sabato 14 gennaio 2017

La principessa di Chimay

Un bellissimo ritratto della principessa di Chimay
conservato al museo di Versailles
 esposto alla parete appositamente riservata ai
 "retraite à la dame d'honneur" nei cabinets de la reine. 
E' cosa nota che, pur di risiedere a Versailles accanto al sovrano, i nobili si accontentassero di occupare persino gli appartamenti nelle soffitte della reggia, rinunciando a vivere nei loro lussuosi palazzi. E' questo il caso della principessa di Chimay.

La principessa, nata Laure de Fitz-James (1744-1814), fu dama di palazzo di Maria Antonietta dal 1770 al 1777, divenendo poi dama d'onore nel 1777, succedendo alla contessa di Noailles. Maria Antonietta nutriva amicizia e rispetto per la principessa tanto che la Chimay occupò il ruolo di dama d'onore fino alla caduta della Monarchia. Descritta dalla baronessa d'Oberkirch come "donna piena di fascino, buona, elegante e distinta per la sua condotta e le sue virtù", la principessa aveva uno stupendo appartamento a Versailles di più di 12 stanze, con vista sul parterre di mezzo, nel luogo dove si trova oggi la vetrata della galleria delle battaglie. A causa della sua collazione nell' ala del palazzo in cui nella prima metà dell' 800 si fece scempio degli appartamenti originali, oggi non conosciamo precisamente la distribuzione di questo alloggio, ma la sua ampiezza si spiega facilmente poiché la dama d’onore, per l’incarico ufficiale che rivestiva a corte e per ragioni di rappresentanza, conduceva una vita mondana intensa ed era abituata a ricevere spesso gente. Era d’uso, inoltre, che le dame di recente “presentazione” (nobili appena entrate nella societa’ e presentate a corte) dovessero fare una visita di cortesia alla dama d’onore alla vigilia della presentazione alla regina.
Fuori servizio (vale a dire al “risveglio”, alle “abluzioni”, alla “messa”, “ai grandi pasti”, alle “passeggiate”, e all’ “addormentarsi” della regina) madame de Chimay riceveva elemosinieri e commensali, teneva banco tutti i giorni, teneva ricevimenti e balli, sempre a nome della regina.
Per questo il suo appartamento doveva contare anticamere, sala da pranzo, un grande studio, un salone ed un appartamento completo di cucina (era rarissimo ottenere un appartamento fornito di cucina a Versailles, come ci rammenta anche Saint- Simon).




Probabilmente Maria Antonietta favorì le richieste di lavori di miglioria negli appartamenti di Madame de Chimay, così come fece per le altre amiche: madame de Lamballe, madame de Polignac o madame d’Ossun.
Descrivere il mobilio della Principessa è impossibile poiché, secondo l’uso, una parte era fornito dalla corona, che metteva a disposizione, a seconda dell’importanza dell’occupante e della sua carica, un mobilio vario e più o meno ricco, e spesso il mobilio proveniva dagli appartamenti reali. D’altra parte ciascuno degli occupanti poteva aggiungere pezzi propri per completare l’arredamento.
Bisognerebbe spulciare negli archivi della famiglia Chimay a caccia degli inventari del mobilio della corona e dei giornali del patrimonio dei mobili, che esiste ancora, al fine di trovare delle indicazioni su questo mobilio.
Un aneddoto molto divertente sulla principessa di Chimay è narrato nella biografia della regina scritta da Antonia Fraser e riportato dalla baronessa d'Oberkirch nelle sue interessanti memorie:

“Fui invitata a cenare da Mme la principessa di Chimay, dama d’onore della Regina. Ci fu una "brutta" avventura. Mentre eravamo ancora a teatro, una scimmietta che la principessa amava molto, riuscì a rompere il suo guinzaglio e a fuggire senza che nessuno se ne accorgesse. Dormiva in un gabinetto, dietro la sua stanza (della principessa), in compagnia di una cagnolina maltese piccola come lei. Vivevano in perfetta armonia, non si azzuffavano mai, a meno che non avessero da dividersi qualche mandorla o qualche pistacchio. La scimmietta, tutta felice della sua libertà, ne fece uso in modo sobrio da quello che sembrava; dato che si accontentò di versare dell’acqua nella scodella della sua compagna e di bagnare il tappeto. Fattasi un po' più coraggiosa, azzardò qualche passo nella camera vicina e poi nel gabinetto di toilette che conosceva perfettamente; lì ci andava tutti i giorni e la bella toilette di vermeil della principessa era da molto tempo oggetto della sua bramosia


Un dipinto di Louis Tessier 
Fu un massacro di scatole di piumini per cipria, di pettini e di forcine per capelli. Aprì tutto, sparse tutte le essenze, non prima di aver avuto cura di ricoprirsene. Si rotolò poi nella cipria, si guardò allo specchio e soddisfatta di questa trasformazione, completò l'opera applicandosi del belletto e dei nei, come aveva visto fare alla sua padrona, solamente si mise il belletto sul naso e il neo in mezzo alla fronte; infine si fece un pouf con un polsino e di colpo, in un momento inaspettato, nel bel mezzo della cena, entrò nella sala da pranzo, saltò sulla tavola così travestita e corse incontro alla sua padrona.
Le dame cacciarono delle grida spaventose e fuggirono, credevano che fosse il diavolo in persona. La stessa principessa non la riconobbe, ma quando fu sicura che era Almanzor, e la mostrò seduta vicino a lei, incantata dalla sua parure e tutta sorridente, i timori lasciarono il posto alle risate….”.

Nelle foto l'attique de Chimay come si presenta oggi, adibito a pinacoteca:















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