella quale sono stata allevata, e che ho sempre professata; non avendo nessuna consolazione spirituale da aspettare, non sapendo se esistano ancora qui preti di questa religione e, anche se ciò fosse, il luogo in cui mi trovo li esporrebbe troppo se v'entrassero una volta, io chiedo sinceramente perdono a Dio di tutti gli errori che ho potuto commettere da quando esisto; spero che nella sua bontà vorrà accogliere i miei ultimi voti, come quelli che ho fatto da molto tempo perché voglia ricevere la mia anima nella sua misericordia e nella sua bontà. Chiedo perdono a tutti quelli che conosco e a voi mia sorella in particolare, di tutte le pene che senza volerlo ho potuto causar loro. Perdono a tutti i miei nemici il male che mi hanno fatto. Dico qui addio alle mie zie e a tutti i miei fratelli e sorelle. Avevo degli amici, l'idea di d'esserne separata per sempre e le loro pene sono uno dei più grandi rimpianti ch'io porto con me morendo; sappiano almeno che sino all'ultimo istante ho pensato a loro.
Addio, mia buona e tenera sorella; possa questa lettera giungervi. Pensate sempre a me, vi bacio con tutto il cuore, così come quei poveri e cari bambini; Dio mio, com'è lacerante lasciarli per sempre! Addio, addio, non mi occuperò più che dei miei doveri spirituali, siccome non sono libera delle mie azioni, mi porteranno forse un prete, ma protesto qui che non gli dirò una parola, e che lo tratterò come un essere assolutamente estraneo...."