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Maria Antonietta alla spinetta.
Dipinto di Franz Xaver Wagenschon, 1769 |
"La musica era la cosa che piaceva di più alla Regina. Non suonava bene nessuno strumento, ma era arrivata a decifrare gli spartiti come il miglior professore. Aveva acquisito un tale grado di perfezione in Francia, essendo stata la musica, come tutto il resto, trascurata a Vienna. Pochi giorni dopo il suo arrivo a Versailles le fu presentato il maestro di canto: era La Garde, autore dell'opera Eglé. La Regina gli diede appuntamento per molto tempo dopo, avendo bisogno, disse, di riposare dalle fatiche del viaggio e delle numerose feste che avevano avuto luogo a Versailles: in realtà il vero motivo era nascondere fino a che punto ignorasse i primi elementi della musica. Chiese al signor Campan se il figlio, buon musicista, potesse darle in segreto lezioni per tre mesi. "E' necessario", aggiunse sorridendo "che la Delfina abbia cura della reputazione dell'arciduchessa". Le lezioni furono impartite segretamente, e in capo a tre mesi di costante lavoro, la Regina fece chiamare La Garde e lo sbalordì con la sua bravura."
Un certo sciovinismo traspare tra le righe di questo breve passo tratto dalle memorie di Madame Campan. Quella di Maria Antonietta fu di sicuro un'educazione trascurata e piena di falle, ma a Vienna non le mancarono insegnanti di pregio e ore dedicate alla musica più che alle altre discipline. La pigrizia dell'arciduchessa era estrema e probabilmente in Austria Maria Antonietta non andò oltre lo strimpellare l'arpa e la spinetta, e la semplice lettura delle sette note sul pentagramma, ma è esagerato affermare che non conoscesse nemmeno le più elementari basi della musica.
Probabilmente la Campan si lasciò prendere la mano, esagerando sulla cattiva educazione che la Regina aveva ricevuto in Austria, esaltando, per contro, i miglioramenti ottenuti in Francia; e poi il figlio del signor Campan, quel "buon musicista" che dette alla sovrana tre mesi di lezioni, altri non era che suo marito.
Nella vita di Maria Antonietta, l'amore per la musica costituì un punto centrale fin dalla più tenera età. Sappiamo che nel 1759, poco prima del suo quarto compleanno, la piccola arciduchessa si esibì in una vaudeville in occasione dell'onomastico del padre, il giorno di San Francesco. Le sue sorelle cantarono arie italiane e suonarono l'arpicordo, il fratello più grande, Carlo, si esibì al violino e l'erede al trono, Giuseppe, al violoncello.
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Particolare del dipinto di Martin Van Meytens che commemora il pranzo di nozze di Giuseppe II e Isabella di Parma. Sulla tribuna, accanto ai musicisti di corte, figura il piccolo Mozart. |
Tutti i figli di Maria Teresa si trovavano a loro agio con la musica e tutti suonavano almeno uno strumento andando a formare in alcune serate musicali, trii, quartetti e persino una piccola orchestra. La loro educazione musicale era molto più accurata dell'istruzione che veniva loro impartita nelle altre materie. L'austero ciambellano, conte Khevenhuller, era dell'opinione che a corte "si facevano troppo teatro e canto e ballo e travestimenti, che alla fine avrebbero potuto trasformare le loro Altezze Imperiali in personcine frivole e vanitose". Ma queste frequenti esibizioni costituivano la delizia dei genitori e Maria Teresa in particolare incoraggiava i ragazzi a preparare serate musicali.