Pagine

sabato 4 settembre 2021

La principessa di Lamballe nel ritratto di Jean-Baptiste Charpentier il vecchio


Questo splendido ritratto della principessa di Lamballe in abito lilla è stato battuto all'asta da Christie's l'8 luglio scorso, venduto per 150.000 sterline, circa 175.000 euro.

Fu quasi certamente il duca di Penthièvre a commissionare questo dipinto contemplativo della nuora al suo pittore ordinario, Jean-Baptiste Charpentier il vecchio. Dopo la morte prematura del principe di Lamballe, solo un anno dopo il matrimonio, la principessa continuò a vivere con suo suocero a Rambouillet. È possibile che l'edificio visto attraverso gli alberi sia proprio il castello di Rambouillet, poiché sopra il tetto si intravede uno dei caratteristici terminali delle torrette. Grazie ai loro vasti atti di beneficenza dentro e intorno alla loro tenuta, suocero e nuora si guadagnarono i nomi di "Re dei poveri" e "Angelo di Penthièvre".  

Charpentier dipinse diversi ritratti della famiglia del duca, tra cui un doppio ritratto del duca e di sua figlia Louise-Marie de Bourbon, futura duchessa d'Orléans, in cui lui è seduto a leggere in giardino e lei offre al padre un cesto di fiori recisi. Sia il presente ritratto che gli altri lavori di Charpentier sono eseguiti utilizzando le caratteristiche dei tableaux de mode, uno stile che si sviluppò nel 1720 attraverso il lavoro di artisti come Jean-François de Troy e che consentì di incorporare elementi della pittura di genere nella ritrattistica tradizionale. I soggetti di questo tipo di pittura vengono raffigurati mentre svolgono attività quotidiane, come leggere o bere cioccolata calda, e tutto ciò conferisce a queste opere un'aria più domestica e rilassata.

Nel suo libro "Ritratti femminili e mecenatismo alla corte di Maria Antonietta", Sarah Grant evoca proprio questo ritratto della principessa:

"Il matrimonio della giovane Marie-Thérèse di Savoia-Carignano con il principe di Lamballe diventa presto tragico e lascia la giovane donna vedova dopo appena pochi mesi quando aveva solo 19 anni.

La malattia di cui la principessa avrebbe sofferto a intermittenza per il resto della sua vita era presumibilmente una forma più lieve di sifilide, che la sposa aveva contratto dal marito. In privato la società era sensibile alla difficile situazione delle mogli innocenti infettate da mariti ingannevoli, il che non era raro. La malattia era comunque guardata con orrore e coloro che ne erano afflitti venivano ostracizzati. Era quindi essenziale per la principessa proiettare di sé un'immagine immancabile di decoro, delicatezza e modestia.



Il ritratto di Charpentier, generalmente indicato come ritratto della principessa di Lamballe, risponde a questa esigenza. Mostra la principessa che legge in un giardino e illustra il tema della vedova sapientemente ritirata dal mondo. Il suo vestito mostra che non è più in lutto, che a corte, per le vedove, durava un anno e sei settimane, e la principessa appare al contrario come un vero modello di decoro.

Il giardino non è qui per suggerire piacere, ma un tranquillo rifugio, un luogo di commovente riflessione o contemplazione. L'ombra proiettata del parasole e i fiori sparsi sono una sottile evocazione delle vanità del passato e un ricordo della vedovanza della principessa.

Un'aggiunta tanto insolita quanto significativa è il velo trasparente che le copre il viso. Questo dettaglio è assente negli altri ritratti dell'epoca, tanto più che la sua sola presenza sembra vanificare lo scopo stesso del ritratto, che è quello di svelare il volto della modella. Non è né un velo da lutto né un velo per andare in chiesa, e la sua presenza dovrebbe essere intesa qui come un simbolo di castità.  


Questo tema è ripreso e sottolineato anche dall'abbondanza di merletti che adornano l'abito e gli accessori della principessa. (...)

Il pizzo è generalmente associato alla purezza e il suo uso per questo ritratto spinge lo spettatore a identificare la principessa con questa virtù. Il motivo stesso del pizzo illumina ulteriormente il significato del ritratto. Accanto a motivi convenzionali come cesti di fiori o ventagli, possiamo infatti notare - nella parte inferiore della gonna, al centro - una scena in cui un pellicano nutre i suoi piccoli. È questo un motivo tratto dalla Bibbia...'' 

Simbolo di infinita carità e resurrezione, il pellicano rappresenta anche il candore, la purezza dell'Amore di Dio.

L'inclusione di una rosa nella mano destra di Marie Thérèse potrebbe aver aggiunto un elemento di simbolismo al ritratto. Una delle poesie più conosciute nella cultura francese era ed è "Quando sarai vecchio" di Ronsard, in cui un gentiluomo parla dall'oltretomba al suo amore ancora in vita. Nella riga finale di questa poesia si può leggere la frase "Raccogli oggi le rose della vita".


Considerati nel loro insieme, l'atteggiamento, l'abito e l'occupazione studiosa della principessa ricordano  delle scene tipiche del Rinascimento, dove la Vergine, riparata da un velo, legge in solitudine. Le violette sparse per terra davanti alla principessa sono fiori ben noti per simboleggiare la Vergine, compaiono frequentemente in scene che la ritraggono in un giardino recintato. La sobrietà e il carattere pacifico di questa rappresentazione mirano a dissociare la principessa dalla reputazione licenziosa e dai vizi del defunto marito.

E' possibile datare il dipinto grazie alla splendida veste à la française che la principessa indossa, e che farebbe risalire il ritratto al 1769-70 circa. A questa data, con la morte di Maria Leszczynska, fu suggerito che la bella giovane vedova potesse sposare Luigi XV; tuttavia, questo era un matrimonio che né lei né suo suocero desideravano. Invece Marie Thérèse divenne una delle più strette confidenti di Maria Antonietta che nel 1775 la nominò Sovrintendente de la Maison de la Reine, la dama di compagnia di più alto rango.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.