Giovane donna sotto i portici del Palais Royale -
Michel Garnier, 1787. La donna indossa un tipico caraco
molto in voga in quegli anni.
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Il caraco prese piede intorno alla seconda metà del settecento. Esso derivava dalla cacaraca provenzale, una giacchetta utilizzata dalle popolane e che ben presto fu adottata anche dalle signore per la sua praticità, in netto contrasto con le vesti in uso presso la nobiltà e l'alta borghesia.
I caraco si presentavano semplici sia per quanto riguardava le stoffe, generalmente a tinta unita e con piccoli ricami floreali o a toiles de Jouy, sia per quanto riguardava i tessuti che di solito erano leggeri. Le maniche si presentavano lunghe o a tre quarti, e aderenti al braccio; le fogge potevano essere le più svariate; in epoca rivoluzionaria, per esempio, erano molto in voga i caraco à la pierrot e i caraco à la Suzanne (in riferimento a Suzanne, la servetta delle Nozze di Figaro).
Il caraco à la pierrot prevedeva l'utilizzo di una giacchetta talmente corta e stretta da sembrare un corpetto, con un volant o balza aggiunto sul retro, allacciato intorno al busto per mezzo di lacci o ganci interni. Completava l'abbigliamento un fichu molto gonfio e un cappello di grandi dimensioni.
La regina Maria Antonietta stessa utilizzò questo tipo di abbigliamento. Abbiamo la descrizione di una robe à la pierrot indossata dalla Regina nel periodo passato alle Tuileries, dalla penna di Adèle d'Osmond, contessa di Boigne:
"descriverò il suo abito; era in un “pierrot” di lino bianco, ricamato con dei rami color lillà, un fichu vaporoso, un grande cappello di paglia i cui larghi nastri svolazzanti color lillà si ricollegavano in un grande nodo dove il fichu si incrociava…”
"descriverò il suo abito; era in un “pierrot” di lino bianco, ricamato con dei rami color lillà, un fichu vaporoso, un grande cappello di paglia i cui larghi nastri svolazzanti color lillà si ricollegavano in un grande nodo dove il fichu si incrociava…”
Qui in basso un caraco à la pierrot in cotone e ricami che il museo della moda di Parigi a Palazzo Galliera sostiene sia appartenuto a Madame Elisabeth e che è molto simile alla descrizione del pierrot indossato dalla regina:
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