Carlo Goldoni in un ritratto del 1750 - Museo del Teatro alla Scala |
Autore indiscusso della moderna commedia italiana, Carlo Goldoni visse i suoi ultimi trentanni a Parigi dove ricoprì il ruolo di capo del Théâtre-Italien e quello di insegnante di italiano delle figlie di Luigi XV e delle sorelline di Luigi XVI (Clotilde ed Elisabeth).
Goldoni assistette alle celebrazioni per il matrimonio del futuro Luigi XVI e fu durante i festeggiamenti che accompagnarono le nozze che decise di scrivere Le Bourru bienfaisant: l'opera fu rappresentata alla Comédie-Française nel 1771 con dedica a Madame Adelaide di cui era insegnante.
Il re gli concesse una pensione che sarà sospesa dalla Rivoluzione prima di essere restituita alla sua vedova dalla Convenzione come richiesto da Marie-Joseph Chénier.
Nelle sue memorie, scritte tra il 1784 e il 1787, Goldoni lasciò scritto:
"Si stavano preparando grandi matrimoni a corte; parlo dell'anno 1770, e fu in quei giorni felici che l'arciduchessa d'Austria Maria Antonietta di Lorena, venne a riempire questo reame, in veste di Delfina, di gioia, gloria e speranza. Per le qualità della sua anima e del suo spirito si guadagnò la stima del re, il cuore di suo marito, l'amicizia della famiglia reale e l'ammirazione del popolo per la sua carità.
Le nozze furono celebrate con un fasto degno del nipote del re di Francia e della figlia dell'Imperatrice.
Vidi il tempio riccamente decorato; il colpo d'occhio imponente del banchetto reale; il ballo in tribuna, i giochi negli appartamenti. Illuminazioni ovunque; uno spettacolo pirotecnico di grandissima bellezza. Torré, artificiere italiano, portò l'arte pirotecnica, in questa occasione, al massimo grado di perfezione.
Spettacolo pirotecnico in onore in occasione del matrimonio dei Delfini |
Contemporaneamente fu inaugurato il nuovo teatro di corte; un ricco monumento la cui architettura offre più maestosità che comodità agli spettatori; deve essere visto quando vengono dati balli di parata, o balli in maschera. Il teatro è allestito in queste occasioni con la stessa decorazione e gli stessi ornamenti della sala; vediamo poi un immenso salone arricchito di colonne, specchi e dorature, che testimoniano la grandiosità del sovrano che lo ha ordinato, e il gusto dell'artista che lo ha eseguito. Tra le gioie di questo augusto matrimonio i poeti francesi fecero risuonare la corte e la città con i loro canti: la mia musa voleva svegliarsi; Ho cercato di accontentarla, ho scritto versi italiani, ma non ho osato farli stampare.
Nell'infinità di composizioni che apparivano ogni giorno, ce n'erano di eccellenti, e c'erano alcune che non venivano lette.
Non volevo aumentare il numero di questi, ho presentato i miei versi in manoscritto; Madame la Delfina li accolse gentilmente e mi fece capire in un ottimo italiano che non le ero sconosciuto.
Parrebbe che la felice stella che poi ha diffuso le sue influenze su questo regno, mi abbia ispirato zelo, ambizione e coraggio."
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