Il conte di Fersen |
E' la notte del 21 giugno 1791. La famiglia reale, con l'aiuto del conte di Fersen, è fuggita dalle Tuileries e viaggia su una berlina guidata dallo stesso conte. Fersen vorrebbe condurre lui stesso i reali a Montmédy dove avrebbero trovato le truppe di Bouillé ma Luigi XVI fa arrestare improvvisamente il convoglio ed ordina a Fersen di andare via. Gli storici si sono a lungo chiesti il motivo di questo ordine; ufficialmente il re non voleva che il conte mettesse a repentaglio la sua vita per condurli in salvo ma quasi certamente in questa decisione giocò molto anche il senso di dignità del sovrano. Luigi XVI non ignorava il legame che c'era tra il conte e Maria Antonietta, ed avere al suo seguito il presunto amante di sua moglie, era troppo anche per un tipo flemmatico come lui.
Prima di separarsi il re donò a Fersen un anello; era un anello d'oro in granato con incisa l'effige di Diana cacciatrice; un debito d'onore per la dedizione dimostrata dal conte alla famiglia reale.
Tre anni più tardi Fersen affidò il prezioso anello al duca di Brunswick, sconfitto a Valmy, nella speranza che l'anello potesse un giorno tornare nelle mani del legittimo re, il piccolo Luigi XVII.
Purtroppo le cose come sappiamo andarono diversamente e il duca di Brunswick conservò l'anello. Il duca morì quattro anni dopo la tragica morte di Fersen ma nella sua famiglia il desiderio del conte di restituire al legittimo re l'anello, rimase come un debito d'onore. Luigi XVIII sarebbe stato il sovrano al quale restituire il monile ma la famiglia Brunswick fu sempre certa della buona fede di Naundorff, l'orologiaio prussiano che dichiarò di essere Luigi XVII. Fu infatti a Naundorff che i Brunswick consegnarono l'anello.
Purtroppo le cose come sappiamo andarono diversamente e il duca di Brunswick conservò l'anello. Il duca morì quattro anni dopo la tragica morte di Fersen ma nella sua famiglia il desiderio del conte di restituire al legittimo re l'anello, rimase come un debito d'onore. Luigi XVIII sarebbe stato il sovrano al quale restituire il monile ma la famiglia Brunswick fu sempre certa della buona fede di Naundorff, l'orologiaio prussiano che dichiarò di essere Luigi XVII. Fu infatti a Naundorff che i Brunswick consegnarono l'anello.
Una rara immagine dell'anello di Luigi XVI |
Nonostante i suoi sforzi, Naundorff morì nel 1845 senza essere stato riconosciuto. Sua moglie e i suoi figli intentarono una causa per il riconoscimento ufficiale dei loro diritti ereditari nel 1850 e si affidarono al famoso avvocato repubblicano Jules Favre, al quale per gratitudine donarono l'anello.
Il 28 gennaio 1871 a Versailles fu firmato l'armistizio che pose termine alla guerra franco-prussiana; Jules Favre accettò i termini di resa avanzati da Bismarck; non riuscendo però ad ottenere i sigilli di Francia utilizzò proprio l'anello donatogli dai Naundorff come sigillo. Quasi mezzo secolo dopo, la mattina del 28 Giugno 1919, anche il presidente del Consiglio francese Clemenceau utilizzò l'anello come sigillo per firmare il trattato di Versailles. La copia di questo anello si trova presso il Ministero degli affari esteri ma con incisa l'immagine non della dea della caccia ma della dea della guerra, Bellona.
Dell'anello originale non si hanno più notizie anche se c'è chi sostiene che esso sia stato battuto all'asta da Christie's e acquistato da una principessa.
Fonte: Sig. Gregory Eldin, curatore presso gli Archivi del Ministero degli Affari Esteri
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