sabato 29 dicembre 2018

Una bambola per Madame Royale

Una bambina con la sua bambola (1780 circa)
John Downman - Metropolitan Museum of Art, New York
"La bambola" - scrive Victor Hugo ne "I Miserabili", "è uno dei più imperiosi bisogni e nello stesso tempo uno dei più incantevoli istinti dell'infanzia femminile. Curare, vestire, pettinare, abbigliare, svestire e rivestire, insegnare, sgridare un po', cullare, vezzeggiare, addormentare, immaginarsi che qualche cosa sia qualcuno; tutto l'avvenire della donna è là. Mentre sogna e bisbiglia, mentre fa i corredini e le fasce minuscole, mentre cuce i vestitini, i corpetti e i piccoli giubbetti, la bimba diventa fanciulla, la fanciulla giovanetta e la giovanetta diventa donna. Il primo figlio continua l'ultima bambola." Queste riflessioni che la penna mirabile di un grande scrittore ha trasformato in poesia, sono senza tempo. Lo dimostra bene il comportamento di Jean-Baptiste Clery Hanet, valet de Chambre di Madame Royale. Clery che seguì la famiglia reale al Tempio in qualità di cameriere del re, ci ha lasciato interessanti memorie. Egli riporta un episodio, avvenuto nel 1785 (quando Madame Royale non aveva ancora sette anni) e che getta una luce diversa sul rapporto tra la regina e la sua primogenita. In diverse memorie si legge infatti di come la regina fosse molto severa con la bambina che dimostrava di avere un carattere difficile. Allo stesso tempo Madame Royale aveva spesso nei riguardi della madre un atteggiamento irriverente e insolente. Dall'episodio si evince invece che la regina come tutte le mamme non sapesse dire sempre di no a sua figlia. Clery scrive:

"Tutti gli anni, il primo maggio, aveva luogo a Versailles una fiera brillante, dove i commercianti della capitale esponevano ciò che avevano di più costoso e di più curioso; tutta la corte vi partecipava e vi faceva acquisti per incoraggiare l'industria e il commercio. Il giorno stesso dell'apertura della fiera, di buon mattino, mi divertii a guardare i banchi mano a mano che venivano sistemati, quando vidi una grande bambola di una magnificenza straordinaria che degli inservienti stavano sistemando. Pensai subito che ella avrebbe potuto far piacere alla principessina, e mi informai sul prezzo, facendo la conoscenza del commerciante perché speravo di poterla fare acquistare, raccomandandogli di non venderla prima del mio ritorno se si fosse presentato un altro acquirente. 
Andai subito dalle sotto-governanti per renderle partecipi della mia scoperta e la femme de chambre della principessa, le incaricò di andare a vedere anche loro la bambola. Esse vi si recarono con Madame Royale; ma la trovarono troppo costosa e ritennero di non poterla acquistare, nonostante il desiderio esternato dall'augusta bambina. Nel momento in cui esse rientrarono trovarono la regina negli appartamenti di sua figlia. Ella la vide in lacrime e le domandò che cosa l'affliggesse così: "Ah mamma - rispose - siamo andate a vedere alla fiera una bambola bellissima che Hanet ha scoperto, e queste signore non l'hanno voluta acquistare."
"Ah - riprese la regina - se Hanet è statò lì, l'avrà sicuramente presa".


Una bambola del 1780

Non ci fu bisogno di dire altro. Veloce come un lampo, volai, presi la bambola, e la portai trionfante alla principessina, presso la quale la presentai con il nome pomposo di Madame la contessa de Miranda. La sorpresa e la gioia della principessina furono tali che ella non sapeva come esprimerle. Sfortunatamente il ricordo di questa circostanza ,sempre così dolce per me, senza dubbio lasciò poche tracce nella memoria di Madame la Delfina; ma se questo libro dovesse un giorno arrivare sotto i suoi occhi, non potrà ella non ricordare i giorni lieti della sua infanzia."

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