Madame Elisabeth a 4 anni. Joseph Ducreux |
Ultima figlia del Delfino Luigi Ferdinando e di Maria Josepha di Sassonia, la principessa Elisabetta Filippina Maria Elena, detta Madame Elisabeth, era nata a Versailles il 3 maggio 1764. Rimasta orfana a soli due anni di età, dimostrò fin da subito di avere un carattere ribelle e difficile, dando non pochi grattacapi a Madame de Marsan, la governante che avrebbe dovuto educare lei e la sorella più grande, Madame Clotilde.
"E' stato spesso necessario opporsi alla sua natura e bisognava dirigerla sempre. Orgogliosa, inflessibile, appassionata, aveva difetti che dovevano essere cancellati, che già sarebbero stati deplorevoli in una persona di rango inferiore; in una principessa di sangue reale erano intollerabili. E' stato un compito difficile per Mme de Marsan. La volontà di Madame Élisabeth era potente, era orgogliosa della sua nascita, esigeva intorno a sè persone poco rigide. Diceva che non aveva alcun bisogno di imparare e di stancarsi inutilmente, in quanto i principi hanno persone il cui dovere era di pensare per loro. Riprendeva con rabbia una delle sue donne se non le portava immediatamente qualche cosa che aveva chiesto. La differenza dei caratteri delle sorelle ha fatto la differenza nei sentimenti della loro governante verso ciascuna. La gelosia è venuta quindi ad aumentare le asperità della natura di Elisabetta. "Se lo avesse chiesto Clotilde ," disse, un giorno, quando Mme de Marsan aveva rifiutato una richiesta, "lo avrebbe sicuramente ottenuto."
Madame de Marsan chiese espressamente a Luigi XV di essere coadiuvata da una persona più capace di lei nel tenere a bada la scalmanata ragazzina. La scelta cadde su Madame de Mackau che entrò subito nel cuore della sua pupilla anche grazie al fatto che la principessina e sua figlia Angélique strinsero una salda amicizia.
Quando Maria Antonietta arrivò a Versailles, Elisabeth aveva appena cinque anni e non partecipò alle feste date per il matrimonio dei delfini perché ancora troppo piccola. Riuscì però a far avere alla cognata un omaggio floreale, con la dedica: "Da parte della vostra sorellina Babet".
Maria Antonietta bacia sulla fronte la cognata. Disegno di Alexandre Moitte (1777) |
La morte del nonno, Luigi XV, e la partenza della sorella maggiore Clotilde, per andare in sposa a Carlo Emanuele di Savoia, furono due grandi dolori per Elisabeth che si rinchiuse in se stessa coltivando un carattere fermo e deciso, mascherato da un'apparente timidezza.
Presto Madame de Marsan decise di lasciare il suo incarico e dal momento che la sua famiglia, quella dei Rohan, godeva del diritto ereditario su uno degli incarichi più importanti a corte, quello di governante degli Enfants de France, la carica passò automaticamnte a sua nipote, l'affascinante principessa di Guéménée, figlia del principe di Soubise e sposata a un altro Rohan.
Se Madame de Marsan si era dimostrata ostile a Maria Antonietta, sua nipote si sarebbe dimostrata altrettanto pericolosa per la regina, incoraggiando le sue stravaganze, il suo amore per il gioco e la sua passione per i gioielli. Elisabeth che aveva solo 11 anni, venne così a trovarsi completamente sotto la guida di quella donna dall'aspetto delizioso ma del tutto priva di moralità. che avrebbe potuto avere un grave effetto corruttore su una creatura così giovane, se Maria Antonietta non avesse tenuto d'occhio la cognata con la tenerezza di una madre, dandosi una pena infinita per guadagnarsi il suo affetto.
"E' una bambina molto cara a graziosa. estremamente sensibile, e veramente disperata per la partenza della sorella. Temo che potrei affezionarmi troppo a lei" scrisse Maria Antonietta alla madre.
Due miniature di Madame Elisabeth (a sinistra) opera di Jean Laurent Mosnier (1785) e di Maria Antonietta (a destra) di Marie Gabrielle Capet (1776) - Torino, Palazzo Madama |
Madame Elisabeth suona l'arpa in un dipinto di Charles Leclercq (1783) |
"Abbiamo assistito prima alla cena della giovane principessa Elizabeth che era in compagnia solamente della Signora de Guéménée, che di volta in volta le porgeva il suo piatto. Non credo che esista alla Corte di Francia gentiluomo degno di Elizabeth che è la sorella più giovane del re. Avrà circa dodici anni, non è bella ma passabile, ma ho notato più volte la sua governante pizzicarle violentemente le guance forse per ravvivare in lei le gote pallide e lo sguardo che lascia trapelare un profondo disagio con se stessa. Tutti i bambini in questa bislacca nazione vengono sottoposti a pratiche strane. I corsetti che non li lasciano respirare sin dalla più tenera età e i pizzicotti sulle gote, non sono altro che la dimostrazione della stupidità dei genitori nell'infliggere questi inutili dolori ai loro figli. La stessa principessa Elizabeth,soffre in conformità al gusto del suo paese."
La sorella minore di Luigi XVI era una fanciulla robusta dalla fresca carnagione di una ragazza di campagna, che neppure il pennello adulatore di Madame Vigée Le Brun era riuscito a tramutare in una bellezza; "né graziosa, né brutta" sentenziò Giuseppe II in visita a Versailles. Luigi non si interessò al futuro della sorellina, anche se è noto che fu presa in considerazione l'idea di un matrimonio tra Elisabeth e Giuseppe II. Il progetto cadde però a picco per via della riluttanza dell'imperatore a risposarsi per la terza volta.
Madame Elisabeth nelle vesti di una pastorella. Dipinto di Madame Vigée Le Brun |
Madame Elisabeth in un ritratto attribuito a Madame Vigée Le Brun |
La fanciulla un po' goffa non si trovò mai a suo agio nell'ambiente artificioso del Petit Trianon creato da Maria Antonietta.
Scrive il cavaliere di Foussard nella sua biografia dedicata alla principessa:
"Nella bella stagione Maria Antonietta abitava a Trianon, ed esternava spesso il desiderio di vedervi Elisabetta. Sebbene quel soggiorno non le andasse molto a genio, perchè portava un totale cambiamento nel suo metodo di vita, tanto piu che, ristretto il numero delle camere disponibili, non le era permesso di condurvi alcuna delle sue dame di compagnia, pure sempre attenta ad usare verso la cognata, anche nei piu minuti oggetti, riguardi misurati e delicati, essa non esitava a fare il sacrificio del suo gusto particolare e delle sue care abitudini, tutte le volte che n'era richiesta. La Regina vi dava delle feste brillanti fra le quali si rese particolarmente nota quella del 24 agosto, vigilia dell'onomastico del Re, dove tutto il bosco illuminato presentava lo spettacolo di una fiera. Maria Antonietta vi teneva bottega di caffè, dame di corte erano vestite da mercantesse, che spacciavano le loro merci senza richiederne il valore, vi si tenevano dei teatri ambulanti, giochi di bussolotti, ciarlatani finti e cose simili. (....) A Trianon Elisabetta si ritirava spesso nella sua camera per riflettere, leggero o scrivere. E prestandosi ad un tenore di vita così diverso dal suo, mostrava sempre piu l'ossequio e la deferenza che nutriva per la Regina.
Ma una tale ossequiosa deferenza non giunse mai a trasformarsi in debolezza, né a diventare adulazione. (...)Nel clamoroso processo della Collana di Diamanti, e durante la formazione del quale la casa di Rohan cadde in aperta disgrazia a Corte, Elisabetta si presentò alla Regina, e le disse con ingenuità, che avendo dei grandi obblighi verso la sua educatrice contessa di Marsan, sperava che la Maestà sua non sarebbe sorpresa di vederla continuare a rendere a quella dama, quantunque appartenente ai Rohan, i doveri e le consolazioni dovute alla di lei virtuù, alla sua sventura, e ad addolcirle per quanto le era possibile la sorte. Non dipartì da questi principi neanche quando la contessa d'Aumale fu rimossa dalla carica dell'educazione di Madama Reale e senza voler investigare sui motivi della disgrazia di quella Signora, che stimava, le continuò il favore della sua buona grazia, le permise di andare secondo il solito, a trovarla a Versailles, e la trattò con la stessa cortesia ed amabilità di prima".
Madame Elisabeth assiste alla distribuzione del latte nei giardini di Montreuil, sua residenza. (Richard Fleury François, XIX secolo - particolare) |
Da Versailles, Elisabeth si trasferirà a Montreuil, la residenza acquistata dal re dai principi di Rohan-Guéménée, che sarà la sua dimora fino al 1789.
Malgrado le apparenze e soprattutto malgrado la leggenda monarchica che ha fatto di Madame Elisabeth una creatura profondamente pia, la principessa era una ragazza dal carattere duro e riflessivo che sapeva tenere testa sia a Luigi XVI che a Maria Antonietta. Di opinioni e di volontà ben precise, dotata di un'intelligenza sarcastica, aveva le idee chiare e le esprimeva spesso.
Rispetto ai sovrani, le idee politiche di Elisabeth era molto più intransigenti. Ella sognava il ritorno ad una monarchia assoluta. A tal riguardo esistono delle lettere della regina, inviate sia a Mercy che a Fersen, in cui Maria Antonietta si lamenta apertamente della condotta della cognata che nella corrispondenza che teneva con l'amato fratello Conte d'Artois (emigrato all'estero), si faceva da lui influenzare sulle scelte politiche. Elisabeth cercava di lavorare su Maria Antonietta, insistendo perché collaborasse con il conte d'Artois e la criticava perché temporeggiava entrando in trattative con Mirabeau e Lafayette. I litigi tra le due cognate divennero frequenti tanto che Maria Antonietta scrisse a Fersen che il vivere in famiglia era diventato un inferno.
Madame Elisabeth in un ritratto della pittrice Labille Guiard (1788) |
Le due cognate si volevano comunque molto bene ed Elisabeth dimostrò il suo attaccamento al fratello e Maria Antonietta, condividendo con loro tutte le fasi della Rivoluzione, compresa la fuga di Varennes e la prigionia.
Nell'ultima sua lettera Luigi XVI raccomandò i figli alla moglie ma anche alla sorella, caso mai Maria Antonietta fosse venuta a mancare.
Quando Maria Antonietta fu portata alla Conciergerie, Elisabeth si dedicò totalmente alla nipote Maria Teresa Carlotta e quei pochi mesi passati insieme furono per la futura duchessa d'Angouleme determinanti: la zia fu per lei un modello.
Madame Elisabeth al Tempio in un ritratto di Kucharski |
Maria Antonietta al Tempio in un ritratto estemporaneo realizzato da Madame Elisabeth |
L'addio di Madame Elisabeth a Madame Royale - Schizzo di Delaroche |
La sera del 9 maggio nel momento in cui le principesse erano raccolte in preghiera ai piedi dei loro letti e già spogliate sentirono bussare, con forti e replicanti colpi, alle porte delle loro stanze. Elisabeth fu pronta a vestirsi e aprire.
“Discendi per un istante cittadina”, dissero i carcerieri.
“ E mia nipote?” chiese ansiosa la carcerata.
“Di quella ci occuperemo piu tardi".
Elisabeth intuì la sua sorte e si precipitò nella stanza della nipote per abbracciarla, e piangendo volle ancora infonderle coraggio:
”Tranquillizzati figliuola, scendo per un istante e torno subito da te”.
Madame Royale singhiozzava scossa dai tremiti.
“No cittadina - rispose bruscamente uno dei carcerieri -"non risalirai, metti subito la tua cuffia e discendi”.
E poichè essa, in preda alla commozione e confusa, si attardava, coloro insistettero, sempre piu aspri e imperiosi. I saluti ultimi ebbero l’effusione di una partenza che si supponeva già senza ritorno. Elisabeth fece alla giovinetta le sue ultime raccomandazioni, rievocando, per dar maggiore autorità alle sue parole, la memoria del re e della regina; e sulla soglia impartì la sua estrema benedizione alla nipote."
Madame Elisabeth si avvia al patibolo assieme ad altri compagni di cella - Schizzo di Delaroche |
Fisicamente irriconoscibile nonostante i suoi 30 anni, la principessa fu trasferita alla Conciergerie. Passò la notte nella stessa cella di Maria Antonietta e qui la Richard, la donna che si era occupata assieme a Rosalie della regina, le rivelò la sorte toccata alla cognata.
I capi d'accusa a suo carico furono: aver favorito la fuga del re, aver finanziato gli emigrati con denaro e gioielli personali, aver incoraggiato la resistenza nelle truppe reali durante la giornata del 10 agosto 1792, nonché aver molestato suo nipote, il Delfino.
Al processo risponderà al pubblico ministero che la bollava come 'sorella del tiranno': "Se mio fratello fosse stato ciò che dite, non sareste dove siete, né io, dove mi trovo!"
La principessa salì coraggiosamente i gradini della ghigliottina il 10 maggio. Fu l'ultima ad essere ghigliottinata e i suoi compagni di supplizio prima di morire le si inchinarono uno ad uno. Si dice che quando fu il suo turno, il fichu le cadde dalle spalle e lei avrebbe detto al boia: “ Per l’amore del Cielo, copritemi, signore…”.
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