Questo olio su tela (37 cm X 46 cm), opera di Hubert Robert, rappresenta la famiglia reale durante una messa alle Tuileries nella Galleria di Diana. La galleria, adornata degli arazzi "Le conquiste di Luigi XIV" (dopo Van der Meulen) è uno scenario sorprendente: nonostante la grandiosità del luogo e la folla di spettatori riuniti a sinistra della tela, la scena toccante della famiglia reale in intima preghiera sembra in realtà costituire un nucleo a se stante. In prima fila si riconoscono Madame Elisabeth, il Delfino, la Regina, il Re, Madame Royale e madame de Tourzel.
Tradizionalmente il dipinto è noto come "L'ultima messa di Luigi XVI e della famiglia reale alle Tuileries" ma la scena qui rappresentata, non può essere la messa del 9 agosto 1792 poiché l'accesso alla galleria di Diana fu chiuso in seguito alla fuga di Varennes nel giugno del 1791. E' ipotizzabile che si tratti della Domenica delle Palme del 1791, oppure la Pentecoste dello stesso anno. A sostegno di quest'ultima tesi c'è un'opera dell'artista Jean-Baptiste Mallet: "Messa di Pentecoste del 1791 nella Galleria di Diana".
Non è chiaro il motivo per cui la famiglia reale ascoltasse la messa nella Galleria di Diana piuttosto che nella Cappella Reale. E' noto che per la Pasqua del 1791 si verificò un incidente che in un certo senso dette a Luigi XVI la spinta per decidere la fuga circa due mesi dopo.
La domenica delle palme di quell'anno il re aveva ascoltato la messa del Cardinale di Montmorency, che non aveva giurato sulla costituzione, però si astenne dal comunicarsi per non destare malcontento e sospetti sulla sua condotta. A Pasqua avrebbe dovuto ricevere la comunione dalle mani del curato costituzionale di Saint-Germain l'Auxerrois e per evitare ciò il re decise di passare la Settimana Santa a Saint-Cloud dove non avrebbe faticato a trovare dei sacerdoti refrattari. Subito circolò la voce che il sovrano partiva per non dover celebrare una Pasqua costituzionale.
Lunedì 12 aprile, verso mezzogiorno, la famiglia reale montò in carrozza diretta a Saint-Cloud. In un attimo la piazza del Carosello si riempì di gente e non appena il convoglio lasciò il cortile delle Tuileries, alcuni uomini afferrarono le redini. La guardia nazionale non intervenne ma anzi, i granatieri minacciarono con la sciabola i postiglioni. La Fayette e Bailly ordinarono alle guardie nazionali di fare largo ma l'ordine cadde nel vuoto. Il re dal finestrino esclamò:"Sarebbe davvero stupefacente che, dopo aver dato la libertà alla Nazione, fossi io a non essere più libero". Alla fine la famiglia reale, dopo due terribili ore, fu costretta a tornare alle Tuileries.
"Quel che è accaduto", scrisse due giorni dopo Maria Antonietta a Mercy, che si trovava a Bruxelles, "ci conferma più che mai nei nostri propositi... La nostra situazione è spaventosa. Bisogna assolutamente che, entro il prossimo mese, fuggiamo. Il re lo desidera ancor più di me".
"E' impossibile dare un'idea di ciò che dovemmo sopportare durante la Settimana Santa", ricordò Madame de Tourzel nelle sue memorie. Minacciati dalla guardia nazionale, costretti ad assistere alla messa pasquale nella chiesa parrocchiale delle Tuileries, St-Germain l'Auxerrois, in cui officiavano preti che avevano giurato sulla costituzione".
La Galleria di Diana, in un raro dagherrotipo del 1871 |
In seguito agli eventi dell'aprile 1791, in occasione delle celebrazioni pasquali, la Cappella Reale delle Tuileries fu sciolta e questo potrebbe essere il motivo per cui la Pentecoste fu celebrata nella Galleria di Diana. Presumibilmente Robert, che risiedeva alle Tuileries, fu invitato a dipingere il quadro durante questa occasione. L'ultima cerimonia religiosa officiata alle Tuileries da un sacerdote refrattario.
E' interessante notare che il dipinto originariamente apparteneva a Madame du Barry; era elencato nell'inventario dei suoi averi redatto nel 1793. Joan Haslip, nella sua biografia, specifica che si trattava di un dono dell'amante della Du Barry, il duca di Brissac, sebbene questa possa essere solo un'illazione. Negli anni '30 e '40 del '900 appartenne al collezionista parigino Henri Loyer; l'immagine fu esposta l'ultima volta nel 1989 e nel 1993. Attualmente è in mano ad un privato.
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