Maria Antonietta giovane regina - Jean-Martial Frédou, 1774 |
Seguendo il suo esempio la regina rinunciò al diritto della cintura, un dazio che veniva imposto per un certo periodo sulle merci che arrivavano a Parigi dalla Senna e che era così chiamato perché ad intascarlo sarebbe stata appunto la nuova regina.
Scrive Joseph Weber nelle sue Memorie:
"Esisteva ancora tra i francesi un uso antico e galante che le regine di Francia avevano voluto preservare: alla morte del re, i francesi pagavano alla nuova regina un diritto noto come "cintura della regina". Maria Antonietta, avendo appreso che questo diritto gravava sulle classi più sfortunate, che i privilegiati avevano trovato il modo di non contribuire ad esso, supplicò il re di opporsi alla sua riscossione.
Questo atto generoso piacque a Luigi XVI, e la Nazione applaudì unanime la regina. La poesia doveva conservare la memoria di questo sacrificio. Il conte di Coutourelle si fece strumento del popolo riconoscente e indirizzò alla regina la quartina qui citata:
"Rinunci, incantevole sovrana, al
meglio della tua rendita;
Per cosa useresti la cintura della regina?
Hai quella di Venere."
Nella mitologia greca, era grazie ad una cintura magica, dalla quale non si separava mai, che Afrodite possedeva il supremo dono di irresistibile seduzione che l'aveva resa la dea dell'amore e della bellezza.
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