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mercoledì 2 novembre 2016

"Marie Antoinette" di Heinrich Heine

Heirich Heine nel 1831
Nel 1851 Heinrich Heine, tra i più importanti esponenti del Romanticismo tedesco, poeta amatissimo di Sissi. dette alle stampe la raccolta di liriche "Romanzero" il cui primo volume, Historien, dedicato alla caducità della bellezza, contiene la lirica "Marie Antoinette". 

Aderendo a uno dei cliché del romanticismo noir, Heine evoca gli spettri della regina e delle dame titolate del suo stretto entourage in uno dei momenti più intimi del cerimoniale di corte, quello del risveglio della sovrana. 

Nella poesia di Heine tale rito si svolge temporalmente dopo la Rivoluzione del 1789, e precisamente dopo gli eventi rivoluzionari francesi del 1830 e del 1848, a rimarcare come il poeta voglia cogliere nel processo storico, di cui è spettatore, l’incalzare delle tendenze restaurative. 

Scorrendo i versi di 15 strofe, ciascuna delle quali prevede una quartina a rima alternata, l’ancien régime viene evocato attraverso dei “rèvenants”: la regina e le sue dame per l’appunto, tutte private della testa ad opera della ghigliottina, intente in modo grottesco e macabro al rito quotidiano del lever dove, con grande stupore, si assiste di giorno a un’apparizione spettrale assai curiosa, quella del Palazzo delle Tuileries che fu attaccato dal popolo francese il 10 agosto 1792 in piena Rivoluzione e ancora nel luglio del 1830 e il 24 febbraio del 1848 a seguito dei moti rivoluzionari. E proprio in questa regale dimora vagano indisturbati vecchi fantasmi di un passato che pareva fosse ormai inesorabilmente tramontato, quelli della regina e delle sue dame.


Foto tratta dal servizio fotografico di Deborah Turbeville per il libro Unseen Versailles 
Il lever descritto da Heine presenta movenze leziose di gusto rococò funzionali alla spirale canzonatoria, in cui il poeta avviluppa le figure coinvolte: dame e damigelle paludate di raso e di broccato, agghindate con preziosi gioielli, fan circolo attorno alla regina sedute su sgabelli imbottiti e dalle loro vesti gonfie a panier escono graziosi piedini dalle caviglie sottili. Ma ciò che suona strano è il fatto che non si siano accorte di essere morte. Maria Antonietta che se ne andava in giro per la corte impettita con un toupet altoturrito, lei la figlia di Maria Teresa, la nipote di imperatori tedeschi, è ora costretta ad apparire come un fantasma senza acconciatura e senza testa in un consesso di dame al pari di lei spettinate e private del capo.

Al di là della superficialità e frivolezza della regina e del suo entourage,si potrebbe considerare tale spettrale raduno come l’ornamento di un’idea passata, quella di ancien régime per l’appunto che, nonostante sia stata vinta dalla storia, cerca tuttavia di risorgere (allusione al colpo si stato del 2 dicembre 1851 ad opera di Luigi Napoleone Bonaparte) riallacciandosi a convenzioni e valori monarchici prerivoluzionari. 


The plate-glass windows gleam in the sun
In the Tuileries Castle gaily;
And yet the well-known spectres of old
Still walk about in it daily.
Queen Marie Antoinette still doth haunt
The famous pavilion of Flora;
With strict etiquette she holds her court
At each return of Aurora.
Full dress'd are the ladies, -- they most of them stand,
On tabourets others are sitting,
With dresses of satin and gold brocade,
Hung with lace and jewels befitting.
Their waists are small, their hoop-petticoats swell,
And from underneath them are peeping
Their high-heel'd feet, that so pretty appear, --
If their heads were but still in their keeping!
Not one of the number a head has on,
The queen herself in that article
Is wanting, and so Her Majesty boasts
Of frizzling not one particle.
Yes, she with toupee as high as a tower,
In dignity so resplendent,
Maria Theresa's daughter fair,
The German Caesar's descendant,
She, curlless and headless, now must walk
Amongst her maids of honour,
Who, equally headless and void of curls,
Are humbly waiting upon her.
All this from the French Revolution has sprung,
And its doctrines so pernicious,
From Jean Jacques Rousseau and the guillotine,
And Voltaire the malicious.
Yet strange though it be, I shrewdly think
That none of these hapless creatures
Have ever observed how dead they are,
How devoid of head and features.
The first dame d'atour a linen shift brings,
And makes a reverence lowly;
The second hands it to the queen,
And both retire then slowly.
The third and fourth ladies curtsy and kneel
Before the queen discreetly,
That they may be able to draw on
Her Majesty's stockings neatly.
A maid of honour curtsying brings
Her Majesty's robe for the morning;
Another with curtsies her petticoat holds
And assists at the queen's adorning.
The mistress of the robes with her fan
Stands by, the time beguiling;
And as her head is unhappily gone,
With her other end she is smiling.
The sum his inquisitive glances throws
Inside the draperied casement;
But when the apparitions he sees,
He starts in fearful amazement.

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