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martedì 29 settembre 2015

I fantasmi del Petit Trianon

"C'era una terrazza sul lato nord-ovest del palazzo e, sull'erba ruvida che vi cresceva sotto, con la schiena rivolta ad essa, sedeva una signora, tenendo un foglio fra le mani quasi a voler misurare l'orizzonte con la lunghezza delle braccia. Aveva dappresso un album di schizzi e il suo sgabello, e sembrava intenta a realizzare uno studio degli alberi circostanti. In effetti pareva che non ci fosse altro sul suo schizzo. Lei ci notò e quando passammo vicine all'altezza della sua mano sinistra, si girò e ci guardò con curiosità.
Non aveva un viso giovane e anche se piuttosto graziosa, non la reputai particolarmente attraente. Aveva un cappello bianco che la riparava dal sole, appoggiato su una buona quantità di capelli biondi e calato sulla fronte. Il suo vestito estivo era leggero e a vita bassa; aveva uno scialle verde chiaro che le copriva le spalle e il seno, e una gonna piuttosto ampia. Pensavo fosse una turista, ma il suo vestito era antiquato e piuttosto insolito (anche se le persone indossavano corpetti fisciù quell'estate). Guardai dritto verso di lei ma provai un'indescrivibile sensazione che mi fece girare lo sguardo. Ero infastidita dal fatto che la signora fosse lì".
(Tratto da "An adventure" di Charlotte Moberly e Eleanor Jourdan)

sabato 26 settembre 2015

Le principesse d'Assia Darmstadt

Un ritratto di Maria Antonietta attribuito a
Madame Vigée Le Brun che la regina donò alla
famiglia d'Assia nel 1780 - Castello di Kronberg, oggi adibito
 a Grand Hotel.
Il ritratto si trovava nel castello di
Darmstadt dove, nel 1872, nacque Alice d'Assia,
la futura zarina Alessandra (dal destino altrettanto tragico)
che per Maria Antonietta
ebbe sempre una grandissima ammirazione.
La notte tra il 15 e il 16 ottobre, alla vigilia dell'esecuzione
di Maria Antonietta,
il principe Giorgio d'Assia vide nel castello di Darmstadt
la Dama Bianca, annunciante
da secoli la morte di un membro della famiglia Asburgo.
Maria Antonietta fu spesso circondata in Francia da una corte di adulatori e parassiti e non sempre poté o seppe discernere tra coloro che le erano realmente devoti da coloro che sfruttavano sapientemente il suo grande bisogno di affetto.

Per contro la regina fu capace di affetti profondissimi e di coltivare amicizie durature, specie nei riguardi di chi la riportava indietro col pensiero agli anni felici trascorsi a Vienna.

Ne è una chiara testimonianza il legame epistolare mantenuto nel tempo con le sue amiche d'infanzia, le due sorelle Carlotta d'Assia Darmstadt duchessa di Meclemburgo-Strelitz e Luisa d'Assia Darmstadt, Langravia e Granduchessa d'Assia. La preziosa corrispondenza, oltre che essere la dimostrazione del forte sentimento che univa le tre donne, ci fornisce anche tanti piccoli dettagli di vita vissuta; nascite, avvenimenti importanti, intime confidenze, e sullo sfondo gli avvenimenti politici che cambiarono totalmente un'epoca. 

Maria Antonietta era stata educata a Vienna, come lei stessa disse al suo processo, con le due principesse sue coetanee rimaste con lei (anche se distanti) sempre in ottimi rapporti, tanto che nel 1780 l'intera famiglia d'Assia si recò a far visita alla regina ospite al Petit Trianon.

"Tutta la vostra famiglia può stare certa del mio affetto, ma in quanto a voi, cara principessa, non riesco ad esprimere il profondo sentimento che suscitate in me", scrisse la regina a Carlotta.

La sera stessa del loro arrivo, Carlotta fu invitata dalla regina nel suo palco a Versailles per una rappresentazione teatrale e, altissimo onore, lei e la sua famiglia furono pregati di arrivare con almeno due ore di anticipo. Maria Antonietta, nell'invito, scrisse anche di non indossare abiti troppo eleganti ma piuttosto delle "polonaise", in quanto il suo palco non era molto grande e gli enormi paniers avrebbero sicuramente impedito i movimenti. 

Luisa, che era stata una delle giovanissime damigelle del seguito austriaco incaricato di "consegnare" Maria Antonietta alla Francia, fu invitata con il marito al Petit Trianon,  La principessa che mantenne con la regina una corrispondenza fino al 1792, fu pregata per l'occasione di indossare abiti da campagna in quanto Maria Antonietta, "assolutamente sola" avrebbe fatto altrettanto. 

venerdì 25 settembre 2015

La meringa

Maria Leczinska in un ritratto di
Alexis-Simon Belle
Sulla creazione della meringa circolano varie storie. Se si vuol dar credito alla tradizione, la meringa sarebbe figlia dell’amore, un amore impossibile di un pasticcere, tal Gasparini di Meiringen, nell’Oberland bernese, per la figlia del deposto re di Polonia, Maria Leczinska, futura regina di Francia. 

Alla principessa piaceva l’arte pasticcera di Gasparini e l’uomo stesso, in quanto artefice di tali creazioni. La storia del loro incontro è narrata da due leggende. 

Una racconta che la principessa Maria incontrò Gasparini a Meiringen, durante un soggiorno estivo nella valle bernese dell’Hasli. L’altra narra di un pasticciere svizzero stabilitosi alla corte della principessa, che, dalla città di Mehrinyghen, nella Germania orientale, dovette emigrare in Francia. 

Di fatto, il nome meringa fu attribuito al dolce di Gasparini nel castello di Versailles. Se il celebre dolce derivi da Meiringen o Mehrinyghen, o addirittura dalla parola fiorentina merenda, è una questione tuttora dibattuta e lasciata agli storici.

Di sicuro Maria Leczynska, andando sposa a Luigi XV, si portò dietro il pasticcere Stohrer, un alsaziano emigrato in Polonia, messosi al servizio di re Stanislao, che tra le tante cose era anche l'inventore del babà.

Fiori di Lillà

L'imperatrice Eugenia abbigliata come Maria Antonietta
nel parco di Saint-Cloud accanto ad un cespuglio di lillà.
Dipinto di Franz-Xavier Winterhalter.
Tra i fiori che ornavano Versailles e il Petit Trianon vi erano i lillà, amatissimi da Luigi XIV ma anche da Maria Antonietta. 

La regina amava così tanto questo fiore e il suo profumo, da richiedere per la tappezzeria nella sua camera da letto a Versailles, un motivo floreale che comprendesse anche i lillà. 

La tappezzeria estiva che oggi possiamo ammirare a Versailles, nella camera da letto di Maria Antonietta, è una copia fedele di quella voluta dalla regina, prodotta a Lione, in base ai modelli dell'epoca tuttora conservati.

Nell'Ottocento l'Imperatrice Eugenia, grande ammiratrice di Maria Antonietta, conoscendo la passione per i lillà della sovrana, volle essere ritratta da Winterhalter abbigliata come la regina accanto ad un cespuglio di lillà nel parco di Saint-Cloud.

Particolare delle tappezzeria nella camera da letto della regina a Versailles

domenica 20 settembre 2015

Versailles in autochrome

Nei primi anni del Novecento furono scattate alcune foto di Versailles in autochrome, realizzate da celebri fotografi dell'epoca tra cui spiccano i nomi di Jules Gervais-Courtellemont, Lucien Roy e Henri Chouanard.

L'autochrome era un procedimento di fotografia a colori basato sulla sintesi additiva, brevettato nel 1903 dai fratelli Lumière. Introdotto ufficialmente nel 1907, l'autochrome rivoluzionò il campo della fotografia a colori e diventò ben presto popolare, nonostante il costo e la complicazione. A questa tecnica si devono, in particolare, numerose fotografie a colori della Prima Guerra Mondiale.

Le foto di Versailles in autochrome e in particolare delle comparse in costume nei giardini del Petit Trianon, hanno un aspetto onirico e fiabesco, quasi sospeso nel tempo, tanto da farci sentire proiettati in una Versailles di altri tempi.

Qui in basso alcune di queste foto meravigliose:


I Figurini di Charles Germain de Saint-Aubin

Negli anni '80 del Settecento, Charles Germain de Saint-Aubin, specializzato in disegno, realizzò diversi figurini illustranti gli abiti di corte in uso a Versailles. Questi disegni, oggi al Museo delle Arti Decorative di Parigi, sono utilissimi per farsi un'idea della moda imperante a Versailles, ben diversa dalla moda di tutti i giorni. A Versailles infatti, prima che i sovrani fossero condotti a Parigi nel 1789, l'etichetta prevedeva l'utilizzo dell'abito di corte (robe de cour) provvisto di panier. L'utilizzo della robe de cour e quindi dei grandi panier, fu via via abbandonato alle Tuileries.

Qui in basso i figurini di Saint-Aubin:



































giovedì 17 settembre 2015

L'Hôtel de la Marine


L'Hôtel de la Marine, ex Garde-Meuble Royal, fu costruito tra il 1757 e il 1774 secondo i piani di Jacques-Ange Gabriel, primo architetto di Luigi XV. La sua costruzione fu parte di una vasta operazione di sviluppo urbano dello spazio ancora libero tra i giardini delle Tuileries e gli Champs Elysees, oggi Place de la Concorde, al centro del quale doveva essere collocata la statua equestre di Luigi XV.

L'edificio fu prima pensato come Garde-Meuble; ospitava mobili, tappeti, arazzi, lampade e preziosi ornamenti di residenze reali in attesa di restauro. Era insomma una sorta di museo, considerando che fino al 1792 il pubblico vi poteva ammirare i gioielli della corona, prima che venissero rubati. 

L'installazione del ministro della marina in questa sede avvenne nel 1789 e fu del tutto fortuita. I ministri che seguirono Luigi XVI durante il suo trasferimento forzato a Parigi, vi si installarono, infatti, solo perché trovarono il luogo adatto all'esigenza del momento.

I macarons

Associare Maria Antonietta ai macarons è ormai automatico. Ciò è dovuto al grande successo del film di Sofia Coppola che, in collaborazione con la Ladurée, creò l'immagine di una regina circondata da dolci e pasticcini colorati. Ma quanto c'è di vero in tutto questo? 

Che Maria Antonietta amasse i dolci è sicuro, lo si evince dalla testimonianza di un inglese, Hester Thrale, presente al pranzo dei sovrani: ".... la regina mangia vivamente solo dolci che il re puntualmente finisce di divorare mettendo le mani nel suo piatto...".
André Castelot nella sua biografia scrive che Maria Antonietta in Austria "dopo le ore di gioco, divorava con i fratelli e le sorelle piramidi di pasticcini viennesi sgocciolanti di crema sbattuta". 

Insomma una golosa di dolci anche se le sue abitudini alimentari erano molto semplici. Ma per quanto riguarda i macarons non c'è nulla di certo a riguardo. Non sappiamo nemmeno se Maria Antonietta li abbia mai assaggiati anche se è molto probabile di si.

martedì 15 settembre 2015

Il panier

Maria Antonietta con un vistoso panier
in un ritratto conservato alla Hofburg di
Innsbruck, opera di Joseph Hautzinger
In alcuni celebri ritratti, Maria Antonietta indossa vistosi paniers, una struttura che veniva indossata sotto l'abito e che amplificava, in forma via via più ellittica, il volume della gonna.
Il termine di origine francese indicava i cesti di vimini che venivano appesi su entrambi i lati di un animale da soma.

Prima dell'avvento del panier c'era il guardinfante, con il quale il panier viene spesso confuso.
Il guardinfante (farthingales, verdugado) di origine spagnola, risale al XV secolo. Si trattava di una struttura composta da cerchi di vimini. Sembra che fu Giovanna d'Aviz, regina di Castilla e d'Aragona, la prima ad indossarlo per nascondere due gravidanze illegittime, da qui il termine "guardinfante".

Il guardinfante francese noto come 'Wheel Farthingales' nacque negli ambienti di corte francesi e venne introdotto nei primi anni del XV secolo in Inghilterra. Il materiale più comune per irrigidire i guardinfanti erano delle corde leggere, elastiche e flessibili fatte di vimini. Solo più tardi si cominciarono ad utilizzare i cerchi di osso di balena. Venivano nascosti sotto le sottogonne o gli abiti, tranne alcuni casi in cui venivano realizzati con tessuti pregiati e quindi destinati ad essere visti.

lunedì 14 settembre 2015

Leopoldo II

Pietro Leopoldo a 6 anni
L'arciduca Pietro Leopoldo, nato a Vienna il 5 maggio 1747,  futuro Granduca di Toscana e in seguito Imperatore con il nome di Leopoldo II, era uno dei fratelli maggiori di Maria Antonietta. 

Da adolescente Leopoldo non sembrava promettere niente di buono. Alla vita di corte partecipava svogliatamente, mal sopportava l’etichetta, non si divertiva alle feste, odiava l’esercito e le uniformi; trascurato nell’abbigliamento, usava un linguaggio per nulla appropriato al suo rango; soffriva di malinconia e si sentiva a suo agio solo con la servitù.

“Leopoldo ha avuto dalla natura un cuore buono, generoso e sensibile. Ma è indolente e pigro, con una forte tendenza a formarsi idee preconcette, cui rinuncia con difficoltà perché ha troppo alta opinione di se stesso e non ama chiedere consigli, né seguire quelli che gli vengono dati. Cerca di raggiungere i suoi fini con l’astuzia e per vie traverse. Vorrei che nell’aspetto e nel contegno diventasse più libero, franco e sicuro, meno rozzo nell’accento e nella voce, più avvincente nel modo di comportasi e di esprimersi. Ha una grande preferenza per la piccola gente e predilezione per le cose piatte e insipide. Vorrebbe essere cortese, ma difficilmente ci riesce.” 

domenica 13 settembre 2015

Illustri ascendenze

Pochi sanno che nelle vene di Maria Antonietta scorreva sangue italiano e che tra i suoi antenati si annoverano le donne più illustri del Rinascimento: Lucrezia Borgia, Isabella d'Este e Caterina Sforza. Tre lontane "nonne" dai destini intrecciati e che in qualche modo trasmisero a Maria Antonietta alcune loro caratteristiche: Lucrezia la bellezza e la grazia (curioso l'analogo destino di donna calunniata), Isabella il senso dell'estetica, l'eleganza e l'amore per l'arte, Caterina il grande coraggio, l'interesse per la cosmesi e l'ossessione di mantenersi sempre giovane e bella, testimoniato dalle sue "ricette di bellezza" (circa 84). 

Qui in basso i ritratti delle tre illustri madonne del Rinascimento e accanto i relativi alberi genealogici della loro discendenza, i cui rami convergono tutti nel ramo dei Lorena, cui Maria Antonietta apparteneva per parte paterna:

Lucrezia Borgia in un ritratto
del Pinturicchio




Dal matrimonio di Lucrezia con il suo terzo marito, Alfonso I
d'Este, discende Maria Antonietta. 



















Isabella d'Este in un disegno
preparatorio di Leonardo
Dal matrimonio di Isabella con Francesco II Gonzaga
discende Maria Antonietta














Caterina Sforza in un presunto ritratto di
Lorenzo di Credi
Dal terzo matrimonio di Caterina con
Giovanni de' Medici discende Maria Antonietta.
Il figlio di Caterina, conosciuto come
Giovanni dalle Bande Nere, fu uno dei più
grandi condottieri del Cinquecento.





giovedì 10 settembre 2015

Erz. Herzogin. Antonia

Maria Antonietta a 13 anni -
 Franz Xaver Wagenschön (1769)
Kunsthistoriches Museum, Vienna
Questo bellissimo dipinto che rappresenta Maria Antonietta all'età di 13 anni, fu realizzato da Franz Xaver Wagenschön, un pittore boemo specializzato in soggetti religiosi che fu ritrattista e decoratore, per un certo periodo, alla corte di Maria Teresa. 

Maria Antonietta è seduta al clavicembalo e sembra aver interrotto il suo esercizio per lanciare un breve sguardo al ritrattista. Vestita di un abito di seta azzurra "à la française", decorato di perle e guarnito di pelliccia, e di "engageantes" (ornamenti in pizzo e merletto a cascata che decoravano le maniche degli abiti), l'arciduchessa porta un'acconciatura particolare, ideata da un friseur parigino, inviato a Vienna su richiesta di Maria Teresa perché rimediasse al disastro che la contessa Brandeiss, l'aia di Maria Antonietta, aveva procurato con una grossa fascia, stempiando la già alta fronte dell'arciduchessa. 

Il principe Starhemberg si era rivolto al suo successore a Parigi, il conte Mercy, chiedendogli di mandare alla corte di Vienna un abile parrucchiere. L'imperatrice, scriveva Starhemberg, "si illude che un uomo eccellente nel suo mestiere riesca a correggere, o per lo meno a nascondere, questo piccolo difetto o con un particolare taglio o con l'impiego di qualche rimedio innocuo studiato per favorire la crescita dei capelli di cui la fronte è rimasta sguarnita, o magari, in breve, con la pena che si darà per acconciare il tutto in modo che si addica al viso".

A tavola con Maria Antonietta

Maria Antonietta al pranzo di nozze della sorella
Maria Cristina, seduta tra il principe Clemente di Sassonia e
la sorella Maria Amalia
Trovandoci in periodo di Expo oggi affronteremo le abitudini alimentari di Maria Antonietta e il suo rapporto con il cibo.
Dalle Memorie di Madame Campan si evince che la regina mangiava poco o nulla. Generalmente consumava arrosto, carne bollita e pesce, e beveva solo acqua della città di Avray (con una punta di zucchero). Era inoltre praticamente astemia.

Per rinforzarsi beveva latte d'asina o latte di mucca mescolato all'acqua d'orzo o un po' di latte accompagnato da decozioni di lattuga. Come merenda amava bere del latte accompagnato dalle fragole del suo orto al Petit Trianon. Le uniche cose cui era particolarmente affezionata erano la cioccolata che aromatizzava con una stecca di vaniglia, il caffè del mattino, e una sorta di pane cui era abituata fin da bambina: il Croissant.
La leggenda narra che il croissant fu inventato a Vienna per celebrare la vittoria contro gli eserciti turchi in seguito ad un curioso episodio: per entrare nella città di Vienna, i turchi avevano aperto un tunnel sotto le mura. Fortunatamente alcuni fornai al lavoro nel bel mezzo della notte udirono i suoni degli scavi e diedero subito l'allarme sventando in questo modo l'attacco nemico. Non sappiamo quanto sia vera questa storia ma di certo il croissant ha una forma di mezzaluna, simbolo dell'Islam, presente sulle bandiere turche. Il nuovo pane divenne presto popolare a Vienna e prese subito il nome di 'Kipfel', mezzaluna. Quando Maria Antonietta arrivò in Francia nel 1770, alcuni fornai parigini realizzarono in suo onore dei kipfels presto francesizzati in 'croissant'. Ancora oggi il croissant è chiamato 'pane viennese'.