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martedì 29 marzo 2016

Un nome per sei principesse

L'imperatrice Maria Teresa circondata da alcuni membri della
sua famiglia. Da sinistra verso destra: la figlia Maria Cristina
con il marito Alberto di Sassonia-Teschen; il figlio Massimiliano
e le figlie Maria Anna e Maria Elisabetta; il figlio Giuseppe II.
Dipinto di Heinrich Friedrich Fuger.
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria aveva espresso il desiderio che a tutte le primogenite dei suoi figli venisse assegnato il nome "Maria Teresa" in suo onore.
L'unica principessina alla quale non fu assegnato il nome della nonna, fu la primogenita di Maria Amalia.
La bambina, nata il 22 novembre 1770, fu battezzata infatti con i nomi di Carlotta Teresa Maria (il primo nome "Carlotta" fu un omaggio al re di Spagna, zio del duca di Parma). Maria Amalia, che pure non era in buoni rapporti con la madre, fu indignata per questa decisione presa senza il suo consenso: “ Disse le cose più dure e umilianti all’Infante; che così si mancava sempre del rispetto dovuto alla sua casa, e a lei, che era come arciduchessa ben superiore a un Infante.”

martedì 8 marzo 2016

Leopoldo I di Lorena ed Elisabetta Carlotta d'Orleans

Il nonno paterno di Maria Antonietta in un ritratto
allegorico accanto al quale campeggia l'effige
della consorte, Elisabetta Carlotta d'Orleans, nelle
vesti di Minerva
Pur non avendoli mai conosciuti, la regina parlava spesso dei nonni paterni. Diceva che la semplicità in cui era stata allevata in Austria era un retaggio delle abitudini in uso alla corte di Lorena.
Madame Campan cita nelle sue memorie la maniera semplice e quasi buffa con la quale il nonno della regina, il duca Leopoldo I, raccoglieva le tasse: 

"Il principe sovrano si recava in chiesa; dopo la predica si alzava, agitava in aria il cappello per far comprendere che desiderava parlare e in seguito diceva la somma di cui aveva bisogno. Tale era lo zelo dei buoni lorenesi, che si erano visti uomini prendere, all'insaputa delle loro donne, biancheria o qualche oggetto di casa, e andare a venderli per aumentare il contributo; così accadeva spesso che il principe ricevesse più denaro del necessario; in tal caso lo faceva restituire."

Leopoldo aveva sposato Elisabetta Carlotta d'Orleans nel 1698. Figlia della Principessa Palatina e di Monsieur Filippo duca d'Orleans (fratello del Re Sole), Elisabetta era nata  nel 1676 nel castello di Saint-Cloud (che un giorno sarebbe diventato di proprietà di sua nipote Maria Antonietta).

Non bella ma molto graziosa, Elisabetta era definita un maschiaccio da sua madre che, a sua volta, non si poteva certo definire un esempio di femminilità. In quando nipote di Luigi XIV era destinata a contrarre un matrimonio titolato e dopo diversi mariti papabili, venne scelto per lei Leopoldo di Lorena. Prima di partire per Nancy, Charles Perrault dedicò alla principessa la sua raccolta di fiabe immortali "I racconti di mamma oca".

Elisabetta Carlotta d'Orleans, nonna paterna della regina, in un ritratto equestre di Jean Baptiste Martin
In Lorena i duchi vivranno anni sereni, in quanto il loro matrimonio risulterà ben riuscito. La coppia avrà 13 figli tra cui Francesco Stefano che sarà padre di Maria Antonietta.

domenica 6 marzo 2016

La musica alla corte di Maria Antonietta

Maria Antonietta alla spinetta.
Dipinto di Franz Xaver Wagenschon, 1769
"La musica era la cosa che piaceva di più alla Regina. Non suonava bene nessuno strumento, ma era arrivata a decifrare gli spartiti come il miglior professore. Aveva acquisito un tale grado di perfezione in Francia, essendo stata la musica, come tutto il resto, trascurata a Vienna. Pochi giorni dopo il suo arrivo a Versailles le fu presentato il maestro di canto: era La Garde, autore dell'opera Eglé. La Regina gli diede appuntamento per molto tempo dopo, avendo bisogno, disse, di riposare dalle fatiche del viaggio e delle numerose feste che avevano avuto luogo a Versailles: in realtà il vero motivo era nascondere fino a che punto ignorasse i primi elementi della musica. Chiese al signor Campan se il figlio, buon musicista, potesse darle in segreto lezioni per tre mesi. "E' necessario", aggiunse sorridendo "che la Delfina abbia cura della reputazione dell'arciduchessa". Le lezioni furono impartite segretamente, e in capo a tre mesi di costante lavoro, la Regina fece chiamare La Garde e lo sbalordì con la sua bravura."

Un certo sciovinismo traspare tra le righe di questo breve passo tratto dalle memorie di Madame Campan. Quella di Maria Antonietta fu di sicuro un'educazione trascurata e piena di falle, ma a Vienna non le mancarono insegnanti di pregio e ore dedicate alla musica più che alle altre discipline. La pigrizia dell'arciduchessa era estrema e probabilmente in Austria Maria Antonietta non andò oltre lo strimpellare l'arpa e la spinetta, e la semplice lettura delle sette note sul pentagramma, ma è esagerato affermare che non conoscesse nemmeno le più elementari basi della musica.
Probabilmente la Campan si lasciò prendere la mano, esagerando sulla cattiva educazione che la Regina aveva ricevuto in Austria, esaltando, per contro, i miglioramenti ottenuti in Francia; e poi il figlio del signor Campan, quel "buon musicista" che dette alla sovrana tre mesi di lezioni, altri non era che suo marito.

Nella vita di Maria Antonietta, l'amore per la musica costituì un punto centrale fin dalla più tenera età. Sappiamo che nel 1759, poco prima del suo quarto compleanno, la piccola arciduchessa si esibì in una vaudeville in occasione dell'onomastico del padre, il giorno di San Francesco. Le sue sorelle cantarono arie italiane e suonarono l'arpicordo, il fratello più grande, Carlo, si esibì al violino e l'erede al trono, Giuseppe, al violoncello.

Particolare del dipinto di Martin Van Meytens che commemora il pranzo di nozze di Giuseppe II e Isabella di Parma. Sulla tribuna, accanto ai musicisti di corte, figura il piccolo Mozart. 
Tutti i figli di Maria Teresa si trovavano a loro agio con la musica e tutti suonavano almeno uno strumento andando a formare in alcune serate musicali, trii, quartetti e persino una piccola orchestra. La loro educazione musicale era molto più accurata dell'istruzione che veniva loro impartita nelle altre materie. L'austero ciambellano, conte Khevenhuller, era dell'opinione che a corte "si facevano troppo teatro e canto e ballo e travestimenti, che alla fine avrebbero potuto trasformare le loro Altezze Imperiali  in personcine frivole e vanitose". Ma queste frequenti esibizioni costituivano la delizia dei genitori e Maria Teresa in particolare incoraggiava i ragazzi a preparare serate musicali.