Maria Antonietta in costume da caccia su un cavallo con le bardature dei nobili ungheresi della corte d'Austria - Louis-August Brun 1783. |
Il 2 dicembre 1770, Maria Teresa scriveva a Maria Antonietta:
"Vengo ora al punto cui volevate precipitosamente farmi arrivare: andare a cavallo. Avete ragione a credere che non avrei mai approvato una cosa simile a quindici anni; le vostre zie, di cui mi parlate, lo hanno fatto a trena. Si tratta di Mesdames, le figlie del re, e non certamente della delfina. Trovo assai sconveniente che per il loro comodo vi abbiano indotto a tale attività con il loro esempio; mi dite tuttavia che il re lo approva, e anche il delfino, e questo mi basta: sono essi che devono impartirvi gli ordini, ed è nelle loro mani che ho consegnato la mia cara Antonietta; montare a cavallo sciupa la carnagione, alla lunga la vostra figura ne risentirà e la cosa diverrà visibile. Confesso che, se montate da uomo, cosa di cui non dubito, lo troverei anche più pericoloso oltreché dannoso per avere dei figli, ed è a questo che voi siete destinata: è con essi che consoliderete la vostra felicità. Se cavalcate al dunque all'amazzone, come me, sarebbe meno sconveniente. Gli incidenti certo sono imprevedibili; l'esempio della regina del Portogallo e di molte altre, che in seguito non hanno più potuto avere dei bambini non sono affatto rassicuranti..."
Da questo stralcio di lettera, l'imperatrice manifesta le sue paure per il desiderio della giovanissima Maria Antonietta di andare a cavallo. In realtà la delfina aveva iniziato dei corsi di equitazione cavalcando solo degli innocui asinelli ma non per questo Maria Teresa era entrata meno in allarme. Da una missiva riservata, l'imperatrice aveva appreso che la figlia aveva cavalcato, sia pure al passo, per più di due ore e nonostante Maria Antonietta le avesse promesso di non partecipare a delle battute di caccia andando a cavallo, Maria Teresa era entrata in totale paranoia: "Ho sempre cercato di dare ai miei figli ogni libertà e piacere possibili; perché dunque dovrei desiderare ora di privarvene....? Cercate solamente di moderarvi, di seguire i miei consigli che non sono di troppo, e io mi atterrò alla promessa che mi avete fatto di non partecipare mai a una battuta di caccia..."
Particolare del dipinto |
Maria Antonietta cercava solo degli svaghi innocenti per colmare il vuoto delle monotone giornate a Versailles, rese ancor più monotone dalla snervante etichetta.
Ovviamente la promessa di non partecipare a cavallo a delle battute di caccia, cadde nel vuoto e ovviamente l'imperatrice ne fu subito informata. Maria Antonietta cercò di tranquillizare la madre dicendo che la cosa era capitata solo in occasione della caccia al daino e, in una missiva successiva, tenne a precisare che cavalcava in modo assennato e i suoi due scudieri, che non la lasciavano mai un momento, ne erano testimoni.
Schizzo che rappresenta la regina a cavallo - Louis-Auguste Brun |
Schizzo di Louis-Auguste Brun |
Assennata o no, una volta Maria Antonietta cadde davvero da cavallo, anzi dal suo asinello: fu rovesciata per terra facendo un ruzzolone e finendo contro un albero. Con il vestito in disordine e le gambe all'aria non poté nascondere, in quelle condizioni, le sue grazie. Niente affatto imbarazzata, e anzi ridendo convulsamente, gridò ai suoi compagni di giochi: "E adesso, cercatemi madame Etiquette, perché mi spieghi che cosa debba fare una futura regina di Francia, quando casca da un asino!". Dopo questo piccolo incidente Maria Antonietta prese l'abitudine di cavalcare con un pantalone sotto la gonna destando ovviamente scandalo anche perché preferiva cavalcare alla uomo e non all'amazzone.
In seguito Luigi XV, regalò alla nipote dei bellissimi cavalli provenienti dal Suffolk e Maria Antonietta ne fu felicissima perché i miti asinelli erano troppo lenti e la frustravano, specie quando doveva procedere in compagnia di tutte le dame del suo seguito.
Il tipo di sella utilizzato da Maria Antonietta |
L'abbigliamento e il tipo di corredo scelto dalla regina per andare a cavallo |
Con il tempo Maria Antonietta divenne una provetta amazzone, ne sono una dimostrazione i diversi ritratti equestri eseguiti dal pittore Louis Auguste Brun de Versoix che immortalò la regina a cavallo, e divenne particolarmente abile nel condurre persino un calesse. In una lettera di Mercy datata 18 Dicembre 1774 si legge:
"...Nei giorni in cui la neve è rimasta, Sua Maestà ne ha approfittato per fare tre corse in slitta, in una delle quali è successo un piccolo incidente che fortunatamente non ha avuto conseguenze. Qui si ha l’abitudine di mettere come ornamento, davanti la slitta, una bandiera, la quale, agitata dal vento è soggetta ad agitare i cavalli che trainano questi tipi di vetture. Tutto ciò è accaduto alla slitta della Regina, il cavallo che era attaccato si è arrabbiato, il cocchiere, rovesciato da uno scossone, ha abbandonato le redini ma la Regina ebbe la presenza di spirito di prenderne una e di girare la testa del cavallo contro una siepe che ne ha fermato la corsa."
Il marchese di Bombelles (marito di Madame de Mackau) attraverso questa testimonianza ci da ancora un' altra conferma:
"8 giugno 1784
[...]La Regina è stata al Petit Trianon senza farsi accompagnare dal suo servizio. L’ho vista andarci in cabriolet con un cavallo che guidava lei stessa, il suo cocchiere seduto dietro e due valletti precedevano questo agile equipaggio.
Passeggiavo presso il bacino del Dragone con mio figlio maggiore che mi faceva già compagnia. La Regina ha avuto la bontà di augurargli la buonasera passando e chiamandolo Bombon."
Il tipo di cabriolet guidato dalla regina era chiamato "whisky", un tipo di carrozza aperta e leggera a due ruote, in uso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America tra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo. La regina, anglofila, era sempre la prima ad adottare le tendenze e le mode inglesi.
Il calessino della regina |
Se cavalcare e guidare un calesse erano per la regina attività molto amate, lo fu molto meno la caccia. Questa attività non era particolarmente gradita a Maria Antonietta. A differenza del padre e delle sorelle Anna e Amalia, appassionati di caccia, Maria Antonietta partecipava alle battute in maniera passiva e per lei era un modo come un altro per andare a cavallo. In questo aveva preso dalla madre: Maria Teresa non amava la caccia e provava fastidio quando venivano uccisi parecchi animali Non possiamo definire Maria Antonietta un'animalista; amava particolarmente i cani, aveva dei bellissimi gatti d'angora, e nel suo hameau aveva molti animali da fattoria non destinati alla macello, ma nel XVIII secolo il concetto di "animalista" era piuttosto sconosciuto e la regina era comunque figlia del suo tempo. Sicuramente era una donna molto sensibile e uccidere non faceva parte del suo dna anche se la caccia era per lei un'attività rientrante nella normale routine della corte.
Particolare del dipinto |
Complimenti....davvero un articolo molto interessante
RispondiEliminaGrazie! ^_^
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