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martedì 3 marzo 2015

Ferdinando d'Asburgo Lorena-Este

Ferdinando bambino in una miniatura di Antonio Pencini
Hofburg di Vienna, Gabinetto delle miniature
L'arciduca Ferdinando, nato a Schoenbrunn il 1° giugno 1754, era il fratello prediletto di Maria Antonietta; erano cresciuti insieme, avendo un solo anno di differenza, e furono compagni di studi e di giochi.

Fu Ferdinando ad accompagnare all'altare Maria Antonietta nelle nozze per procura a Vienna.

L'arte diplomatica del governatore di Milano, Beltrame, pilotato a sua volta da Kaunitz, aveva convinto Francesco d'Este a dare in sposa a Ferdinando la nipote Beatrice, unica erede del ducato di Modena e Massa.

“Non vedo all'orizzonte nessuna donna più degna per il mio amato fratello”
, scriveva Giuseppe II a sua madre.

Ferdinando con le insegne del Vello d'Oro, dipinto di Anton von Maron, castello di Versailles
Ferdinando era bello, beneducato e cavalcava benissimo. Secondo il suo precettore “ha una natura eccellente. Desidererei solo che prendesse un po' più di piacere per la lettura. I buoni libri sono necessari per acquisire l'arte di governare. L'arciduca legge tutti i documenti, per quanto voluminosi ma non si riesce a fargli aprire un libro”.
Maria Beatrice d'Este in un ritratto di Anton von Maron, castello di Versailles
Il matrimonio fra il diciassettenne Ferdinando e la ventunenne Beatrice d'Este, venne celebrato nel Duomo di Milano il 15 ottobre 1771. Temporaneamente gli sposi si stabilirono nel palazzo del Broletto che Maria Teresa aveva fatto costruire in attesa del restauro della malandata residenza ufficiale.

Abituato ai larghi spazi di Schoenbrunn, Ferdinando insistette e finalmente ottenne dalla madre, il permesso di iniziare la costruzione di una villa di campagna a Monza, su un fondo confiscato ai gesuiti.
Il denaro occorrente, sessantamila zecchini, venne prelevato dall'erario e l'oculata imperatrice scrisse ai due giovani sposi: “Dopo le prime spese, vi raccomando di non esagerare…”. La dimora, residenza di villeggiatura e di rappresentanza, sarà anche luogo di sentimenti e vita raffinatissima: una vera e propria “reggia fatata”, come amavano definirla Ferdinando e Maria Beatrice.
La villa reale di Monza nel 1803 in una tempera su carta di Raffaele Albertolli
Ferdinando in un ritratto di Joseph Hickel,
Museo Nazionale di Stoccolma
L'arcivescovo che aveva benedetto le nozze, perché non si illudesse di contare a Milano più dell'Arciduca, venne messo a sedere un gradino più in basso della coppia.

Dopo il matrimonio, Maria Teresa intrecciò con la nuora Beatrice una fitta corrispondenza; attraverso spie controllava il giovane Ferdinando, il cui comportamento non era molto esemplare: l'arciduca non era quel che si dice un devoto e induceva la madre a rimproverarlo spesso. Inguaribilmente mondano e amante del teatro (era in questo la versione maschile della sorella Maria Antonietta), legato in maniera ossessiva all'etichetta ma ancor più desideroso di eliminare il lassismo lasciato in eredità dalla Spagna, Ferdinando impose regole rigidissime, esigendo di circondarsi solo di persone di rango molto elevato, e dividendo i nobili in tre categorie. Vietò ai nobili di star seduti durante le rappresentazioni, di giocare d'azzardo nei teatri, e di ballare durante le feste ufficiali alle quali avevano il diritto di partecipare ma in piedi, e lungo le pareti. Richiese inoltre che gli venissero inviati “il maggior numero possibile di ussari”, così “da imprimere ai cittadini maggiore soggezione, poiché la preesistente milizia nazionale, priva di uniforme e mancando di disciplina e di qualche pratica nel maneggiare le armi, farebbe ben poca buona figura”.

Amante della giustizia, l'arciduca fu presto benvoluto di milanesi. Si narra che impose ad un nobile egoista di regalare l'intera borsa che aveva smarrito al povero che l'aveva ritrovata e lealmente restituita al proprietario perfettamente integra, ma senza ottenere nulla più di un "grazie", almeno fino all'intervento generoso di Ferdinando.
Maria Beatrice d'Este

Beatrice, che aveva quattro anni in più di Ferdinando, non era bella ma piacente, come ebbe ad osservare la regina Carlotta d'Inghilterra; intelligente e colta fu molto apprezzata dalla suocera che le dette preziosi consigli.

Il matrimonio fu piuttosto felice, i due si amavano moltissimo e le loro lettere contengono anche aspetti erotici. Dalla loro unione nacquero dieci figli, tra cui Francesco IV duca di Modena e Maria Ludovica imperatrice d'Austria.

Nel 1786 Ferdinando rese visita a Maria Antonietta con la moglie, dopo sedici anni che non si vedevano, sotto il falso nome di conti di Nellemburg. Trovò la sorella molto agitata per via dello Scandalo della Collana e incinta del quarto figlio.

Ciononostante la regina ospitò il fratello e la cognata al Petit Trianon organizzando per loro una festa notturna.
Prima di ripartire, l'arciduca ricevette dalla sorella un album realizzato da Claude Louis Chatelet illustrante il Petit Trianon e i suoi edifici. Oggi l'album è conservato presso la Biblioteca Estense di Modena

Stendhal, nelle prime pagine della Certosa di Parma, descrive negativamente e brevemente l'operato di Ferdinando come Governatore della Lombardia. Eppure è a Ferdinando che si deve il volto nuovo di Milano: Giuseppe Piermarini, venuto da Foligno e nominato architetto di corte, ricostruì il palazzo Ducale in stile classico e diresse la preparazione della grandiosa scenografia che fece da sfondo alle feste; progettò la villa reale a Monza e il Teatro alla Scala.
Ferdinando nel 1805.
Con l'eta l'arciduca, secondo concordi testimonianze,
divenne molto
somigliante al padre, l'imperatore Francesco Stefano
Milano si rinnovò: le strade, lastricate con pietre e ciottoli, divennero più sicure. Nel 1786 si diffuse l'illuminazione pubblica con lampioni ad olio e più tardi alle contrade venne assegnato un nome; alle 5280 case un numero ciascuna.

A Milano, il vento dei lumi spazzò via rapidamente lo stile grazioso, come veniva chiamato il barocchetto di Maria Teresa, in favore di un'architettura più sobria ed elegante.

Con l'invasione napoleonica della Lombardia, Ferdinando fu costretto a ripiegare alla corte del suocero a Modena, abbandonando la città di Milano alla resistenza delle truppe rimaste, ritirandosi per progettare un grandioso rientro, sperando nell'aiuto di Vienna

Con il Trattato di Campoformio del 1797 il duca Ercole III d'Este (suocero di Ferdinando) ottenne il Ducato di Brisgovia e Ortenau e quando questi morì nel 1803, esso venne ceduto a Ferdinando, il quale divenne provvisoriamente anche duca titolare di Modena e Reggio per eredità.

Trasferitosi con la famiglia a Vienna, l'arciduca andò ad abitare nel palazzo Dietrichstein, sulla Minoritenplatz, dove morì la vigilia di Natale del 1806, secondo le voci di crepacuore per non aver potuto rivedere la sua Milano.

Ferdinando ebbe un figlio illegittimo, prima di sposarsi, Franz barone di Schwind (1770-1827), da Charlotte Mosshofer, una domestica tirolese.
Ferdinando e Maria Beatrice con i figli
Dalla moglie ebbe 10 figli tra cui Francesco IV duca di Modena, Massimiliano Francesco gran Maestro dell'Ordine Teutonico, Maria Teresa regina di Sardegna che fu nonna materna dell'ultimo re di Napoli, "Franceschiello"; Maria Leopoldina sposa all'elettore Carlo Teodoro di Baviera, dalla vita dissoluta e scandalosa, secondo alcuni studiosi probabile madre naturale del misterioso Kaspar Hauser; Maria Ludovica imperatrice d'Austria.

2 commenti:

  1. Vi è un errore il psedomino usato dal fratello conte de nettembourg

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    Risposte
    1. Nessun errore. "Lo" pseudonimo è esatto: conte di Nellemburg. Può controllare su wikipedia alla voce "Visite ufficiali alla reggia di Versailles". D'altra parte il langraviato di Nellenburg appartenne agli Asburgo fino al 1805. Nettembourg non esiste,

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