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domenica 31 gennaio 2016

I gioielli all'epoca di Maria Antonietta

Disegno italiano raffigurante un
ornamento da corpetto di
ispirazione floreale
Victoria &Albert Museum, Londra
Nel Settecento l'industria orafa assomigliava molto a quella attuale: la produzione era organizzata con apprendisti, operai qualificati e maestri artigiani che lavoravano in piccoli laboratori.
I laboratori rifornivano i gioiellieri che vendevano al dettaglio attraverso annunci in cui erano indicati la propria città e le proprie creazioni.

I motivi della produzione orafa, tra Seicento e Settecento, erano molto spesso i fiori, sia quelli rappresentati nei testi di botanica che quelli esotici, come dimostra il libro del 1635 "Lire des ouvrages d’orfevrerie di Gilles Légaré".

Un altro motivo molto diffuso era il fiocco che derivava dai nastri con cui si fissavano i gioielli. Le spille a fiocco con le cocche rivolte verso il basso si chiamavano Sévigné, dal nome della scrittrice francese Madame de Sévigné che fu la prima ad indossare un simile gioiello.

Verso la fine del Seicento si iniziò ad utilizzare un diverso tipo di abbigliamento a seconda del momento della giornate: durante il giorno si preferivano abiti e gioielli semplici mentre alla sera, venivano indossati vestiti e gioielli fastosi.

Sévigné in paste di vetro opaline e incolori, realizzata in Inghilterra nella seconda metà del settecento.
Museum of London.
Con l'aumentare degli acquirenti al mercato del gioiello, si sviluppò l'arte della “bigiotteria” attraverso l’uso sempre più diffuso del vetro e dell’acciaio che erano utilizzati per creare gioielli molto originali e apprezzati dalla clientela. Già nel 1670 il londinese Gorge Ravenscroft aveva creato un tipo di vetro in grado di essere tagliato come un diamante perché particolarmente duro.


Gioielli con pietre in pasta di vetro incolore tagliate a brillante, comunemente chiamate strass
 dal nome di George Frederic Strass che mise a punto un procedimento per produrre imitazioni particolarmentepregevoli del diamante, con cui creò gioielli ricercatissimi. Grande sévigné e girocollo, della fine del settecento, con strass taglio brillante e carré


Questo materiale fu poi perfezionato da G.F. Strass (1701-1773) che produsse la qualità più resistente, un vetro piombifero molto luminoso.
L’acciaio, utilizzato soprattutto in Inghilterra, era adoperato a borchie sfaccettate e avvicinate per aumentare lo scintillio.

Coppia di orecchini "en girandole", probabilmente spagnoli
seconda metà del secolo con granati montati "a notte":
il colore delle pietre è rinforzato da sottili lamine metalliche dipinte
 di rosa interposte tra la montatura e la pietra;
era questo è un espediente usato con una certa frequenza
 nella gioielleria settecentesca per intensificare il colore
 di pietre semipreziose o preziose.
Molto di moda erano le gemme, importate dall’India e valorizzate da nuovi tagli e lucidature.
Era diffuso l’uso di incastonare i diamanti inserendo, nell’incastonatura, una piastra sottile metallica colorata in modo da ottenere tonalità pastello.
Le spille con diamanti erano piuttosto grandi e indossate numerose in dimensioni decrescenti fino alla vita. L’abbigliamento era impreziosito da gemme e perle che erano utilizzate in modo funzionale - come bottoni o fibbie per le scarpe - o a scopi esclusivamente decorativi - cucite lungo tutto l’abito.

Gli orecchini prodotti si arricchirono di gemme, smalto e oro: la tipologia più utilizzata era quella a girandola: a un elemento fisso erano sospese tre pietre pendenti, libere di oscillare e di riflettere così la luce delle candele.

Un altro gioiello molto in uso era il sigillo che era sospeso alla catena dell’orologio o utilizzato come anello. Il gioiello caratteristico delle dame del settecento era la chètelaine un ornamento da cintura che aveva sia funzione pratica che decorativa.

Due orologi con chatelaine, 1780/1790 circa - Reggia di Venaria Reale
Veniva indossata sulla cintura alla quale venivano appesi, per mezzo di catene, diversi oggetti come orologi, sigilli, libri, ètui ( piccolo astuccio contenente forbici, matita, coltellino per frutta pieghevole ecc.) La bellezza di questi gioielli consisteva nel fatto che le varie parti che erano agganciate alla cintura erano impreziosite in diversi modi (durante il neoclassicismo, ad esempio, con scene mitologiche) ed erano spesso dipinte a smalto.

Le fibbie gioiello per le scarpe erano molto diffuse sia per gli uomini che per le donne in sostituzione dei nastri utilizzati nel Seicento.
Coppia di fibbie da scarpe con paste di vetro tagliate e sfaccettate, probabilmente
 di produzione inglese. Le fibbie erano un elemento fondamentale della gioielleria maschile.
A sinistra: anello commemorativo inglese iscritto e datato 1792 in oro montato con diamanti tagliati a rosetta e paste di vetro colorato, decorato con un motivo a "giardinetto". A destra: anello in oro e smalto azzurro, probabilmente
di produzione francese, del tardo settecento: il castone rettangolare è montato con una miniatura su ceramica raffigurante
una fanciulla con colomba
Per quanto riguarda la produzione degli anelli era molto diffuso il modello giardinetti chiamato così perchè gli anelli erano decorati con piccoli cesti di fiori realizzati con pietre colorate e diamanti.

Gioielli memento mori
Nel Settecento continuarono ad essere apprezzati i gioielli memento mori, monili il cui fine era quello di ricordare una persona defunta; formati da un piccolo contenitore sul quale vi era impresso lo stemma, le iniziali e la data di morte della persona deceduta, avevano all’interno uno spazio in cui erano custoditi i capelli, il tutto era poi ricoperto da un cristallo e montato ad anello, ciondolo ecc.
Gli anelli, la maggior parte delle volte, recavano messaggi d’amore, a volte espliciti, altre nascosti (ad es. le lettere disposte come rebus a formare frasi amorose).

La perla aveva avuto il suo periodo d'oro nel secolo precedente e continuò ad essere largamente usata ed apprezzata anche nel settecento; iridescenza e irregolarità si adattavano alla perfezione al gusto dominante. Era ritenuto che le perle migliorassero il colorito e per questo motivo le dame le indossavano in gran numero in collane, orecchini, come ornamento nei capelli e cucite direttamente sugli abiti. Un’ immagine emblematica è fornita da un dipinto d’ignoto conservato a Londra alla National Gallery in cui è ritratta la regina Elisabetta I con la sua collana di perle pagata 3000 sterline.

Orecchini italiani con diamanti e perle scaramazze. 1750 circa.
I cammei furono di gran moda durante l'epoca neoclassica e fu in questo periodo che il ceramista Josiah Wedgwood utilizzò il diaspro, una ceramica opaca in vetro, per creare cammei, medaglioni e tavolette adorni con copie di rilievi e statue antiche, caratterizzate da figure bianche su sfondo colorato.

Cammeo di ispirazione classica dell'ultimo quarto del secolo.
A fine settecento la Rivoluzione francese impose nuove mode e comportamenti e suggerì ai gioiellieri un ricco repertorio iconografico. L’immagine della ghigliottina, ad esempio, fu di gran moda per la produzione di orecchini, indossati per palesare le proprie ideologie politiche.




Un po' di immagini:

Disegni italiani per collane girocollo. In alto, un gioiello di gusto tipicamente rococò
con motivi architettonici e floreali e un curioso pendente a forma di chiosco.
In basso, un disegno giocato su motivi di intrecci di fiori e nastri intorno a un fiocco centrale
quasi una sorta di grande sévigné


"Devant de corsage" A motivi floreali in oro, argento, diamanti e rubini, probabilmente di produzione spagnola
databile intorno alla metà del settecento. Si compone di vari elementi staccabili l'uno dall'altro, come spesso avviene in questo genere di  gioielli, per poterne variare le dimensioni secondo l'importanza dell'occasione in cui venivano
indossati; in tal modo si arrivava in alcuni casi a ricoprire per intero la parte anteriore del corpetto
Aigrettes inglesi databili alla metà del settecento, in oro e granati
con elementi montati "en tremblant". Londra, British Museum.
Parure databile intorno al 1760, probabilmente francese, in zaffiri bianchi e blu formata da un ornamento
per acconciatura, un bottone, due orecchini e una sévigné con pendente. Londra, Victoria and Albert Museum.
Collier dell'ultimo quarto del settecento: placche di porcellana di Wedgwood blu sono incorniciate
legate tra loro e decorate da marcassite incastonata nel metallo.
Londra, Museum of London.
Serie di étuis (astucci cilindrici destinati a contenere piccoli utensili per il cucito, la scrittura o altro).
Al centro, una châtelaine con étui e due piccole bomboniere a forma di uovo e due boccette porta profumi in smalto inglesi. Tutti pezzi databili al 1750-70.
Serie di orologi, tutti databili tra il 1780 e il 1790. In alto: orologio Mystérieuse, con scena en grisaille, del viennese Johannis Holzman. Sotto a destra: esemplare del laboratorio londinese di Jacquet Droz & Leschot, con stelline d'oro; al centro: esemplare in oro, smalto, diamanti e paste di vetro con motivo a stella, di Jean Robert Soret; a sinistra: orologio con cassa decorata a smalti policromi; in basso a sinistra: esemplare con stella di diamanti su base in smalto guilloché di Barraud; a destra: esemplare del laboratorio londinese di Pouzait & Godemars
 con cassa in smalto traslucido si base guilloché.
Bottoni a forma di rosetta realizzati in diamanti tagliati a cuscino, con montatura "a notte" in oro e argento
Orecchini inglesi in pasta di vetro opaline e azzurro acquamarina della seconda metà del settecento.
Londra, Museum of London
Coppia di orecchini pendenti con cammei in conchiglia di soggetto mitologico, montati in acciaio sfaccettato, dell'ultimo quarto del settecento. La ricerca di materiali alternativi a quelli preziosi portò all'introduzione in gioielleria dell'acciaio sfaccettato che offriva il vantaggio di sostituire sia il metallo prezioso sia le pietre e che, come queste ultime, rifletteva la luce delle candele. Il pregio dei manufatti in acciaio, nati come gioiello "povero", consiste nella raffinatezza del gusto e dell'esecuzione - Museum of London
Spilla spagnola, realizzata intorno al 1770, che raffigura, con caratteri intensamente naturalistici, un mazzo di fiori: steli, foglie, petali sono smaltati; un nastrino annodato, d'oro smaltato e tempestato di diamanti, trattiene il bouquet, decorato da piccoli diamanti. Si tratta di un raro esempio di quella gioielleria più fantasiosa e colorata diffusasi, sotto l'influsso del rococò, nella seconda metà del settecento, quando pietre colorate e smalti vennero largamente usati per dar vita a modelli floreali - Victoria & Albert Museum
Pendente in diamanti tagliati a cuscino databile all'ultimo quarto del settecento, con montatura in argento del tipo "en girandole": a un elemento fisso sono sospese tre pietre pendenti, libere di oscillare e di riflettere così la luce delle candele.

In alto a sinistra: orologio con cassa in oro lavorata a repoussé e intarsiata in lapislazzuli, tartaruga e madreperla, di Renpuarg, Londra, 1740 circa; a destra: esemplare con cassa decorata a smalti policromi su base cesellata di François Jolly, Parigi, 1750 circa. In basso: anello-orologio in oro, smalto, diamanti, creato a Londra nell'ultimo quarto del '700, per il mercato turco, da Marwick Markham.

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