giovedì 13 ottobre 2016

La Conciergerie

La Conciergerie, il luogo in cui Maria Antonietta trascorse i suoi ultimi settantasette giorni di vita, dal 1° agosto al 16 ottobre 1793, è uno degli edifici più sinistri di Parigi, tra i pochi sopravvissuti che furono testimoni dei principali avvenimenti della Rivoluzione. Un cupo sistema di sicurezza, provvisto di basse volte, di spazi angusti, di oscuri sotterranei, di porte corazzate e di strette finestre protette da sbarre grosse quanto il braccio di un uomo.

Definita dallo scrittore Balzac "l'anticamera del patibolo o dei lavori forzati", la costruzione è tipicamente gotica ma non essendo un ambiente religioso il luogo è doppiamente interessante. Un tempo l'edificio fu la prima residenza cittadina dei sovrani di Francia fino a Luigi XI, il centro nevralgico del governo e dello Stato, il che spiega la magnificenza delle sale, delle gigantesche cucine, delle gallerie e degli ambulacri. Trasformata in prigione nel XVI secolo, durante la Restaurazione subì dei lavori che fecero indignare Victor Hugo: "L'hanno mutilata, disonorata, sfigurata!". Nel 1871, la Conciergerie subi un incendio e altri ambienti scomparvero per sempre.
Oggi, dell'antico edificio gotico, rimangono alcuni spazi, tra cui la Sala delle guardie, una sala incredibilmente vasta.

"Voi che non avete passato una notte in mezzo a quell'insieme di orribili cose, voi non avete ancora provato nulla, nulla sofferto al mondo" lascerà scritto un prigioniero. Nelle celle fangose, dove poca paglia fradicia serviva da giaciglio ai prigionieri, l'accusato di delitti politici era accanto a ladri e assassini. Vi erano anche celle a pagamento, dette à la pistole, ma l'affluenza di prigionieri era tale che spesso, pur avendo di che pagare una cella migliore, bisognava attendere che l'alloggio fosse libero (cosa a cui durante il Terrore provvedeva ampiamente la ghigliottina).

Scrive un altro prigioniero: "D'ora in ora il bronzo misura con lenti rintocchi quest'eternità di sofferenze; i cani rispondono all'orologio con lunghi ululati. A notte tarda i secondini, carichi d'atti d'accusa, girano da uno stanzone all'altro; i prigionieri, strappati al sonno da quelle voci spaventose e insultanti, credono di udire la loro sentenza. Così questi mandanti di morte, destinati a sessanta persone, sono ogni giorno distribuiti in modo da spaventarne seicento".
Fu questa l'ultima tappa terrena di Maria Antonietta che fu trasferita dal Tempio alla Conciergerie alle prime ore del mattino. Larivière, uno dei secondini che quella notte era di servizio alla Conciegerie, vide, come si evince dalla sua relazione: "un'alta e bella donna, indossante una lunga veste nera, che aggiungeva splendore allo straordinario suo candore". Il secondino riconobbe subito la regina anche perché aveva avuto modo, quando era apprendista pasticcere alla "Bocca" del Re, di vederla spesso a Versailles. 
Richard, il custode, quella notte registrò la "prigioniera numero 280" accusata di avere complottato contro la Francia e raccolse ed enumerò uno ad uno gli oggetti che Maria Antonietta aveva portato con sé.
"Ritta, sbalordita, trattata con la stessa mancanza di riguardo che se fosse una ladra o una prostituta rastrellata sulla pubblica via, la figlia di Maria Teresa assiste a quella scena umiliante". 

La regina di Francia è immatricolata.


Ringrazio Valentina D'Agostino per il materiale fotografico:






















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