mercoledì 4 marzo 2020

Il matrimonio di Madame Royale


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Nel 1798 lo zar Paolo I offrì all'esule Luigi XVIII di sistemare la sua piccola corte errante nel castello di Mittau (attuale Jelgava, pressappoco l'odierna Lettonia) residenza dei duchi di Curlandia. Fu allora che il fidanzamento tra Madame Royale e il cugino, il duca d'Angouleme, fu reso ufficiale.
L'imperatore Francesco, che fino ad allora aveva tergiversato nel consentire alla cugina di ricongiungersi alla sua famiglia francese, dette il suo assenso per le nozze dopo aver ricevuto una richiesta ufficiale da parte dello zar, al quale, nelle condizioni politiche in cui si trovava, non poteva rifiutare nulla. Fu deciso che il matrimonio si sarebbe celebrato nel giugno del 1799. Il duca de Villequier si recò a Vienna per scortare fino a Mittau la principessa. Madame de Chanclos avrebbe accompagnato Madame Royale fino a Theresiopel (odierna Subotica) sulla frontiera russa. Lo zar si impegnava ad assicurare sicurezza e comodità alla principessa per il resto del viaggio. Maria Teresa aveva con sé Mademoiselle de Choisy come dama di compagnia mentre la duchessa di Sérent e sua figlia, che avevano lasciato la Francia troppo tardi per raggiungerla a Vienna, l'avrebbero incontrata in Curlandia. I due valet de chambre, Hue e Clery, con tre dame di compagnia e due scudieri completavano il seguito della principessa. Lasciata Vienna il 4 maggio 1799 Maria Teresa percorse faticosamente in un mese 1.300 km di sentieri sconnessi, dormendo in ostelli disgustosi prima di arrivare a destinazione.

Il castello di Jelgava nel 1840. Devastato durante la seconda guerra mondiale fu, a differenza di molti altri edifici, ricostruito ma con interni semplificati, molto sovietici. Il castello, residenza dei Duchi di Curlandia, doveva servire come dimora per Luigi XVIII, la sua famiglia e i suoi grandi ufficiali. Il re e il  Duca di Angoulême, trovarono i loro appartamenti ammobiliati; ma a parte questo, il resto era privo di tutto; non solo non c'era biancheria, ma nemmeno le stoviglie per la tavola del re. Non c'erano letti, sedie, nulla che fosse davvero essenziale. Quindi si dovette acquistare tutto il necessario e questo non fece che diminuire le finanze già precarie del re."

Quando Luigi XVIII venne a sapere questi dettagli, Madame Royale aveva già lasciato Theresiopel, da dove, immediatamente al suo arrivo il 17 maggio, aveva inviato una breve nota a suo zio con un corriere espresso. Il re lo ricevette il 23 maggio, come fu registrato da d'Avaray:
"Un corriere espresso inviato da Monsieur le duc de Villequier ci ha comunicato stamattina che Madame Royale ha raggiunto Theresiopel il 17, che avrebbe dovuto lasciare quella città due giorni dopo e che dopo aver viaggiato per tredici giorni sarebbe arrivata a Mittau."
Il re nel frattempo aveva preteso che al matrimonio fosse presente la propria consorte che da anni viveva separata da lui, per ricreare a Mittau un simulacro di monarchia sia pur in esilio. Maria Giuseppina di Savoia, a tutti gli effetti regina di Francia, era sentimentalmente legata alla sua lettrice Madame de Gourbillon e accettò le pretese del consorte a condizione che la sua amante l'accompagnasse. Le due donne partirono separatamente ma mentre la regina arrivò a Mittau senza problemi, due agenti dello zar, su richiesta di Luigi XVIII intercettarono la carrozza di madame de Gourbillon che fu espulsa e spedita a Wilna. Maria Giuseppina, furibonda, reclamò la sua compagna ma fece buon viso a cattivo gioco e si prestò a recitare la parte richiesta.

L'arrivo di Madame Royale a Mittau, da un disegno di Toffanelli. Luigi XVIII commosso aiutò la nipote a rialzarsi: "Sire, mio zio, scusate il mio turbamento, sono felice".

Si arrivò così al 3 giugno 1799. I sovrani, assieme al duca d'Angouleme si recarono nel luogo in cui sarebbe avvenuto l'incontro con la principessa, alle porte di Mittau. Madame Royale scorgendo la vettura del re ordinò alla sua di fermarsi e corse incontro allo zio che la strinse al cuore e la mise tra le braccia della regina. Maria Giuseppina dopo averla baciata lasciò il posto al duca d'Angouleme che, profondamente commosso e pallido, riuscì a proferire solo poche parole. Poi con uno sforzo sovrumano per lui, di solito timidissimo e impacciato, strinse le mani della fidanzata e le portò alle labbra. Per tre anni i due giovani avevano tenuto una corrispondenza e in alcune occasioni fu lo stesso Luigi XVIII a scrivere al posto del duca d'Angouleme. Luigi Antonio era un giovane buono e sensibile ma terribilmente goffo, incapace di mostrarsi appassionato e romantico. Solo molto tempo dopo Madame Royale venne a conoscenza della parte di Cyrano de Bergerac tenuta dallo zio.
Se il duca d'Angouleme rimase colpito dalla bella ragazza dai teneri occhi azzurri e la figura elegante che si trovò d'avanti, possiamo sicuramente immaginare la delusione di Maria Teresa di trovarsi di fronte ad un giovane dall'aspetto malaticcio. Solo con il tempo la principessa avrebbe imparato ad apprezzarne le rare qualità e a volergli bene.

Il duca d'Angouleme nel 1796 in un ritratto di Henri Pierre Danloux.
Luigi Antonio non poteva dirsi un bell'uomo come il padre, il conte d'Artois. I suoi tratti ricordavano di più la madre, Maria Teresa di Savoia. Da lei aveva ereditato un'altezza mediocre e un lungo naso. Magro, con lunghe braccia, pieno di tic, sembrava sempre ballare da un piede all'altro, tanto che qualche cortigiano maligno paragonava la sua andatura a quella di una scimmia.A dispetto di questo ritratto poco lusinghiero il duca era franco e leale, dotato di una delicatezza e di una bontà d'animo che facevano dimenticare i suoi difetti.
Madame Royale nel 1799 in una miniatura realizzata da Johann Maria Monsorno e inviata al fidanzato.
Maria Teresa aveva ereditato dalla madre l'aspetto fiero e signorile, e i capelli biondi. Dal padre aveva ereditato una certa tendenza ad ingrassare, cosa che avvenne in età matura. I suoi tratti erano molto più borbonici che asburgici. Con il passare degli anni queste caratteristiche saranno evidenti il doppio, oltre ad un valgismo talmente marcato che sarà notato da Fersen e anche dallo zar Paolo I.
Abbiamo da Luigi XVIII una descrizione della giovane principessa, in una lettera al fratello Artois: "Il ritratto che avete visto di vostra figlia ("figlia" nell'accezione di nuora) non può darvi l'idea precisa del suo aspetto. Non le assomiglia affatto. Assomiglia moltissimo ai genitori e li ricorda più o meno entrambi allo stesso modo a seconda di come la si guardi. Non è una bellezza a prima vista; ma lo diventa quando uno la guarda, e specialmente quando le si parla, perché non c'è movimento del suo viso che non sia piacevole. È un po' più bassa di sua madre e un po' più alta della nostra povera sorella. È ben fatta, si tiene bene, porta la testa perfettamente e cammina con facilità e grazia. Quando parla delle sue disgrazie, le sue lacrime non scorrono facilmente, a causa della sua abitudine di trattenerle, per evitare che i suoi carcerieri avessero il barbaro piacere di vederle versare. Non è un compito facile, tuttavia, per i suoi ascoltatori frenare le proprie. Ma la sua naturale allegria non si è spenta; distoglie la mente da questo tragico capitolo della sua vita, e ride di cuore ed è piuttosto affascinante. È gentile, di buon umore e affettuosa; e non c'è dubbio che abbia la mente di una donna matura. In privato con me si comporta come la nostra povera Elisabetta avrebbe potuto comportarsi con mio  padre; in pubblico ha il portamento di una principessa abituata a tenere corte. Non solo dice cose cortesi a tutti, ma dice ad ognuno la cosa più adatta che si possa dire. È modesta senza essere timida, a suo agio senza essere familiare e innocente come il giorno in cui è nata. Di questo sono assolutamente persuaso dai suoi modi con mio nipote da martedì, il giorno del suo arrivo qui. In effetti, per dirla brevemente, riconosco in lei l'angelo che abbiamo perso.

Dispensa pontificia rilasciata da Pio VI per il matrimonio tra Luigi Antonio duca d'Angouleme e  Maria Teresa Carlotta di Borbone Francia, cugini di primo grado

Il matrimonio tra i due giovani che erano cugini di primo grado si svolse in una delle sale del palazzo dei duchi di Curlandia, il 10 giugno 1799. La cerimonia, commovente ed emozionante, fu molto semplice, con pochi invitati, ricca di fiori bianchi.
"In tutto il fulgore dei suoi vent'anni, Maria Teresa era affascinante nell'abito d'argento ricamato di perle" scrive André Castelot. L'abito, molto semplice, era in lamè color argento, qualche piuma tra i capelli e tre perle completavano l'abbigliamento della sposa che, ancora in lutto per la morte dei genitori, indossava un manto di velluto violetto.

La Duchessa d'Angouleme in un'incisione di John Neidl, tratta da un dipinto di Joseph Kreutzinger (1800)
La duchessa d'Angouleme in un ritratto della collezione Firmin Didot
La duchessa d'Angouleme, miniatura conservata a Chantilly, Museo Condé
Su richiesta di Luigi XVIII le nozze furono celebrate da Louis-Joseph de Montmorency-Laval grande cappellano di Francia assistito da padre Marie e padre Edgeworth. Quest'ultimo aveva accompagnato Luigi XVI sul patibolo e volle personalmente benedire il matrimonio della figlia del re martire.
Presenti anche un centinaio di guardie del corpo di Maria Antonietta che erano state ferite nella giornata del 6 ottobre 1789.
Lo stesso giorno arrivò anche il dono di nozze dello zar Paolo I per Maria Teresa, un collier di diamanti accompagnato da un lettera in cui l'imperatore augurava ogni bene alla neo duchessa.
Assente invece la famiglia dello sposo: il conte d'Artois si trovava ad Edimburgo con il figlio minore, il duca di Berry; la contessa d'Artois che si trovava a Torino non era nemmeno stata invitata da Luigi XVIII per non creare imbarazzi al fratello che da anni viveva con la sua amante, Louise de Polastron. Il re scrisse infatti al conte d'Artois: "Se io chiedessi all’imperatore di Russia soggiorno a Mittau per mia cognata, sono sicuro che mi risponderebbe: “ Perché non và a stabilirsi presso suo marito come vostra moglie viene a stabilirsi presso di voi?”
Fu così deciso di non invitare la povera contessa che nonostante da anni vivesse in ristrettezze economiche, inviò come dono di nozze ai due sposi un bellissimo nécessaire da viaggio in vermeil.

Il certificato di matrimonio redatto dal Conte di Saint-Priest, oggi conservato agli archivi nazionali di Parigi
Grande piviale che fa parte del paramento liturgico donato dai Borbone alla cattedrale di Gorizia.
Il tessuto, un lussuoso velluto di seta viola, è quello del manto indossato da Madame Royale in occasione del suo matrimonio. Il colore viola era quello del lutto che Maria Teresa ancora portava per la morte del genitori
L'iniziazione ai doveri del talamo in quell'epoca era compito delle donne più anziane, come racconta nelle sue memorie madame Lafarge: "Dopo il petit-déjeuner le mie zie si chiusero con me nel salottino e iniziarono a schiudermi gli spaventosi misteri dei miei nuovi doveri". La sera fu malauguratamente richiesto a Maria Giuseppina di istruire la verginale Maria Teresa sugli "spaventosi" doveri della prima notte di nozze. La regina sarcastica rispose che non avrebbe potuto consigliare granché alla nipote dal momento che dal re, in camera da letto, ella aveva appreso molto poco.

Non è noto quando fu consumato il matrimonio ma a dispetto di quanto affermato da André Castelot nella sua biografia su Madame Royale, il duca d'Angouleme non era affatto impotente.
Castelot scrive: "La mancanza di libertà subita in Austria e la sua mancata unione coniugale, furono i due drammi della vita di Maria Teresa; drammi che in maniera infinitamente maggiore della tragedia del Tempio, tormenteranno il suo animo, il suo spirito, il suo cuore e il suo corpo, e crearono la classica immagine della bisbetica e scontrosa duchessa d'Angouleme...".



La duchessa d'Angouleme in un ritratto di Charles Turner
Il duca d'Angouleme in un ritratto di Charles Turner






















Luigi Antonio fu descritto da alcuni biografi come "neurastenico", un termine medico obsoleto che descrive una combinazione di depressione, ansia, svogliatezza e ipocondria. Era anche usato per descrivere qualcuno che soffriva di esaurimento nervoso. Tutti elementi che possono contribuire a sviluppare impotenza, o ansia da prestazione.

"Un marito timido", scrisse Luigi XVIII alla nipote parlando del giovane Luigi Antonio "con un animo aperto e leale che non domanda altro che aprirsi al vostro. [...] Sarà tanto più facile per voi essere felice con lui dal momento che il suo cuore, non avendo custodito altro che virtù, non si è mai dato a nessuno se non a voi, e che i suoi principi, aiutati dal vostro valore, vi garantiranno che questo sentimento prevalente sarà anche l'ultimo."

Susan Nagel però, nella sua biografia "Maria Teresa, la figlia del Terrore - il destino della figlia di Maria Antonietta", ribalta, attraverso documenti e rapporti medici, tutte le false convinzioni relative alla mancata maternità della duchessa e alla presunta impotenza del duca d'Angouleme.

La duchessa d'Angouleme in una miniatura su avorio
attribuita a François Huet-Villers (1807)
La Nagel riporta che, al compimento dei 34 anni, il 19 dicembre 1812, Maria Teresa (in esilio con la corte in Inghilterra) sembrava traboccare di felicità. Il 27 gennaio 1813, la principessa Charlotte d'Inghilterra organizzò un ballo e si poteva notare che anche il duca d'Angouleme, per solito serio e misurato, appariva molto felice. In una lettera datata 7 febbraio 1813 a Miss Mercer Elphinstone, Charlotte scriveva che alla sua festa il duca si era mostrato un meraviglioso partner di danza. Il medico della duchessa d'Angouleme, Monsieur Lefebvre, conosceva la ragione della felicità della coppia. Egli aveva scritto infatti nel gennaio precedente ad Hue che: "Al momento sto seguendo una donna che vive sopra di me e che è incinta per la prima volta dopo 13 anni di matrimonio".
Il 30 gennaio Hue scriveva a sua moglie che il dottor Lefebvre gli aveva confidato la notizia miracolosa che il duca d'Angouleme sarebbe diventato padre in giugno.
Il medico sottoscriveva questa notizia di suo pugno nella stessa lettera. Ricevuta la lettera Madame Hue rilasciò scritto nel suo diario: "Monsieur Hue e Monsieur Lefebvre annunciano la gravidanza della duchessa d'Angouleme". Il 15 febbraio 1813, Luisa di Conde scriveva a suo padre che era stupita di apprendere la gravidanza della duchessa in quanto da anni circolava la voce che al Tempio, i guardiani giacobini, si erano vantati di distruggere la fertilità della principessa facendole assumere una combinazione di farmaci.
La felicità del duca e della duchessa fu di breve durata perché Maria Teresa perse il bambino al quinto mese di gestazione e in estate si recò infatti a Bath  (famosa cittadina termale inglese) per recuperare le forze.

Maria Teresa non riusciva a portare avanti le gravidanze e oggi, con la medicina attuale, si potrebbe far risalire questa problematica a fattori psicologici da imputare alla tragedia del Tempio.

All'età di 42 anni, la duchessa credette di essere di nuovo incinta ma la gravidanza si rivelò essere l'inizio di una menopausa precoce.

I duchi d'Angouleme ricevuti a Bordeaux - Benjamin de Rolland (1817)
Nonostante tutto il duca d'Angouleme non farà mai pesare alla moglie di non averlo reso padre. Sarà anzi difficile trovare una coppia (almeno per l'epoca) così unita e fedele. I due condivideranno persino il medesimo letto (cosa insolita per le coppie principesche). 
Per il duca Maria Teresa sarà sempre la "mia Gioia", così si rivolgeva a lei nelle lettere intime, sua ispiratrice e suo sostegno per tutta la durata del loro matrimonio. In una lettera di Luigi Antonio si può leggere: "Sono appena trascorsi due mesi crudeli e ne deve trascorrere ancora uno che non sarà più allegro e che non mi sembrerà più breve. Ho almeno la certezza che da qui a un mese mi riunirò con mia moglie, lontano dalla quale sono il più infelice degli uomini."

Compagno ideale e discreto, il duca d'Angouleme avrà sempre una certa ammirazione per il carattere fiero della moglie subendone il fascino.

*****

Poco dopo il matrimonio, il duca di Angouleme si arruolò nell'esercito di Condé a Klagenfurt esprimendo il desiderio di avere accanto sua moglie ma Luigi XVIII obiettò; non aveva organizzato le nozze  per la felicità della coppia, ma per stabilire la sua legittimità agli occhi dei sovrani europei. Da allora in poi Maria Teresa rimarrà al fianco dello zio, condividendo la sua vita quotidiana, regnando con lui sulla sua piccola corte in esilio.


Il duca d'Angouleme in un ritratto di François Joseph Kinson.
Timido ma allo stesso tempo coraggioso, come avrà modo di dimostrare nelle tante campagne militari, il duca conduceva una vita borghese. Si alzava alle 4:30 del mattino in estate e alle 5 del mattino in inverno dedicandosi allo studio. Durante la Restaurazione donerà sempre un quinto delle sue entrate ai poveri. Il suo unico lusso saranno le sue scuderie, le più belle di Parigi. Viveva in solitudine, frequentando raramente la corte. Un pazzo innamorato di sua moglie dirà di lui un cortigiano. 

La duchessa d'Angouleme in un ritratto di Antoine-Jean Gros.
Maria Teresa non condivideva le idee moderate del marito. La duchessa infatti, forte dei suoi diritti, era dalla parte degli ultras. La Rivoluzione, le tragedie della sua famiglia, l'esilio e il dolore l'avevano resa intrattabile. Solo con la forza, secondo il suo punto di vista, si poteva assicurare stabilità alla monarchia.



continua....

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