Madame Royale in un ritratto di Monsorno |
Nel 1787 la regina Maria Carolina inviò in gran segreto in Francia, come si evince dalle memorie di Madame Campan, il cavaliere di Bressac, un colonnello francese entrato nell'esercito napoletano. La regina di Napoli aveva in mente un matrimonio tra il suo figliolo, Francesco duca di Calabria ed erede al trono, e la figlia di Maria Antonietta che all'epoca aveva circa nove anni. Il cavaliere aveva quindi il compito di riferire in via del tutto informale e senza cerimonie, il progetto di Carolina a Maria Antonietta. La regina, pur apprezzando la proposta di un'unione tra le due casate, rifiutò sostenendo che sposando il duca d'Angouleme, Maria Teresa Carlotta non avrebbe perso il rango di figlia del re, che la sua posizione sarebbe stata di lunga preferibile a quella di regina di un altro paese, che niente in Europa poteva essere paragonato alla Corte di Francia. Sarebbe stato inoltre necessario, per non esporre la piccola principessa a dei rimpianti, inviarla a Napoli fin da allora in quanto i ricordi e i confronti le avrebbero provocato le stesse pene che aveva patito lei da adolescente, strappata da una corte che amava. La regina era ben a conoscenza delle difficoltà incontrate dalla sorella Carolina nel Regno di Napoli, sempre ai ferri corti con la Spagna; anche per questo volle evitare grattacapi a sua figlia inviandola in una corte ricca di problematiche.
Francesco duca di Calabria in un ritratto di Elisabeth Vigée Le Brun |
E' lecito supporre che, sebbene Maria Antonietta fosse convinta della superiorità della Corte francese, se ne servì solo come scusa per non separarsi dalla figlia, avendo da sempre anteposto al ruolo di regina quello di madre. Non conosciamo la reazione di Carolina che, politicamente furba, aveva contato su una tale unione, non solo perché Madame Royale era la figlia della sorella prediletta, ma anche perché era interessata a diventare doppiamente parente di Luigi XVI: di fronte alla Francia, la Spagna non poteva opporsi con altrettanta veemenza come con il regno di Napoli e in caso di difficoltà, Luigi XVI che poteva rifiutarsi di intervenire per difendere la cognata, diversamente si sarebbe mosso per la figlia.
Così Carolina tornò all'assalto, questa volta proponendo la figlia Maria Amelia come sposa del delfino di Francia, Luigi Giuseppe. Tuttavia le nozze tra il delfino e Amelia saltarono a causa della prematura scomparsa del bambino che morì all'età di 7 anni. Maria Amelia, nonostante non l'avesse mai conosciuto di persona, fu molto colpita dalla morte del cugino e molti anni dopo, ormai anziana, lasciò scritto ricordando questo lutto:"Piansi amaramente la morte di mio cugino, ma alla fine era mio destino diventare Regina di Francia...".
Così Carolina tornò all'assalto, questa volta proponendo la figlia Maria Amelia come sposa del delfino di Francia, Luigi Giuseppe. Tuttavia le nozze tra il delfino e Amelia saltarono a causa della prematura scomparsa del bambino che morì all'età di 7 anni. Maria Amelia, nonostante non l'avesse mai conosciuto di persona, fu molto colpita dalla morte del cugino e molti anni dopo, ormai anziana, lasciò scritto ricordando questo lutto:"Piansi amaramente la morte di mio cugino, ma alla fine era mio destino diventare Regina di Francia...".
Un aneddoto, narrato anche da Dacia Maraini nel suo libro "Bagheria", racconta che Luigi Filippo, ospite in Sicilia a Villa Spedalotto, ogni giorno andasse a trovare la fidanzata che alloggiava a Villa Valguarnera con i genitori. Una delle sentinelle di guardia alla villa lasciò accidentalmente partire un colpo dal suo fucile che non colpì quasi per miracolo il giovane duca. Ovviamente si sussurrò che il colpo partito fosse tutt'altro che accidentale e che dietro vi fosse un ordine della regina. ma tutto questo fa ovviamente parte della leggenda nera di Maria Carolina.
Villa Valguarnera che ospitò i sovrani di Napoli |
Quanto a Francesco duca di Calabria e futuro re delle Due Sicilie, rifiutato da Maria Antonietta come possibile genero, Carolina scelse per lui un'altra nipote, Maria Clementina, figlia di suo fratello Leopoldo II. Fu questo il terzo matrimonio con il quale il regno di Napoli si imparentava con l'imperatore (le sorelle di Francesco, Maria Teresa e Luisa Amalia avevano infatti sposato i fratelli di Clementina).
Maria Clementina era nata nella villa di Poggio Imperiale e aveva trascorso la sua infanzia a Firenze, Dolce e timida, e discretamente colta, la ragazza non poteva definirsi una gran bellezza, anche a causa delle cicatrici lasciatele dal vaiolo, ma era alta e slanciata e dall'aspetto elegante.
Maria Clementina in un ritratto di Hickel |
Francesco e Clementina destarono scandalo alla corte di Napoli perché non avevano remore a dimostrare pubblicamente il loro innamoramento, tanto che Maria Carolina, zia e suocera di Clementina, separò la nuora dalle figlie non ancora sposate, per evitare che le principesse vedessero cose inappropriate.
Maria Clementina morì giovanissima di tisi ad un anno dal parto che l'aveva molto indebolita. Si racconta che alla nascita del figlio maschio (che però morì ad un anno di età) Clementina, d'accordo con la suocera, chiese la grazia per Luisa Sanfelice. L'usanza del tempo voleva infatti che la puerpera che aveva dato un erede alla corona, disponesse di tre grazie da chiedere al sovrano. Intimidita Clementina richiese al suocero una sola grazia indicando la culla in cui riposava il neonato. Ferdinando trovò accanto al nipotino la supplica per la Sanfelice ma alla giovane nuora rispose: "Figlia mia, chiedimi ciò che vuoi, ma questo non te lo posso accordare!". Il diniego del sovrano era da imputarsi al fatto che aveva promesso al padre dei fratelli Baccher, traditi dalla Sanfelice, giustizia per i due figli.
Maria Clementina in una miniatura di Heinrich Friedrich Füger |
Dal matrimonio di Francesco e Clementina, sopravvisse un'unica figlia, la futura duchessa di Berry, nuora di Carlo X, ex conte d'Artois.
Si può quindi notare come la politica matrimoniale di Maria Carolina, che aveva disposto per i figli matrimoni strategici, la portò comunque ad imparentarsi, sia pure per vie traverse, con la corte di Francia.
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