giovedì 22 settembre 2016

Veste alla Caraco

Giovane donna sotto i portici del Palais Royale -
 Michel Garnier, 1787. La donna indossa un tipico caraco
molto in voga in quegli anni.
Nel 1789, anno della Rivoluzione Francese, era ormai diffuso il caraco, un tipo di abbigliamento che prevedeva l'utilizzo di una gonna lunga fino alla caviglia e di un corpetto aderentissimo con una baschina posteriore allungata o meno, appoggiata sulla tournure, un piccolo cuscinetto. E' questa la veste femminile tipica, assieme alla chemise e alla redingote, del periodo rivoluzionario.

Il caraco prese piede intorno alla seconda metà del settecento. Esso derivava dalla cacaraca provenzale, una giacchetta utilizzata dalle popolane e che ben presto fu adottata anche dalle signore per la sua praticità, in netto contrasto con le vesti in uso presso la nobiltà e l'alta borghesia.

I caraco si presentavano semplici sia per quanto riguardava le stoffe, generalmente a tinta unita e con piccoli ricami floreali o a toiles de Jouy, sia per quanto riguardava i tessuti che di solito erano leggeri. Le maniche si presentavano lunghe o a tre quarti, e aderenti al braccio; le fogge potevano essere le più svariate; in epoca rivoluzionaria, per esempio, erano molto in voga i caraco à la pierrot e i caraco à la Suzanne (in riferimento a Suzanne, la servetta delle Nozze di Figaro).


Ricostruzione del caraco del dipinto di Garnier

Il caraco à la pierrot prevedeva l'utilizzo di una giacchetta talmente corta e stretta da sembrare un corpetto, con un volant o balza aggiunto sul retro, allacciato intorno al busto per mezzo di lacci o ganci interni. Completava l'abbigliamento un fichu molto gonfio e un cappello di grandi dimensioni.

La regina Maria Antonietta stessa utilizzò questo tipo di abbigliamento. Abbiamo la descrizione di una robe à la pierrot indossata dalla Regina nel periodo passato alle Tuileries, dalla penna di Adèle d'Osmond, contessa di Boigne:
"descriverò il suo abito; era in un “pierrot” di lino bianco, ricamato con dei rami color lillà, un fichu vaporoso, un grande cappello di paglia i cui larghi nastri svolazzanti color lillà si ricollegavano in un grande nodo dove il fichu si incrociava…”


Qui in basso un caraco à la pierrot in cotone e ricami che il museo della moda di Parigi a Palazzo Galliera sostiene sia appartenuto a Madame Elisabeth e che è molto simile alla descrizione del pierrot indossato dalla regina:







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