|
L'ultimo giorno di Maria Antonietta -
Louis Baader (1820-1919) Musee des Beaux-Arts, Rennes, Francia |
La prima cella in cui Maria Antonietta fu rinchiusa alla Conciergerie, non era una vera e propria cella ma una camera abbastanza larga, divisa in due da un arco e con una finestra che si apriva a fior di terra sul cortile detto "delle donne", perché le prigioniere vi si recavano per fare due passi e lavare alla fontana (ancora oggi presente) i panni sporchi.
Questa camera, in cui la regina visse per circa 40 giorni insieme con i due gendarmi di guardia, era precedentemente occupata dal generale Custines, e in altri tempi era stata utilizzata dai consiglieri del parlamento che in determinati periodi dell'anno vi si riunivano per raccogliere le lagnanze dei prigionieri. La vicinanza della Senna la rendeva inabitabile. Le pareti, dalle quali pendeva a brandelli una vecchia tappezzeria con i gigli di Francia, trasudavano umidità. Richard, il custode della Conciergerie, che trattò la regina con grande umanità, si dette la pena di coprire la parete contro la quale si trovava il letto con una grossa tenda, provvedendo anche a reperire un paravento perché Maria Antonietta potesse avere un minimo di privacy senza essere vista dai due gendarmi.
|
Maria Antonietta prigioniera alla Conciergerie - Charles Louis Lucien Muller 1856-57 |
Madame Richard, aiutata dalla sua fantesca, la giovane Rosalie Lamorliére, che avrebbe lasciato importanti testimonianze sull'ultimo periodo di vita della regina, cercò di rendere la cella più ospitale e meno spoglia; fece acquistare presso il tappezziere Bertrand, che abitava a due passi dalla Conciergerie, un letto a cinghie, due materassi, un guanciale, una coperta, una poltrona di canna fungente da guardaroba e un bidet di bazzana rossa fornito del suo schizzetto. Di proprio la donna aggiunse un tavolo, due sedie di paglia e lenzuola di materiale fine e non di tela grossolana. Rosalie portò dalla sua stanza uno sgabello di stoffa. Nonostante tutte queste piccole accortezze, alla regina, che pure non dimostrò mai il suo disappunto e il suo disgusto, la cella dovette sembrare una cloaca. Mai in vita sua aveva alloggiato in un simile posto.
|
Il cortile delle donne con la fontana dove Rosalie andava a lavare i panni sporchi della regina |
La seconda cella nella quale la regina fu trasferita per ragioni di maggiore sicurezza dopo l'affare del garofano, era quella in cui era installata l'infermeria del cittadino Lacour. Il locale non era allestito per essere una cella ed era più sordita e umida della prima. Anche questa cella aveva una finestra sul cortile delle donne ma essa fu chiusa sino a due terzi della sua altezza con una imposta fissa in lamiera, così che la luce pioveva dall'alto. Per entrare in questa prigione, bisognava passare da un'altra camera in cui erano fissi due gendarmi. Un semplice paravento divideva le due stanze. La sorveglianza qui si fece più severa. I coniugi Richard furono sostituiti con i coniugi Bault ma anche in questo caso, sotto un'apparente rudezza, ostentata per non dare adito a sospetti, i Bault furono anche loro inteneriti dalla prigioniera. Più tardi, sotto Napoleone, madame Bault affermò che il marito aveva ottenuto il posto di custode grazie all'interessamento di Hue e di Cléry, i quali si erano preoccupati di mettere accanto alla regina una persona di fiducia. Rosalie, passata al servizio dei Bault continuò a servire la regina.
|
Maria Antonietta nella cella della Conciergerie |
La prima cella della regina oggi non è visitabile. Si trova vicino all'uscita sulla Cour du Mai e vi sono stati ricavati due uffici. L'ambiente è stato però ricostruito nel 1989 in occasione del bicentenario della Rivoluzione, in quella che era la sala della gendarmeria. La tappezzeria con i gigli di Francia è autentica, mentre la pavimentazione a spina di pesce fu realizzata nel 1816 durante i restauri voluti da Luigi XVIII.
|
Ricostruzione della prima cella della regina |
|
Tappeto che un tempo si trovava nella cella di Maria Antonietta |
La seconda cella, quella in cui Maria Antonietta visse i suoi ultimi giorni di vita, fu trasformata in cappella nel 1816. Essa fu dimezzata costruendo un muro fra le due parti che all'epoca della regina erano divise solo da un paravento. Il paravento era collocato esattamente in corrispondenza del muro di fondo dove fu costruito l'altare.
|
La seconda cella della regina, trasformata in cappella nel 1816 |
|
L'imperatore Francesco Giuseppe rende visita alla cella di Maria Antonietta trasformata in cappella. La regina era la sorella di Leopoldo II e Maria Carolina regina di Napoli, bisnonni dell'imperatore |
|
Una vecchia fotografia della cella adibita a cappella |
Ringrazio
Paola Pistolesi per le preziose informazioni
Bibliografia:
Cesare Giardini - La fine di Luigi XVI e Maria Antonietta
André Castelot - Maria Antonietta
Didier Audinot - Les mystères du Trianon
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.