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sabato 16 gennaio 2016

La latteria della Regina

Una stampa ottocentesca raffigurante la Regina
intenta a fare il burro nella sua latteria
La tradizione di un caseificio all'interno di una proprietà reale è antica. Già Caterina de' Medici ne aveva fatto installare uno nel parco del castello di Fontainebleau. A Versailles Luigi XIV aveva provveduto a far installare una latteria nei pressi del serraglio, per la nipote Maria Adelaide di Savoia.
Madame de Pompadour ne aveva una nella sua residenza di Crécy-Couvé, essendo una grande estimatrice di latticini per le loro proprietà medicinali. 

Rousseau nella sua Nuova Eloisa, parlava del latte, non solo in termini di benessere fisico ma anche in termini di purezza morale.
Il latte era tenuto in gran conto e la stessa Maria Antonietta ne consumava molto come si evince dalle lettere alla madre. Era facile vederla fare merenda con un bicchiere di latte accompagnato da alcune fragole. Era quindi inevitabile che la regina desiderasse nella sua fattoria una latteria.
In origine, presso le hameau, vi erano due latterie: una in cui venivano preparati e lavorati i prodotti lattiero-caseari, la "laiterie de préparation" e un'altra, definita "laiterie de propreté", un locale in cui degustare il prodotto finito.

Spesso la regina si dilettava a produrre il burro con le sue dame, un burro definito buonissimo da coloro che avevano avuto l'onore di poterlo assaggiare.

Maria Antonietta in compagnia della principessa di Lamballe, davanti alla latteria del suo Hameau -
Dipinto ottocentesco di  Joseph Caraud
Un fotogramma tratto dal film "Marie Antoinette" di Sofia Coppola in cui la Regina è intenta
a bere del latte in compagnia delle sue amiche
La laiterie de préparation, quella in cui avveniva la produzione, fu demolita in epoca napoleonica. I costi per ricostruire il locale furono ritenuti troppo alti e così oggi rimangono solo poche macerie a testimonianza della latteria di produzione.


Ciò che rimane nel punto in cui sorgeva la laiterie de préparation
La laiterie de propreté. All'ingresso si trova il busto rappresentante un "pastore".





Uno dei pochi pezzi giunti fino a noi, un tempo facente parte
del servizio della latteria del Petit Trianon. Manifattura di Sèvres
Anche se oggi gli ornamenti della latteria della Regina comprendono un soffitto a trompe d'oeil, delle vasche di marmo bianche, fontane a forma di testa di leone e un tavolo in marmo finemente intagliato, questi non facevano parte del disegno originale del caseificio; di originale ci sono pervenute solo alcune brocche e ciotole di porcellana. Tutto andò distrutto durante la rivoluzione e fu Napoleone ad ordinare un restauro nel 1811, facendo reinstallare un tavolo di marmo identico a quello che c'era in origine, creato da Louis-François Leprince.
Un dipinto ottocentesco che rappresenta la Regina nel suo Hameau con il Delfino intento a ricevere una tazza di latte appena munto.
Un ritratto di Madame Aughié, la sorella di Madame Campan, eseguito dal pittore Wertmuller nel 1787, ci offre un'idea di come la latteria della Regina apparisse poco dopo il suo completamento risalente al 1785. Si presentava come un ambiente con pareti nude e bianche, ma fu ritenuto troppo semplice dagli architetti di Napoleone. Le pareti furono rifatte per simulare il marmo bianco e venne aggiunto un soffitto a trompe d'oeil.
Madame Aughié che fu tra le amiche
più care della Regina, ritratta all'interno della latteria dell'Hameau
Maria Antonietta possedeva anche un'altra latteria a Rambouillet. Fu Luigi XVI ad ordinarne la costruzione in gran segreto, affidando i lavori al conte di Angiviller, al pittore Hubert Robert e all'architetto Jacques-Jean Thevenin. La latteria doveva essere una sorpresa per Maria Antonietta; il re sperava in questo modo di far apprezzare il castello alla moglie che non amava Rambouillet,  trovando il posto molto noioso e "gotico".

La latteria di Rambouillet
Nascosta da una palizzata di ramature, questa costruzione venne inaugurata nel giugno del 1787 davanti alla Regina e alla Corte.
La latteria era formata da due stanze, la prima detta la "Sala Tonda" dove sulle tavole in marmo vi si deponeva il vasellame in porcellana di Sévres, era destinata a servire il latte.
All'apertura della porta che dà sulla seconda parte della Latteria, detta "Sala di refrigerio", si scopre l'incantesimo di una vera messa in scena: nel fondo dello spazio oblungo sorge un accozzamento di rocce monumentali nel cuore delle quali, fragile e graziosa, si leva l'opera di Julien: la Ninfa Amalthea e la sua capra che, secondo il mito, nutrì col suo latte Zeus bambino. L'effetto è ancora oggi ammaliante ma bisogna immaginarlo in un altro contesto, cioè nello stesso ambiente ma più vaporoso, dove i getti d'acqua si spandevano da una parte all'altra e la grotta grondava rumorosa acqua scrosciante.




Purtroppo l'aspetto attuale della Latteria, come dimostrano le N scolpite sulle mensole e grattate via nel 1814 per cancellare il passaggio dell'Impero, non è quello del XVIII secolo. Il pavimento coi marmi colorati e la tavola stellata imperiale, tempestata di porfiro, sono un vero esempio di controsenso se si guarda il cromatismo omogeneo iniziale, di cui il bianco della pavimentazione e dei rilievi si armonizzavano col latte. Una mobilia in mogano era stata fabbricata specificatamente per il luogo dal grande ebanista parigino Georges Jacobs.

Anche in questo caso ci sono pervenuti alcuni oggetti del servizio della latteria, tra cui il Bol-sein, recipiente a forma di mammella, realizzato nel 1787 dalla Manifattura Reale di Sèvres. Il servizio fu realizzato in stile "Etrusco" mentre l'aspetto era quello di una grossa e profonda ciotola di porcellana bianca dal colore lattiginoso a forma di mammella, e con tanto di capezzolo nella parte terminale. L'intenzione era quella di rievocare i miti greci, senza alcuna allusione sessuale.

Un bol-sein realizzato per il serivizio della latteria di Rambouillet
Piatto e tazza del servizio della latteria di Rambouillet
Un secchio della latteria di Rambouillet battuto all'asta di recente
Christine A. Jones nel suo libro del 2013 sui Servizi in porcellana storici, afferma riguardo queste gigantesche ciotole a forma di seno:

"La tazza da latte di Maria Antonietta divenne nota senza giri di parole, come bol-sein, o Coppa del seno. Aveva un colore smaltato che andava dal color carne al rosa, quasi a voler rievocare il vero incarnato del seno di una donna. Nella Coppa veniva servito latte fresco di mucca....".

La ciotola a forma di seno, testimoniava l'amore di Maria Antonietta per le cose naturali e semplici ma la produzione di queste tazze, diede luogo col tempo alla leggenda secondo cui fu la regina stessa ad offrirsi come modella per realizzare il calco del Boul-sein, ma questa è una menzogna, ovviamente, al pari di tutte le dicerie che all'epoca circolavano sulla Regina.

Qui in basso la Regina nella sua latteria a Rambouillet in un dipinto ottocentesco:




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