martedì 29 settembre 2015

I fantasmi del Petit Trianon

"C'era una terrazza sul lato nord-ovest del palazzo e, sull'erba ruvida che vi cresceva sotto, con la schiena rivolta ad essa, sedeva una signora, tenendo un foglio fra le mani quasi a voler misurare l'orizzonte con la lunghezza delle braccia. Aveva dappresso un album di schizzi e il suo sgabello, e sembrava intenta a realizzare uno studio degli alberi circostanti. In effetti pareva che non ci fosse altro sul suo schizzo. Lei ci notò e quando passammo vicine all'altezza della sua mano sinistra, si girò e ci guardò con curiosità.
Non aveva un viso giovane e anche se piuttosto graziosa, non la reputai particolarmente attraente. Aveva un cappello bianco che la riparava dal sole, appoggiato su una buona quantità di capelli biondi e calato sulla fronte. Il suo vestito estivo era leggero e a vita bassa; aveva uno scialle verde chiaro che le copriva le spalle e il seno, e una gonna piuttosto ampia. Pensavo fosse una turista, ma il suo vestito era antiquato e piuttosto insolito (anche se le persone indossavano corpetti fisciù quell'estate). Guardai dritto verso di lei ma provai un'indescrivibile sensazione che mi fece girare lo sguardo. Ero infastidita dal fatto che la signora fosse lì".
(Tratto da "An adventure" di Charlotte Moberly e Eleanor Jourdan)

Era il 10 agosto 1901 e due amiche, Anne Charlotte Moberly and Eleanor Jourdain, in visita a Versailles e al Petit Trianon si trovarono coinvolte in una delle più famose e quasi certamente più controverse storie di fantasmi del Novecento. La prima era preside del St. Hugh's College di Oxford e l'altra era direttrice di una scuola femminile a Watford. La loro brillante cultura e preparazione ci consentono oggi di prendere in seria considerazione il racconto che lasciarono della loro visita a Versailles e degli stupefacenti incontri che vi fecero.


Eleanor Jourdan














Tutto cominciò con un senso di depressione che Miss Moberly avvertì all'improvviso, e senza alcun motivo apparente. Contemporaneamente, il bel paesaggio che circondava le due donne si modificò da un attimo all'altro, assumendo l'aspetto irreale di uno scenario da teatro.

Al posto della gente rumorosa del ventesimo secolo, c'erano ora personaggi in abiti settecenteschi e con tanto di tricorno; sennonché, lungi dall'avere l'aspetto disteso e gentile tramandato dalla iconografia dell'epoca, alcuni di loro erano evidentemente agitati da un fervore e da un'ansia incomprensibili.

Videro due giardinieri al lavoro e notarono la loro curiosa uniforme verde e i cappelli a tricorno. Ricordarono poi che avevano una pala appuntita e una carriola. Le due donne chiesero loro la strada e questi, in maniera "casuale e meccanica", come poi riferirono, dissero di proseguire avanti dritto. 


Tra i molti particolari notati, vi fu anche quello di un uomo seduto e dall'aspetto minaccioso e ripugnante, tanto il suo viso appariva devastato dal vaiolo; e quello di una ragazza sulla porta di una dependace con uno scialle sulle spalle con le estremità incrociate e infilate nel corpetto del vestito. La ragazza sembrava molto giovane, al massimo 14 anni. All'improvviso, le due inglesi udirono passi precipitosi e videro un distinto gentiluomo di alta statura, dalla parrucca inanellata e dai grandi occhi scuri che si dirigeva verso di loro: era così bello che pareva uscito da un quadro. Il suo abbigliamento era completato da una mantellina e dal cappello a larghe falde, entrambi in disordine per la corsa. Parlarono con l'uomo anche se questi, trafelato, molto velocemente, disse solo loro "mesdames, il ne faut pas passer par là. Par ici, cherchez la maison! " (signore mie, non dovete andare da quella parte. Di qua, cercate la casa!). La signorina Jourdain, che parlava francese, notò che il giovanotto aveva un accento curioso. Poi sembrò scomparire anche se le due erano ancora in grado di sentire i suoi passi. Proseguendo lungo la strada indicata, le due inglesi oltrepassarono un ponticello di fianco ad una cascata e si trovarono nel giardino di fronte al Petit Trianon.


Seduta sul prato c'era una bella dama bionda e dall'aspetto piuttosto altero, intenta a disegnare a pastello. Non era più giovanissima e aveva l'aria tesa e stanca. Da una finestra dell'edificio si diffondeva intanto una musica che le due amiche non avevano mai udito prima di allora. 

Anna Korvin nelle vesti di Maria Antonietta nel film TV "Miss Morison's Ghost" (1981)
La signorina Joudain, invece, non sembrava aver fatto caso alla disegnatrice; eppure, passandoci accanto, scansò la propria gonna avendo la precisa sensazione di aver sentito la necessità di spostarsi per lasciare il posto a "qualcuno".  Le due cominciarono ad essere preda di una sgradevolissima sensazione. Riferirono che sembrò loro di stare in un sogno; circondate da un'atmosfera innaturale, ferma immobile, oppressiva. Questo disagio proseguì anche quando apparve, a una delle porte, un giovane che sembrava essere un domestico, al quale chiesero ancora la giusta strada per l'ingresso al complesso. Stranamente per un domestico, notarono che non indossava una livrea e aveva dei modi particolarmente villani e irrispettosi. Indicò comunque loro con perizia l'ingresso al Petit Trianon che trovarono subito, entrando proprio mentre all'interno si teneva una festa per un matrimonio; le due signorine erano dunque tornate al presente. Miss Moberly e Miss Jourdan si trattennero per diverso tempo con gli invitati poi, da buone inglesi, per l'ora del tè decisero di far ritorno all'Hotel des Reservoirs ; dove alloggiavano. 

Maria Antonietta con i figli nel ritratto di
Wertmuller
Passò parecchio tempo, sembra, prima che le due discutessero dei loro "strani" incontri nel parco di Versailles. Entrambe avevano avuto la sensazione di essere vissute per lunghi istanti nel passato; ma fu solo in seguito che il loro sospetto si trasformò in certezza: dopo che ebbero consultato testi di storia, visitato musei, passato in rassegna innumerevoli album di stampe antiche e collezioni di spartiti musicali d'altri tempi. 
Per ben cinque anni la Jourdain e la Moberly fecero ricerche storiche accurate scoprendo che tutti i dettagli della loro inspiegabile avventura coincidevano con usi, costumi, attrezzi dell'epoca della Rivoluzione. Scoprirono che un tempo esistevano sia il chiosco che il ponticello che la piccola cascata.

Ritrovarono allora in quei documenti le tracce del giardino e del paesaggio, diversi l'uno e l'altro dall'aspetto attuale, ma tuttavia riconoscibili; rintracciarono il testo originale della musica udita; scopersero che il viso delle bella dama altera era quello di Maria Antonietta, quale era stato immortalato dal pittore Wertmuller in un celebre ritratto. Secondo i vari indizi raccolti, la loro incursione nel passato doveva essere avvenuta nel momento più drammatico della vita della regina, quello dell'inizio della sua fine, nelle giornate di ottobre del 1789, quando il popolo costrinse i sovrani a trasferirsi a Parigi. 
Nel libro di Jules Lavergne "Légendes de Trianon", basato su informazioni e testimonianze tramandate e raccolte da numerosi testimoni, le due inglesi appresero un interessante episodio risalente all'ottobre del 1789: mentre la regina Maria Antonietta stava disegnando nel suo "giardino inglese" davanti al Petit Trianon, giunse di fretta un messaggero per avvertirla che una folla di donne rivoluzionarie era partita da Parigi alla volta di Versailles. Il messo consigliò alla regina di rientrare a palazzo ma non seguendo la strada che l'avrebbe condotta verso le donne inferocite. Questo episodio era stato raccontato da una ragazzina di nome Marion, figlia del giardiniere, che avrebbe dovuto avere all'epoca dei fatti proprio l'età della ragazzina vista dalla signorina Jourdain sulla soglia della dependace. Le due inglesi trovarono anche una spiegazione per lo strano accento dell'uomo che correva. La regina, austriaca, amava circondarsi di servitori del suo paese d'origine. 
Identificarono l'uomo dall'aspetto minaccioso con il conte di Vaudreuil; amico di vecchia data della regina, dalla fama di anima nera.  Non trovarono un riscontro storico per il giovane domestico senza livrea dai modi sgarbati. Forse era una persona del presente, pensarono dapprima. Non poteva esserlo, perché scoprirono che la porta dalla quale lo videro uscire era sprangata da oltre un secolo.


Riflettendo attentamente, non riuscendo a liberare la mente da molti interrogativi, le due amiche iniziarono a delineare una teoria. Collegarono la data del 10 agosto 1901 a quella del 10 agosto 1792, quando la folla rivoltosa aveva saccheggiato le Tuileries cosicché il re e la sua famiglia furono costretti a rifugiarsi presso l'Assemblea Legislativa, prima, e nel Tempio, poi. Cos'era accaduto, quel 10 agosto del 1901? Forse le due donne si erano accidentalmente imbattute in uno "strappo temporale"? 

Ipotizzarono che il terrore e la disperazione di Maria Antonietta, in quei giorni di rivolta e prigionia, avessero generato una forza tale da lasciare impresse queste scene nel Petit Trianon; sui portali, sugli ambienti e sul giardino inglese e il parco che la regina tanto aveva amato. La forza generata dalla disperazione, riproduceva di tanto in tanto le immagini della regina e di quanti erano con lei il giorno del suo primo passo verso la fine. Come la scena di un film immortalata e ripetuta all'infinito. Capirono allora che l'uomo che correva non si era rivolto a loro indicando la strada bensì alla regina e che, nel suo francese austriaco, aveva detto "madame..." e non "mesdames..." come loro avevano capito. 

Di questa straordinaria avventura le due amiche scrissero un lungo ed accurato resoconto avendo cura di firmarlo con nomi convenzionali, per non andare incontro alle spiacevoli conseguenze della prevedibile incredulità generale. Il lavoro fu pubblicato a Londra da Macmillan & C nel 1911 ed ebbe l'onore di suscitare al tempo stesso, il vivo interesse della stampa e quello degli studiosi di metapsichica. 
Nel 1952, il paleografo Lèon Rey, dopo aver criticato le ricerche storiche fatte dalle due protagoniste, ammise un fenomeno di retro-cognizione notando che il piccolo chiosco non più ritrovato doveva essere il Jeu de Bague, costruito nel 1776.  
Le "jeu de bague" come si presentava nel 1776. Oggi la giostra non esiste più. Si trovava nel giardino cinese", all'angolo Nord-Ovest del Petit Trianon. Opera d Richard Mique, fu iniziata nella primavera del 1776 e terminata ad agosto dello stesso anno. Era una replica ingrandita e abbellita del "jeu de Monceau" appartenuta al duca di Chartres. Le jeu de bague fu smontato e venduto durante la Rivoluzione. Ricostruito nel 1810 e poi nuovamente demolito. Si dice che gli storici  ignorarono per molto tempo l'esistenza di questa giostra e la ritrovarono solo dopo che Miss Moberly e Miss Jourdan indicarono la presenza di un "chiosco" (erroneamente definito tale) in quel luogo. Per dimostrare l'infondatezza dei racconti delle due inglesi, vennero condotti gli scavi nel punto indicato e vi ritrovarono le fondamenta.

G.W. Lambert  proponeva una nuova ipotesi: egli aveva trovato la pianta, datata 1774, in cui Antoine Richard, giardiniere della regina, aveva progettato la nuova sistemazione dei giardini del Petit Trianon, progetto che non venne realizzato perché Maria Antonietta aveva preferito quello del conte de Caraman; e aveva notato che l'itinerario percorso dalle due signorine corrispondeva sostanzialmente a questo progetto. Il Richard aveva sofferto molto per aver rinunciato all'opera da lui ideata e aver realizzato invece un progetto non suo, e, secondo il Lambert, le immagini vagheggiate e non realizzate dovevano essersi impresse profondamente in un mondo eterico. Le due amiche, dunque, durante la loro avventura, si sarebbero trovate immerse non già nel flusso dei ricordi di Maria Antonietta, ma in quello del Richard. Una conferma di questo sarebbe stata data dal fatto, da lui riferito nel "Journal" del marzo 1955, che nell'ottobre del 1928, altre due signorine, la professoressa Clare M. Burrow e la sua ex-allieva Ann Lambert, percorrendo per caso la prima parte dell'itinerario seguito dalla Moberly e dalla Jourdain, provarono lo stesso senso di depressione e, ad un certo punto, incontrarono un guardiano in lunga casacca verde e cappello a tricorno, il quale, richiesto sulla strada da seguire per raggiungere il Petit Trianon, rispose in un dialetto incomprensibile e subito scomparve. Poiché le uniformi verdi non erano state più portate dopo il 1774, la retro-cognizione non poteva risalire ad un'epoca successiva a quell'anno." Oggi il mistero sul caso del Piccolo Trianon resta ancora insoluto. Di solito le testimonianze sui fatti straordinari, dopo aver suscitato un po' di attenzione sul momento, vengono in breve dimenticate. Ma questo caso è talmente interessante che l'interesse degli studiosi a suo riguardo non si è ancora spento. 

Leo Talamonti, autore di tanti saggi parapsicologici, definisce le due inglesi "testimoni mentali"; il tempo, dice, è una dimensione percorribile nei due sensi, e non riesce a sbarrare la strada alle menti dotate di sensi cosmici. 

Recentemente qualcuno ha suggerito un'interpretazione psicologica della vicenda; poiché Miss Moberly e Miss Jourdan si conoscevano appena nel 1901, l'apparizione di Maria Antonietta, rese possibile, in qualche modo, il rapporto omosessuale tra le due, durato tutta la vita.

Ma lasciamo la parola ad un grande scrittore come Guy de Maupassant che nella sua novella "La passeggiata" scrive: "Pare che i muri serbino qualcosa delle persone che ci vivono in mezzo: del loro modo di fare, dei loro lineamenti, delle loro parole". 



2 commenti:

  1. Eccezionale documentazione . Amo molto la figura di Maria Antonietta , sfortunata vittima della storia

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