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giovedì 10 novembre 2022

La Rosa di Mittau

Questo dipinto di Jean-Charles Tardieu-Cochin intitolato "La Rosa di Mittau", oggi conservato presso il Museo di Versailles, fu realizzato nel 1816 in piena Restaurazione per commemorare un episodio avvenuto nel 1799 a Mittau, dove la famiglia reale si trovava in esilio.


Esposto al Salon nel 1817, il dipinto presentava la seguente nota nel libretto: "Durante il soggiorno che Luigi XVIII fece a Mittau (nel 1799), questo principe si degnò di coronare con le sue mani una "rosière". Si narra che la giovane vergine, dopo essersi inchinata rispettosamente sotto il diadema di rose che il monarca le poneva sulla fronte, gli disse queste parole profetiche: "Sire, che Dio ve la restituisca". 

Ma che cosa si intendeva per "rosière"?

Una rosière era una giovane ragazza che veniva premiata per la sua reputazione virtuosa. Istituita, secondo la leggenda, da San Médard alla fine del v secolo, la Fête de la Rosière nacque a Salency (Oise). La tradizione dunque, molto antica, consisteva, in origine, nella consegna di una corona di rose (da cui il nome) alla fanciulla la cui irreprensibile condotta, per virtù, pietà e modestia, contraddistingueva il paese.

Il difficile periodo dell'esilio veniva così abilmente rievocato sotto forma di uno scenario rurale, bonario e quasi familiare, ma comunque con un reale significato politico.

La pittura di Tardieu è caratteristica di una concezione sempre più aneddotica della rappresentazione della storia, tipica della Restaurazione e della Monarchia di luglio. Con questo quadro il pittore gioca soprattutto sulla pittoresca assemblea contadina, nella tradizione del 18° secolo (che ricorda le scene russe del pittore e incisore Leprince, allora molto di moda). I costumi e, soprattutto, gli elementi architettonici dell'arredo rafforzano questo aspetto. Ma l'elemento principale è comunque la persona del re stesso, circondato dai suoi parenti, come i duchi d'Angouleme (Marie Thérèse rigorosamente in nero perché ancora in lutto per la morte dei suoi genitori) . 

Vestito con un abito civile di velluto rosso, con il cordone azzurro dell'Ordine dello Spirito Santo, Luigi XVIII si comporta qui come il suo antenato Enrico IV: vicino al popolo mantenendo la sua dignità. Questo è uno dei tratti emblematici della propaganda monarchica sotto la Restaurazione, che mette in luce il fondatore del ramo borbonico, cercando di giocare sulla popolarità ininterrotta del "Vert-Galant".

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