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giovedì 12 marzo 2015

I cani della regina


Maria Antonietta amava molto i cani, specie quelli di piccola taglia. Nel corso della sua esistenza ne ebbe molti e di razze diverse. Il più famoso è senza dubbio Mops anche se non v'è certezza che si chiamasse veramente così. Mops è il nome con cui i tedeschi chiamano la razza dei Carlini.

Il nome "Carlino" fu coniato proprio in quegli anni a Parigi; fonte di ispirazione fu un attore che interpretava Arlecchino indossando una mascherina nera che ricordava il muso di questi simpatici cagnolini: si chiamava Carlo Bertazzi e tutti lo chiamavano "Carlin".

Nella corrispondenza di Mercy sono spesso citati i Carlini; l'ambasciatore era letteralmente ossessionato da Maria Antonietta per far si che gliene mandassero sempre di nuovi dall'Austria; in totale la regina, durante il suo regno, ne ebbe circa una trentina.

Nel libro di Caroline Weber "Queen of fashion", l'autrice parla di Mops, il cagnolino che Maria Antonietta dovette lasciare in Austria e che si ricongiunse alla sua padrona grazie all'interessamento di Mercy.

La regina in una miniatura di Dumont in compagnia di uno dei suoi cagnolini
Maria Antonietta con uno dei suoi cani, castello di Chambord - autore anonimo


Mops è citato anche da Joseph Weber, il fratello di latte della regina, nelle sue Memorie. Weber sosteneva che non era il caso che Maria Antonietta, per il ruolo che avrebbe dovuto rappresentare in Francia, portasse con sé il suo cagnolino che oltretutto sporcava ovunque. E invece la Delfina fece di tutto perché glielo inviassero dall'Austria.
Più verosimilmente Mops non è mai esistito e non sarebbe altro che il frutto di errori di traduzione. Di certo esiste solo una lettera di Mercy a Maria Teresa in cui l'ambasciatore riferisce che Maria Antonietta aveva espresso il desiderio di ricevere da Vienna un 'chien mops'. Ma in questo caso la delfina si riferiva alla razza dei carlini e non ad un cane in particolare.

Una scena tratta dal film "Marie Antoinette" di Sofia Coppola
Un carlino nel particolare di un dipinto di Goya
Due carlini in porcellana, XVIII secolo
Madame Elisabeth a cinque anni con il suo carlino

 Oltre ai carlini Maria Antonietta possedeva uno spaniel nano di nome "Fidelta", un Leonberg che le aveva regalato Fersen e che la regina chiamò come il cane di lui, Odin (il cane di Fersen morì avvelenato e il conte citò il suo cane nel suo diario), e un cagnolino donatole alle Tulieries da Madame de Lamballe che la principessa portò con sé dall'Inghilterra, un terrier che si chiamava Thysbée, e che venne ribattezzato dalla regina con i nomignoli affettuosi di Mignon e Coco (c'è chi sostiene che Mignon e Coco fossero due cani distinti).
Stampa che rappresenta la regina mentre riceve Odin, il Leonberg regalatole da Fersen
Una cuccia per cani appartenuta ad uno dei cagnolini della regina -
Metropolitan Museum of Art

Coco in una litografia
Di color bianco e rosso, macchiato di nero, molto dolce e affettuoso, Coco ha una storia particolare.
Celebrato da Jacques Delille nel suo poema "De la Pitié", Coco, accompagnò la famiglia reale al Tempio e divenne il compagno del piccolo Luigi XVII
L'8 giugno 1795, data della presunta morte del re bambino, il cagnolino passò a Madame Royale, anche lei rinchiusa nel Tempio. Pochi mesi dopo la principessa fu liberata in cambio di alcuni prigionieri politici, ed essa portò con sé a Vienna Coco. 
Quando nel 1814 Madame Royale, ormai duchessa d'Angouleme, tornò in Francia, aveva con sé l'inseparabile Coco, molto anziano (essendo nato nel 1792 aveva 22 anni). 
Scosso dal lungo viaggio il cagnolino morì all'arrivo (qualcuno dice che morì cadendo da un balcone). 
La duchessa d'Angouleme ordinò una degna sepoltura per il suo cagnolino e affidò il corpo alla principessa de Béarn che lo seppellì nei giardini dell'Hotel de Seignelay.
 Tutte queste notizie sono riportate dal principe de Béarn (1931-1995), discendente diretto di Madame de Tourzel e da Fersen, che nominò Coco nel suo diario.


Il Delfino in compagnia di Moufflet 
precedentemente appartenuto al
primo Delfino. Di carattere docile, Moufflet riuscì a vincere la fobia che
il delfino provava per i cani, conquistando il suo affetto.

Lapide posta nei giardini dell'Hotel Seignelay in rue de Lille a Parigi
che ricorda Coco, il cane che fu del piccolo Luigi XVII
Madame Royale nei giardini del Tempio disegna la facciata della sua prigione in compagnia di Coco e di una capretta.
La donna alle sue spalle è Madame de Chanterenne che il Direttorio le mise accanto
dopo la caduta di Robespierre e che ebbe il difficile compito
di riferirle la sorte della madre e della zia. Dipinto di Edward Matthew Ward (1870)

L'ultimo fedele amico della regina, illustrazione
Alcuni biografi sostengono che la regina portò con sé alla Conciergerie il suo cagnolino (Coco), questo per via della testimonianza di Monsignor Salomon, che fu imprigionato alla Conciergerie nel 1796, testimonianza citata anche da Lenotre nel libro "Marie Antoinette, la captivité et la mort":
"Le premier matin où je bénéficiai de cette mesure (que sa porte soit ouverte dès le point du jour), je vis, comme ma porte s'ouvrait, un carlin entrer dans ma chambre, sauter sur mon lit, en faire le tour et s'en aller. C'était le carlin de la reine, que Richard avait recueilli et dont il prenait le plus grand soin. Il venait de la sorte pour flairer le matelas de sa maîtresse. Je le vis faire ainsi tous les matins, à la même heure, pendant trois mois entiers, et, malgré tous mes efforts, je ne pus jamais l'attraper."

Più verosimilmente il cagnolino apparteneva a Richard che aveva raccolto e adottato il carlino proprio nei giorni in cui la regina fu trasferita alla Conciergerie, ed è molto probabile che qualche volta il carlino di Richard sia entrato nella cella della regina allietandole le tristi giornate. Ma non si trattava di Coco, che peraltro era un terrier.

Questo piccolo dipinto ad olio del 1780 è opera dell'artista francese Jacques Barthelemy Delamarre, specializzato nel ritrarre cani e gatti. Il pittore aveva chiaramente accesso a corte, come dimostra il ritratto di questo cane comunemente chiamato "Pompon", una razza di barboncini bolognesi allevata esclusivamente per la regina.
Una miniatura che rappresenta Marcassin, il cane
che la regina donò al conte Valentin Esterhazy, il 5 marzo 1782

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