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giovedì 18 maggio 2017

Il gabinetto della Méridienne

Jean-Michel Moreau le Jeune - incisione dal titolo
"Non abbiate timore mia cara amica" del 1775.
La scena che ha come location un'alcova di specchi in cui
un giovane donna incinta viene rassicurata dalle sue amiche
e dal suo confessore,  non può non farci pensare
alla regina e al suo entourage e soprattutto
alla sua Méridienne. (Getty Museum)
"Dopo desinare la regina preferisce recarsi nella nuova Méridienne, che il Mique porta a termine in questo mese di settembre 1781 e va a stendersi nell'alcova di specchi, dove in un determinato cantuccio si appare senza testa. Quante volte non ha ella lasciato errare l'azzurro suo sguardo sulle meravigliose orlature - gioielli cesellati dal Forestier - incornicianti gli specchi..." (André Castelot)


Quando Maria Antonietta arrivò a Versailles, trovò i Gabinetti interni dell'appartamento della Regina, nell'assetto voluto da Maria Leczinska. Per dare un'impronta personale a questi ambienti, la regina ordinò via via dei rifacimenti, prima all'architetto Gabriel e in seguito all'architetto Mique, Intendente e Controllore dei Palazzi della Regina, al quale Maria Antonietta fece assegnare il titolo di Primo Architetto del Re. Nel febbraio del 1781, in occasione della sua seconda gravidanza, Maria Antonietta ordinò la ristrutturazione del piccolo gabinetto privato. La stanza, di forma ottagonale, grande appena 14 metri quadri, fu ultimata nel mese di settembre dello stesso anno, appena un mese prima della nascita del sospirato erede. Il salottino che è posto dietro la stanza da letto di Maria Antonietta, si presenta ai nostri occhi come una bomboniera; la regina utilizzava questa stanza per riposarvi a mezzogiorno, dopo aver desinato, e da tale abitudine il salottino prese il nome di Méridienne. La nesessità di un ambiente simile nasceva soprattutto dalla voglia di star sola, senza disturbare il proprio personale e senza esserne disturbata. Era in questa stanza che Maria Antonietta chiacchierava con le sue amiche e discuteva di moda con Rose Bertin e Léonard, e sempre in questa stanza sceglieva quali abiti indossare. Negli anni '80 del Novecento, furono rinvenuti, incastrati nel pavimento (in seguito ad un restauro) alcuni spilli che la regina era solita appuntare sui campioni di stoffa degli abiti prescelti, contenuti nella "gazette des autours".



Maria Antonietta abbraccia sua figlia mentre Madame de Lamballe è intenta in una lettura.
La scena si svolge nel salottino della Méridienne. Opera ottocentesca di Joseph Caraud
Il gabinetto, nel quale si nota la valenza dell'opera di Richard Mique, presenta particolari lavorazioni: boiseries, bronzi, specchi, porte con elementi ricchi di simboli ed allegorie: un'aquila asburgica per ricordare la famiglia d'origine della regina; il simbolo del Delfino che allude alla nascita del primogenito; cuori trafitti a simboleggiare l'amore tra il re la regina; i pavoni che simboleggiano la dea Giunone. Le boiseries furono intagliate dai fratelli Rousseau pittori e decoratori, molto noti per i loro motivi ornamentali d'ispirazione pompeiana.






Busto del Delfino








Si può notare inoltre la scelta del materiale, estremamente delicato, e la scelta degli elementi di arredo come il camino in marmo di Campan (un tipo di marmo particolarmente utilizzato durante i regni di Luigi XIV e Luigi XV per abbellire il castello), le belle sedie di George Jacob, e il tavolino in acciaio e bronzo dorato, con ripiano in legno pietrificato. Il legno pietrificato proveniva dalle collezioni di Carlo I d'Inghilterra ed era stato venduto agli Asburgo nel 1649, in seguito all'esecuzione di Carlo I. Montato a Vienna da Mathias Domanock nel 1770 in occasione del matrimonio di Maria Antonietta, fu un dono di nozze della sorella della regina, Maria Cristina duchessa di Sassonia-Teschen. Il legno pietrificato era considerato all'epoca una rara curiosità.



La Méridienne ricevette un primo restauro sotto Luigi XVIII, seguito dallo smantellamento dei pannelli scolpiti nel 1939 e rimontati solo nel 1947. Si può dire quindi che il luogo, rispetto ad altri ambienti di Versailles, è ancora autentico.
Come è noto, il mobilio del boudoir andò disperso o distrutto dopo la Prima Guerra Mondiale a Berlino. Il mobilio realizzato da Jacob fu infatti venduto il 30 settembre 1793, in piena rivoluzione, ad un tedesco, il signor Henning, proprietario di un hotel a Bad Pyrmont, l'Hotel Schröder. Alcuni elementi si trovano ancora a Berlino, e Versailles fu in grado di acquisire solo un paio di poltrone di Jacob nel 1980, in occasione di alcuni restauri. Le sedie presenti oggi nel salottino provengono invece da Fontainebleau e un tempo arredavano il boudoir turco del conte d'Artois.
Nel 1970, per motivi di costi, si decise di portare la tappezzeria della Méridienne a quella di origine, vale a dire la tappezzeria più semplice e meno elaborata delle tre scelte dalla regina in otto anni.
Maria Antonietta infatti, cambiò per ben tre volte la tappezzeria in linea con la moda ma anche per via del suo carattere facilmente mutevole:

1781-1782: raso di seta azzurra goffrata con piccoli punti in rilievo

1782-1785: raso bianco ricamato con motivi di rose, foglie e piantine di mirtillo

1785-1794: seta ricamata con motivi di fiori lilla e foglie verdi

Poltrona di Jacob i cui braccioli riportano scolpite le teste di due cani. Si dice che siano
le effigi degli spanieli nani, tanto cari alla regina 
Con l'ultimo restauro, il museo ha deciso di riproporre la tappezzeria del 1785. Il restauro del gabinetto della Méridienne si è concluso nel 2015 ma manca ancora l'ultimo tocco, quello appunto dei tessuti. Un privato in possesso di una poltrona originale della Méridienne, l'ha messa a disposizione del castello come modello, affinché ne venga riprodotta la tappezzeria del 1785. Bisognerà quindi aspettare che il tessuto d'arredo venga riprodotto perchè la Méridienne sia riaperta al pubblico.

Qui in basso due foto della Méridienne come si presenta oggi, fresca di restauri ma ancora senza la tappezzeria:



Uno dei racconti più suggestivi relativi alla Méridienne, riguarda lo specchio del Cabinet. Lo specchio della camera è tagliato in modo tale che, avvicinandosi in un certo punto e ad una certa distanza, rifletta l'immagine di chi vi si specchia senza testa. Un sinistro presagio nella vita della regina. In realtà gli specchi della Méridienne furono sostituiti durante i restauri voluti da Luigi XVIII e questo particolare effetto ottico risale quasi certamente a questo periodo. E' infatti poco verosimile che un difetto del genere passasse inosservato e che Mique non lo avesse corretto.


Nel 1981, Jacqueline Kennedy, commissionò alla celebre fotografa, Deborah Turbeville, alcune foto per il libro Unseen Versailles, per illustrare la reggia in maniera spettrale ed onirica. La fotografa si ispirò anche a Maria Antonietta e alla sua Méridienne. 




2 commenti:

  1. Complimenti. Interessante e ben scritto. Mi occupo di storia della moda e ho scritto un articolo sulle acconciature di Maria Antonietta sul mio blog. L'indirizzo è:
    http://mda-arte.blogspot.it/2016/04/le-spericolate-acconciature-di-maria.html?m=1

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    1. Grazie mille Biancamaria, blog interessantissimo il tuo.

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