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sabato 25 marzo 2017

Maria Antonietta, una tragedia incompiuta di Giacomo Leopardi


"Gran Dio, gran Dio, qual vita!... io sorgo: tutti
Ecco riveggo i mali miei sì come
Ieri li vidi anzi il corcarmi... Oh giorni
Che mi levava io paga! andati giorni,
Oh lieti dì, memoria acerba!... Oh Dio
Il vuoi tu: sia: volenterosa il dico.
Ben me n'avveggo: a le sventure io forza
Bastevol non oppongo. In lamentanze
Troppe, spesse trascorro. Ah non a colpa
Appormelo vorrai. Resister bramo,
Cedere m'è forza e lagrimare. Oh sposo!
Quanto t'amava! ah mi t'han morto. Scure
Tronco t'ha il regio capo. Inique mani
Di tuoi sudditi mani hanti afferrato
Sul patibolo il crine... io gelo... oh faccia
Insaguinata, morta... "
Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi in un ritratto di Luigi Lolli
Nel 1998, l'Assemblea generale dell'Unesco si era riunita a Parigi per festeggiare il bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi. Alla riunione era presente la scrittrice Donatella Donati recanatese come il suo illustre compatriota, che rimase particolarmente colpita da un intervento, in videoconferenza, di Riccardo Muti; il maestro ricordò che Leopardi avrebbe voluto scrivere il libretto per un'opera da mettere in musica, dedicata a Maria Antonietta. Purtroppo il diciottenne poeta lasciò solo in abbozzo l'opera tra cui un monologo e diverse scene. Fu così che Donatella Donati ebbe l'idea di continuare il lavoro di Leopardi, scrivendo un'opera teatrale. Dopo aver consultato le carte del processo della regina, la Donati scrisse un'opera di un unico atto "Tutto a te mi guida, l'ultimo giorno di Maria Antonietta" che, portata in scena per la prima volta nel 2006, per la regia di Rodolfo Craja, al teatro Lauro Rossi di Macerata, fu molto ammirata.

Ma torniamo al giovane Leopardi e alla sua idea nata dopo aver sognato Maria Antonietta e dopo aver letto, come lui stesso scrive nei suoi ricordi d'infanzia e d'adolescenza, il romanzo di Jean-Baptiste Regnault-Warin (1775-1844) "Il cimitero della Maddalena" che descrive la tragica fine di Luigi XVI e della sua famiglia: ""Tenerezza di alcuni miei sogni singolare movendomi affatto al pianto (quanto mai maissimo m'è successo vegliando) e vaghissimi concetti come quando sognai di Maria Antonietta e di una canzone da mettergli in bocca nella tragedia che allora ne concepii la qual canzone per esprimere quegli affetti ch'io aveva sentiti non si sarebbe potuto fare se non in musica senza parole, mio spasimo letto il Cimitero della Maddalena...".

martedì 14 marzo 2017

La Toile de Jouy

La fabbrica di Oberkampf
Tra il XVII e il XVIII secolo, divenne molto popolare un tessuto indiano: il chintz. Letteralmente questa parola indi sta per "variegato". Si trattava di un tessuto lucido, con stampe variopinte o in tinta unita, particolarmente usato per l'arredamento. Fu per emulare il chintz che nacque nel 1759 a Jouy-en-Josas vicino Versailles, la "Toile de Jouy".

La crescente domanda da parte dell'élite europea aveva infatti persuaso Christophe Philipe Oberkampf, un imprenditore di origine tedesca, a realizzare una nuova tecnica per ricreare l'effetto del chintz, contrastando in questo modo la crescente importazione dall'estero, del resto già vietata a suo tempo da Luigi XIV.

La tecnica che rendeva il cotone più liscio e permeabile alla stampa, consisteva nell'imprimere a mano le figure, inizialmente con timbri di legno e poi con rulli di rame mentre il fissaggio del colore avveniva trattando il tessuto con sali di ferro e di alluminio e ricoprendolo con uno spesso strato di sterco di vacca. Seguiva poi una lunga fase di lavaggio in acqua profumata per elimare l'odore di sterco di vacca anche se, nonostante questo lungo procedimento, rimaneva un odore caratteristico.


lunedì 6 marzo 2017

Karl Lagerfeld

Un disegno estemporaneo di Karl Lagerfeld eseguito per il marchese di Breteuil
nel 1987 che rappresenta Maria Antonietta con la  collana dello scandalo.
Accanto la dedica dello stilista: "Ecco più o meno l'effetto se la sventurata regina
avesse mai avuto questa famosissima collana".
Icona di stile senza tempo, Maria Antonietta è ancora oggi fonte di ispirazione per le passarelle di alta moda. Stilisti del calibro di Dior, John Galliano e Alexander McQueen, l'hanno scelta spesso come musa per le loro collezioni. 

Tra i tanti stilisti spicca il nome di Karl Lagerfeld, fotografo oltre che stilista, che non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per la regina di Francia.

Nel 2014 Lagerfeld, con la collaborazione di Amanda Harlech, ha selezionato per un servizio fotografico, abiti di Giambattista Valli, Giorgio Armani e Dior, al fine di evidenziare attraverso i modelli più belli, la collezione primavera/estate ispirata a Maria Antonietta. 

Per il servizio fu scelta la modella americana Lindsey Wixon; le foto furono pubblicate su Harper's Bazaar, contenute in un editoriale di alta moda ispirato allo stile di Maria Antonietta con tanto di parrucche incipriate e guance rosa. 



domenica 5 marzo 2017

Le camminatrici dai lunghi bastoni

Nel Settecento l'educazione fisica non era ancora prevista per le donne, eccezion fatta per l'equitazione, ma iniziò a farsi strada un'attività che assieme all'aria aperta e a delle sane abitudini igieniche, contribuiva a rinvigorire la salute delle dame, altrimenti costrette ad una vita piuttosto sedentaria: la marcia.

Passeggiare con passo veloce, riuniva l'arcaismo e la modernità; fondamentale era l'andatura che doveva essere oltre che celere, "sciolta, con portamento semplice". 

Il Cabinet de Modes, un giornale dell'epoca in cui venivano pubblicati dei figurini di moda, insisteva sul portamento "nobile e fiero" che ogni dama avrebbe dovuto tenere durante le passeggiate. "Siate sicure quando camminate, osate alzare la testa". 

Queste passeggiate che presero il nome di "passeggiate igieniche", avevano un loro specifico codice. Le camminatrici dovevano indossare un vestito corto e dovevano munirsi di un lungo bastone. Tale bastone fu presto introdotto nei figurini di moda e il tema occupa quasi un quarto delle tavole della "Galerie des modes et costumes française", La veste delle camminatrici prese il nome di tronchine, dal suo inventore, il medico Tronchin. Il bastone da passeggio ebbe i suoi mercanti, dei quali una delle più in vista fu Madame Renard, in rue Saint-Honoré".

La passeggiata aveva i suoi rituali: di questi, i più importanti, la passeggiata del mattino e la passeggiata della sera, sono riportati  e distinti nel Monument du costume del 1773.

La passeggiata del mattino
La passeggiata della sera
Le camminatrici avevano dato vita ad una nuova era, l'idea di abbellirsi con il movimento, una visione ancora allo stato embroniale ma comunque specifica dell'attività fisica.  "Era ora che le donne si ricordassero dell'uso al quale le gambe erano state destinate".  

Il profumo all'epoca di Maria Antonietta

Boccette di profumo appartenute a Maria Antonietta
Collezione privata
Nel Settecento si verificò un rinnovato interesse nei confronti del profumo, fino ad allora utilizzato per sedurre ma soprattutto a scopi terapeutici. Indubbiamente continuò ad essere un richiamo per l'altro sesso, ma andava sviluppandosi soprattutto una tendenza alla personalizzazione, all'identità, al narcisismo.

Si attribuivano ai profumi numerose virtù, soprattutto in campo medico. Si riteneva che il profumo proteggesse, purificasse e tenesse lontane numerose malattie. E' cosa nota che dal XIV al XVII secolo i medici, durante le pestilenze, indossavano una buffa maschera con un becco, all'interno del quale c'erano erbe mediche ed erbe aromatiche, fiori secchi, lavanda, timo, mirra, ambra, foglie di menta, canfora, chiodi di garofano, aglio e, quasi sempre, spugne imbevute di aceto, per non sentire l'odore dei malati e tenere lontano le malattie. La scienza moderna è riuscita a dimostrare un'efficacia antibatterica e antivirale eccezionale degli oli essenziali estratti da queste piante e in effetti le loro proprietà sono degne di nota, dimostrate ad esempio nei confronti dell' Yersinia enterocolitica (batterio appartenente allo stesso genere della specie responsabile della peste).

Per questo motivo si abusava dei profumi tanto che a Versailles, sotto il regno di Luigi XV, la corte fu soprannominata "la Corte profumata". Il profumo era onnipresente: sul corpo, sulla biancheria intima, sulle vesti e sugli accessori. Venivano posti sacchetti contenenti petali di rose cuciti all'interno delle pieghe dei vestiti; cuffie provviste di fodera interna contenevano erbe aromatiche essiccate; ciprie profumate venivano sparse sulla biancheria o sulle parrucche. I guanti, i ventagli, i fazzoletti venivano profumati. Delle strisce profumate venivano disposte direttamente sulla pelle prima di indossare abiti che avevano subito lo stesso trattamento della pelle.
Tanto profumo però mascherava altrettanti cattivi odori che, in un'epoca in cui la pulizia del corpo era ancora poco praticata, dava l'illusione di vera igiene.

mercoledì 1 marzo 2017

Ritratti preparatori di Martin van Meytens

Preziosi ritratti preparatori per il ritrato di gruppo, eseguito da Martin van Meytens nel 1751, dei figli di Maria Teresa e Francesco Stefano. Mancano all'appello Maria Carolina, Ferdinando, Maria Antonietta e Massimiliano, che dovevano ancora nascere. Oggi i disegni sono conservati all'Albertina:

Maria Anna
Giuseppe