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lunedì 30 novembre 2015

Il "Petit Trianon" di Maria Amalia

Questa villa abbandonata si chiama Casino dei Boschi e sorge nella campagna circostante la città di Parma nei comuni di Collecchio e di Sala Baganza all'interno dei Boschi di Carrega. Apparteneva alla sorella di Maria Antonietta, la duchessa Maria Amalia di Parma. Anche la duchessa come sua sorella amava stare lontana dalla corte (soprattutto dal marito) e questa villa era per lei ciò che il Petit Trianon fu per Maria Antonietta. Il casino fu progettato tra il 1775 e il 1789 dall'architetto francese Petitot, e fu costruito su un preesistente casino di caccia. Leggenda vuole che la duchessa vi incontrasse i suoi numerosi amanti. Nell'Ottocento Maria Luigia lo fece ristrutturare in stile neoclassico e fece rimodernare i giardini in stile inglese. Attualmente la proprietà appartiene ai principi Carrega di Lucedio. Il parco è visitabile ma non l'interno della villa, che versa in uno stato di desolante abbandono. 

martedì 24 novembre 2015

L'album ricordo del Petit Trianon

Tra il 1779 e il 1789, Richard Mique e Claude-Louis Chatelet, ricevettero a più riprese un compenso per la realizzazione dei piani e delle vedute del Petit Trianon, ordinati da Sua Maestà. 

Per i suoi ospiti più prestigiosi, Maria Antonietta aveva un'attenzione particolare, affinché essi conservassero un ricordo della sua piccola ma preziosa dimora. Ogni ospite speciale che aveva avuto l'onore di essere invitato al Petit Trianon, riceveva dalla Regina stessa un album ricordo: l'album era composto da una serie di acquarelli realizzati da Claude-Louis Chatelet che illustravano gli edifici e i giardini del Petit Trianon. Tra i vari ospiti che ricevettero dalle mani di Maria Antonietta questo prezioso regalo si annoverano: Gustavo III di Svezia, il futuro zar Paolo I e sua moglie, e i fratelli della regina, Giuseppe II e l'arciduca Ferdinando d'Asburgo Lorena-Este. Per quest'ultimo Maria Antonietta ebbe un'attenzione speciale. Era il fratello prediletto che era stato compagno di giochi e di studi in Austria, il più vicino d'età. Il fratello che l'aveva accompagnata all'altare il giorno del suo matrimonio per procura.

Feste notturne al Petit Trianon

A partire dal 1775, Maria Antonietta dette molte feste nei giardini della sua dimora al Petit Trianon. Il luogo si prestava mirabilmente a queste attività effimere riservate ad uno stretto numero di privilegiati. Il pittore Claude-Louis Châtelet ci ha lasciato preziose testimonianze nei suoi dipinti.  Il 26 luglio 1781, il padiglione del Belvedere, edificato nel 1777 su una collinetta dominante un piccolo lago artificiale, fu illuminato di sera in onore del conte di Provenza. Il risultato fu così felice che la regina fece replicare l'attrazione agli inizi del mese di agosto dello stesso anno, in occasione della seconda visita di suo fratello, l'Imperatore Giuseppe II
Illuminazione notturna al Belvedere nel 1781, Claude-Louis Châtelet. Non è possibile stabilire a quale evento questo quadro si riferisca; se alla festa data in onore del conte di Provenza o se alla festa data in onore dell'Imperatore Giuseppe II. Il quadro, di proprietà del castello di Versailles, rimane comunque una preziosa testimonianza delle feste notturne volute dalla regina nel suo piccolo regno d'Arcadia.
Dalle memorie del conte Liedekerque-Beaufort, paggio del conte di Provenza, abbiamo un resoconto della festa organizzata al Petit Trianon per il fratello della regina:

venerdì 20 novembre 2015

Danze a corte

"La notte scorsa mi sono intrufolato al ballo mascherato e dal momento che ho una folla di veri amici, mi hanno messo al tavolo degli ambasciatori, appena dietro la famiglia Reale. Il ballo ha avuto luogo nella sala di spettacolo la più luminosa al mondo, dove il gusto vince ancora sulla ricchezza. Una parola  d'altronde sarà sufficiente per tutto quello che ho da dirvi: si aveva occhi solo per la Regina. Le Ebe e le Flora, le Elene e le Grazie sono solo delle passeggiatrici di strada al suo confronto. Quando è in piedi o seduta, è la statua della bellezza, quando si muove, è la grazia in persona. Aveva un abito d’argento ricoperto di oleandri, pochi diamanti e piume sul capo. Si dice che danzi fuori tempo ma allora è il tempo che ha torto! ....Vi furono otto minuetti e, oltre alla Regina e alle Principesse soltanto otto dame vi presero parte. A me quelle danze non hanno fatto una grande impressione, tranne un passo a due eseguito dal Marchese di Noailles e da Madame Holstein. In fatto di bellezze, non ne ho veduta alcuna, o forse la Regina le offuscava tutte. Dopo il minuetto, sono venute le contraddanze, piene di confusione per le lunghe code delle sottane, le trecce ancora più lunghe e i panieri. Poiché il caldo era soffocante, gli abiti erano di garza o di seta leggera e non mi sono sembrati di gusto mirabile. Negli intervalli della danza, alla Famiglia Reale e ai ballerini venivano presentate ceste di pesche, di aranci e mandarini fuori stagione, di biscotti, di gelati, e poi vino e acqua. Il ballo è durato due ore giuste. Il Sovrano non ha danzato, ma nei due primi giri del minuetto, la stessa Regina non deve volgergli il dorso; lei ha, del resto, fatto tutto questo divinamente..."

domenica 15 novembre 2015

Il minuetto di Mademoiselle di Lorena

I balli di corte a cui presenziava il sovrano dovevano essere "aperti" dal re (o da un suo delegato) che ballava il cosiddetto "minuetto d'apertura" seguito dai principi del sangue: il re apriva le danze ballando con la dama prescelta (che per tradizione doveva essere una duchessa), poi a seguire entravano i vari principi e membri della corte secondo un rigido schema di priorità.

Prima della data fissata per il matrimonio di Maria Antonietta con il delfino, Madame di Brionne-Lorena era andata a far visita a Mercy per chiedergli se non potesse ottenere per la figlia mademoiselle di Lorena "una distinzione" in occasione del matrimonio dell'arciduchessa, sua cugina in nono grado.


domenica 8 novembre 2015

Come Maria Antonietta....

Eugenia in un ritratto di Winterhalter 
Il glamour di Maria Antonietta è sempre stato un punto di riferimento e fonte di ispirazione per le signore dell'alta società.  Dame e teste coronate, specie nel XIX secolo, si facevano fotografare con abiti ispirati alla regina, per avere almeno per un attimo il piacere di sentirsi come Maria Antonietta.

Tra le sovrane che subirono il fascino della Reine, la più famosa è senza dubbio Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III, imperatrice dei francesi. Sempre criticata per le sue mode, i suoi gusti o i suoi gesti, Eugenia era al centro di tutti i pettegolezzi. Come Maria Antonietta, nel secolo precedente, ella divenne la detentrice della supremazia in campo di moda. Quando, nei primi anni '50 dell'ottocento, iniziò ad indossare le ampie e voluminose crinoline, create per lei da Worth proprio per emulare i paniers portati da Maria Antonietta, tutta Europa la imitò. Cosi come fece, quando alla fine degli anni '60 le abbandonò per i cul de paris. La sua passione per la regina si faceva sentire anche in questo campo; le ampie gonne, i sofisticati arricchimenti dei tessuti, tutto era ispirato alla moda di Maria Antonietta. Eugenia, vista la similitudine delle loro posizioni, avvertiva una profonda comunanza con la sventurata regina. Cercava libri, oggetti qualsiasi cosa che fosse legata o che parlasse della regina. Fino al punto che fu la prima a creare un museo interamente dedicato a Maria Antonietta, al Petit Trianon.
La sua passione, la spinse anche a farsi ritrarre nella stessa posizione della regina, con il figlio in braccio, in un abito rosso bordato di pelliccia, molto simile a quello indossato da Maria Antonietta nel celebre dipinto con i figli. 

La crisi del governo, aggravò la posizione mai troppo solida della sovrana. Se meno di un secolo prima, Maria Antonietta era colpita dal grido di "A morte l'Austriaca!", ora era Eugenia ad essere colpita dal grido di "A morte la Spagnola!"
Questo avvenimento, rese ancora più forte la comunanza che Eugenia sentiva con la regina. Per sua fortuna, il suo destino, anche se duro, fu meno tragico. Perse il trono, ma non la vita. Curiosamente anche Eugenia, come Maria Antonietta, trovò un amico devoto come Fersen, il diplomatico italiano Costantino Nigra che secondo la leggenda fu suo amante.

Eugenia con un abito ispirato a Maria Antonietta 
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L'antagonista di Eugenia, la contessa di Castiglione, fu immortalata con una veste ribattezzata "Marquise Mathilde" in onore di Matilde Bonaparte che aveva organizzato il ballo in maschera nel quale la contessa indossò un abito chiaramente ispirato all'epoca di Maria Antonietta:




















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La principessa Luisa, figlia della regina Vittoria, con un costume ispirato a Maria Antonietta



















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Luisa Antonietta d'Austria-Toscana vestita come Maria Antonietta:


Luisa discendeva dall'imperatrice Maria Teresa attraverso Leopoldo e Maria Carolina che erano avi del padre; anche la madre discendeva da Maria Teresa attraverso la duchessa di Parma Maria Amalia. La madre era inoltre discendente del conte d'Artois essendo la nonna figlia del duca di Berry. 
Luisa amava molto la figura di Maria Antonietta, alla quale si sentiva affine non solo per un legame di sangue ma anche per lo stile di vita e per una notevole somiglianza. La principessa lasciò scritto:
"Credo di aver sempre posseduto la volontà maschile di Maria Teresa e di Maria Antonietta, sicuramente ho ricevuto in eredità il suo coraggio dinanzi alle difficoltà. Come lei, ho sperimentato calunnie, umiliazioni, travisamenti, separazioni amare, e come lei (fino ad ora) ho sempre disdegnato di dare spiegazioni."

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Una fotografia di Nadar del 1887 che immortala la piccola Andrée Worth abbigliata come Maria Antonietta. Nipote di Charles Frederick Worth, inventore della "haute couture", Andrée sposò Louis Cartier. 
Questa fotografia fu esposta nel 1977 all'esposizione "L'Atelier Nadar et la Mode, 1865-1913".


Qui in basso una foto della Worth Fashion House di Parigi, del 1910. Appeso alla parete possiamo notare una copia del famoso ritratto di Maria Antonietta con una rosa, opera di Madame Vigée Le Brun. La regina, la prima vera icona della moda, ispirò tantissimo Worth. 




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Grace Kelly in "Caccia al ladro" di Alfred Hitchcock (1955), con un abito indossato per le scene del ballo in maschera. La costumista, Edith Head, si ispirò a Maria Antonietta:



Madonna veste i panni di Maria Antonietta in un memorabile live agli MTV Video Music Awards nel 1990 con il suo corpo di ballo rigorosamente in pieno stile XVIII secolo:



venerdì 6 novembre 2015

All'asta i cimeli di Maria Antonietta

Il 3 novembre scorso Christie's ha aperto a Parigi un'asta eccezionale riguardante Maria Antonietta.

L'incredibile lotto composto di oggetti rari, cimeli e ritratti della Regina, proviene da diverse collezioni private. Un'asta che dovrebbe far incassare  una cifra che va dai 650.000 euro al milione di euro.

E' la prima volta dopo decenni che non si teneva più un'asta di questa portata riguardante Maria Antonietta.

Alcuni pezzi sono già stati venduti, tra cui il piccolo ritratto di D'Agoty, aggiudicato dal castello di Versailles per 37.500 Euro.


Qui in basso alcuni oggetti e ritratti facenti parte del prezioso lotto:

martedì 3 novembre 2015

L'infanzia di un'arciduchessa

Maria Antonietta in fasce, miniatura conservata alla
Hofburg di Vienna - Gabinetto delle Miniature
Pochi giorni prima che Maria Antonietta nascesse, il conte Tarauka aveva scommesso con Maria Teresa che sarebbe nato un maschio, mentre l'imperatrice era convinta che sarebbe nata una femmina. Dopo la nascita dell'arciduchessa, il conte donò a Maria Teresa una figurina in porcellana che, con un ginocchio a terra, tendeva una tavoletta dove Metastasio, poeta di corte e futuro insegnante di italiano di Maria Antonietta, aveva scritto questi versi:

"Io perdei: l'augusta figlia
A pagar m'ha condannato;
Ma, se è ver che a Voi somiglia,
Tutto il mondo ha guadagnato."

Il conte Khevenhuller, ciambellano di corte, annotò: "Sua maestà ha dato molto felicemente alla luce una piccola, ma perfettamente sana, arciduchessa".

Maria Antonietta, nata il giorno dei morti del 1755, fu battezzata il giorno dopo la nascita, nella chiesa degli Agostiniani; padrini di battesimo furono i sovrani del Portogallo sostituiti per procura dal fratello della neonata, Giuseppe di allora 14 anni, e dalla sorella Anna di 17 (la corte però ignorava il terribile terremoto di Lisbona avvenuto il giorno prima che la bambina nascesse). Maria Antonietta fu affidata ad una balia, Constance Weber, la moglie di un magistrato che aveva da poco avuto un bambino, Joseph, il quale, in seguito, avrebbe scritto delle interessanti memorie sull'infanzia della principessa. Da bambina Maria Antonietta rese spesso visita alla sua nutrice in compagnia di sua madre che in un'occasione fu molto prodiga di doni verso i piccoli Weber.  Joseph, il fratello di latte di Maria Antonietta, raccontò che gli arciduchi e le arciduchesse erano incoraggiati a fare amicizia con bambini comuni.

Maria Antonietta a tre anni, Hofburg di Vienna -
Gabinetto delle miniature
L'educazione dei bambini imperiali veniva affidata alle cure di un ajo, per i ragazzi, e di un aja, per le ragazze (così venivano chiamati l'istitutore e la governante, in base al protocollo di corte spagnolo in uso alla corte d'Austria).

La camera di Sua Altezza Reale la Serenissima Arciduchessa Maria Antonia era composta dall'aja, dalla prima cameriera, da due cameriere, dalla 'persona di camera', da un addetto al riscaldamento, da quattro lacchè, da una lavandaia, da una 'donna particolare' e da un servo (o famiglio). A partire dall'età di 5 anni ai bambini veniva assegnato un appartamento di cinque stanze; la scuola iniziava all'età di 7 anni e terminava all'età di 16. Maria Teresa esigeva dai figli preghiere e devozione, obbedienza e disciplina, non era invece tollerata la cocciutaggine; l'imperatrice era rigorosa sull'igiene personale, in particolar modo per quella dei denti; e rigorosa per l'alimentazione la cui regolarizzazione era affidata al medico di corte Van Swieten.

Van Swieten, archiatra di corte, e guru di Maria Teresa, come il suo collega svizzero Tronchin, era il sostenitore di una salutare vita all'aria aperta: l'esercizio fisico, per esempio una passeggiata o una cavalcata, era una parte fondamentale del suo programma. Cercava anche di imporre ai suoi illustri pazienti un'alimentazione lontana dagli standard del tempo. La prole imperiale doveva nutrirsi di zuppa, uova, verdure e frutta, di pochissima selvaggina e stufati.

Alle bambine si esortava a seguire l'esempio materno, vestendosi in maniera sobria quando non si doveva comparire in pubblico. Maria Teresa, in famiglia, indossava abiti semplici e cuffie di merletto; quanto al suo abbigliamento formale di corte era economa e pratica; tre vestiti all'anno, un cappotto, e molti grembiuli da portare in privato, erano le regole che vigevano per le donne di casa Asburgo. Ciprie e belletti di qualità, ma in quantità ridottissime, e solo per le figlie fidanzate. Acconciature elaborate ma piuttosto antiquate