Si può raccontare in modo avvincente una storia saccheggiata dal cinema, dalla letteratura (tra cui Alexandre Dumas) e perfino da un cartone animato come Lady Oscar? La risposta è sì. La giornalista scrittrice Brunella Schisa è riuscita a rimettere in scena la colossale truffa che l’avventuriera Jeanne de la Motte mise in piedi ai danni di Maria Antonietta. La storia è nota come “Lo scandalo della collana”. Più che una collana, in realtà si trattava di un pettorale composto da 650 diamanti, pesante quanto 500 chili d’oro. Una vicenda rimasta in parte oscura, che l’autrice dipana muovendosi con perizia tra una montagna di fonti storiche. Un romanzo da divorare, che attraversa gli anni cruciali della Rivoluzione francese, dal 1785 al 1791, raccontata con occhio cinematografico e precisione storica.
Cominciamo da Jeanne de la Motte de Valois. Chi era?
«Una donna bellissima, affascinante: bionda, occhi azzurri, un corpo sensuale. Nelle sue vene scorreva il sangue dei re di Francia perché era discendente diretta di Enrico II di Valois. Il padre, un miserabile morto quando lei era bambina, l’aveva cresciuta nel mito dei Valois, e dunque Jeanne aveva con un’unica ossessione: risalire la scala sociale, arrivare a Versailles e chiedere a Luigi XVI la restituzione dei suoi beni».